Una nottata di tensione e ansia, una nottata trascorsa alla ricerca del sito giusto dove sperare di trovare le segretissime tracce; l’ingenua consapevolezza di stare vivendo momenti indimenticabili. L’esame di stato cambia “forma” ma l’emozione rimane sempre la stessa
Il rito si sarà consumato anche questa “notte prima degli esami” del 2009. Chiusi i libri, sistemati i temari nelle apposite cartuccere e fatta l’ultima prova vestito, i 6005 maturandi della provincia di Messina, così come la maggior parte dei colleghi dello stivale, avranno schiacciato play per ascoltare e perché no versare qualche lacrima al suono delle celebri note di Antonello Venditti che, ormai da generazioni, “cullano” gli studenti all’ultima grande prova di un ciclo di vita che sta per terminare: quella della maturità.
I portoni degli istituti superiori di Messina si spalancheranno e i ragazzi, accalcati davanti l’entrata per essere i primi a varcare la soglia e conquistare il banco strategico nel lunghissimo corridoio, posizioneranno il loro zaino carico di appunti, libri, cibo e bibite, per sostenere lo stress fisico e mentale della giornata, ed attenderanno la consegna della fotocopia: lì dove saranno contenute la fatidiche tracce su cui tanto si è detto e che, come spesso capita, salvo qualche raro colpo di fortuna, non corrispondono quasi mai alle mille ipotesi fatte la sera prima con amici e compagni di scuola.
E aspettando che i titoli dei temi siano finalmente sotto i loro occhi, incolonnati uno dietro l’altro nel corridoio, fino a qualche giorno fa luogo di incontri tra un’ora e l’altra di lezione, di risate e battute nei confronti del compagno di classe secchione o del bidello un po’ anziano ma che tante volte ci ha fatto da spalla, ognuno dentro di sé rivivrà i momenti più belli di quest’ultimi cinque anni di vita. Una sensazione che, considerata la tensione del momento, non verrà forse apprezzata nel modo giusto ma che a distanza di qualche tempo, magari in occasione di un rilassante bagno al mare con gli ormai ex-compagni di scuola, verrà rivissuto e ricordato con la massima intensità, rispolverando particolari che fino ad ora erano stati dimenticati.
Facile parlare, potrà dire qualcuno, se adesso si è dall’altra parte della barricata: facile è vero, ma non per questo meno emozionante rivivere sensazioni e stati d’animo di momenti che sembrano essere stati vissuti un secolo fa ma che nella nostra più intima coscienza rimangono -ever-green-, che sia il 1960 o il 2009, perché…“Io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla….”
