Scompare la dieta mediterranea. Colpa di qualche moda dell’ultimo minuto? No, l’unica responsabile sembra essere l’impennata dei prezzi nel settore alimentare che, nell’ultimo decennio, è stata pari al 28%.
La cifra è talmente rilevante che ben tre famiglie italiane su cinque hanno dovuto modificare le proprie abitudini alimentari
A delineare questo quadro non proprio confortante è stata la confederazione italiana agricoltori che ha rilevato come i prodotti più colpiti da questo cambio siano proprio quelli tipici della dieta mediterranea.
Gli aumenti record di pane (+12,3%), pasta (+8,4%), latte (+7,6%), frutta (+5,6%) e verdure (+6,8%) hanno avuto un effetto negativo nella spesa alimentare degli italiani che, tuttavia, risulta ancora al secondo posto (18,8%) su quella totale, preceduta solo dall’abitazione (26%).
Al contrario, secondo quanto riferito dalla Confederazione, il consumatore esprime una domanda più dinamica nei confronti di quei prodotti che, oltre a soddisfare il bisogno alimentare, presentano componenti aggiuntive che determinano la preferenza da parte dell’acquirente, in particolare riguardo ai prodotti ad alto valore salutistico e a quelli con elevato contenuto di servizio.
La ripartizione della spesa alimentare mostra, dunque, al primo posto carne, salumi e uova (23,4%), latte e derivati (18,2%), ortofrutta (16,8%), derivati dei cereali (14,8%), prodotti ittici (8,9%), bevande analcoliche (5,7%), bevande alcoliche (5,5%), olio e grassi (3,9%), zucchero, sale, caffè, tè (2,8%).
