Nel nuovo ambiente, frutto delle donazioni dell’Associazione, i pazienti in età pediatrica potranno avere la possibilità di pernottare all’interno del Padiglione E insieme al genitore che li accompagna
Il Direttore generale del Policlinico, Giuseppe Pecoraro, il direttore del Dipartimento di Neuroscienze, Giuseppe Vita, insieme al Presidente dell’Associazione “Amici di Edy onlus”, Davide Mangiapane, hanno inaugurato oggi, presso il Policlinico Universitario “Gaetano Martino” di Messina, una stanza del reparto degenze di Neurologia, destinata ai pazienti in età pediatrica affetti da malattie neuromuscolari, che, nell’ambito della loro presa in carico globale da parte dello staff medico, hanno necessità di brevi ricoveri, per prevenire e gestire le possibili complicanze connesse alle proprie patologie.
Con il nuovo ambiente, frutto delle donazioni raccolte da “Amici di Edy onlus”, i piccoli e i giovani, seguiti dall’èquipe multidisciplinare operante nel nosocomio universitario, potranno avere la possibilità di pernottare, direttamente all’interno del reparto di Neurologia e Malattie Neuromuscolari (Padiglione E), insieme al genitore che li accompagna, in un ambiente più familiare, in modo da lenire i disagi legati alla vita, all’interno di una realtà ospedaliera, anche se per un periodo relativamente breve. Nell’allestimento della stanza, è stata coinvolta la Coop. Sociale ASTU di Barcellona Pozzo di Gotto, che, dal 2002, gestisce, presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario del centro tirrenico, un laboratorio per la produzione di arredi e oggetti di complemento, appositamente studiati per i reparti ospedalieri pediatrici.
“L’adeguamento della stanza di degenza, presso il reparto di Neurologia del Policlinico di Messina – dice Davide Mangiapane – rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra strutture sanitarie, associazionismo e cooperativismo sociale, che consentirà, in questo modo, ai piccoli pazienti, seguiti dall’èquipe del Prof. Vita, di trascorrere nel modo più confortevole possibile, insieme ai propri cari, il periodo nel quale si è costretti in ospedale. Un contributo, piccolo, ma tangibile – conclude Mangiapane – per migliorare la qualità della propria vita, scossa dall’impegno quotidiano e costante di tutto il nucleo familiare e mirato a ridurre le sofferenze dei propri figli, colpiti da malattie, in alcuni casi, altamente invalidanti”.
