Oltre la Legge Basaglia

Oltre la Legge Basaglia

Redazione

Oltre la Legge Basaglia

venerdì 28 Marzo 2008 - 13:04

Il convegno organizzato dal DSM dell'Ausl 5 analizza il presente e immagina il futuro dei servizi sociali

«In fondo cosa ci dice Basaglia? Che il cittadino affetto da patologia psichica ha gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini, compreso quello di essere curato negli stessi ospedali.». Il dottor Biagio Gennaro, direttore del DSM dell’Azienda sanitaria 5, così sintetizza il messaggio della Legge che rivoluzionò, nell’ormai lontano 1978, la concezione della malattia mentale, ponendo le basi per la chiusura degli ospedali psichiatrici. A 30 anni dalla promulgazione della legge, si può dire che l’attuazione sia completa, almeno nei principi.

Ma ora che i manicomi sono stati chiusi, con decenni di ritardo (il Mandalari, nella foto, è stato chiuso nel 1998, per essere convertito in un centro riabilitativo diurno), che dire dei servizi che sono nati in alternativa? Ogni Azienda si è organizzata con i propri mezzi, facendo i conti con le risorse e le esperienze umane. «A Messina – ha spiegato sempre Gennaro – il sistema è stato costruito secondo il principio della proiezione al di fuori dell’istituzione. Siamo noi che andiamo a trovare la famiglia che ci segnala il disagio, non il contrario.». Un modo di intendere il servizio sanitario per niente scontato, tanto che Messina è oggi un modello per l’Italia intera.

In tutta la provincia ci sono 14 ville che ospitano 84 pazienti. A queste si aggiungono 2 Comunità terapeutiche assistite e una struttura con 20 posti a Barcellona, dove risiedono soprattutto pazienti giovani. In tutto il DSM dell’Asl 5 ha in carico 144 persone, che non è sufficiente, ma non è neanche poco: il rapporto con la popolazione totale è di 2 su 10000. Molte di queste persone riescono a vivere una vita normale, con un lavoro, autonomia di movimenti e di scelte, accanto alle cure sanitarie. Una di queste, Giovanni Cappello, che lavora in un ristorante di Milazzo, ci ha detto che non vorrebbe mai abbandonare la situazione attuale, che lo fa sentire protagonista della sua vita, ma ha aggiunto con amarezza: «Intorno al rottame [il malato psichiatrico] c’è solo isolamento e emarginazione.»

I servizi sanitari scontano inoltre il fallimento della Legge 328 sui servizi socio-sanitari, lamenta ancora Gennaro: «L’integrazione tra il pubblico e il privato non esiste, il privato vuole guadagnare, non ha interesse ad andare a fondo nel disagio, ma al massimo a gestire l’esistente. Le istituzioni non collaborano con noi, ci chiamano solo quando hanno il matto che disturba, ma poi spariscono».

Invece il disagio psichico è un problema prima di tutto sociale, contrariamente alle altre patologie, che vengono vissute all’interno della famiglia.

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