Quattordici capitreno giurano a Palazzo Zanca e diventano pubblici ufficiali

Quattordici capitreno giurano a Palazzo Zanca e diventano pubblici ufficiali

Quattordici capitreno giurano a Palazzo Zanca e diventano pubblici ufficiali

lunedì 07 Giugno 2010 - 11:42

Secondo la nuova legge, il personale di controlleria di Trenitalia durante l’espletamento delle funzioni è da considerarsi un pubblico ufficiale

Questa mattina a Palazzo Zanca, quattordici capitreno hanno giurato dinanzi l’assessore al decentramento, Franco Mondello, per l’acquisizione dello status giuridico della funzione di pubblico ufficiale. La norma è stata recentemente prevista per il personale di controlleria di Trenitalia, che durante l’espletamento delle funzioni, è da considerarsi un pubblico ufficiale.

Inoltre, il personale di bordo che accerta la violazione delle norme in materia di regolamento ferroviario e, più in generale, gli illeciti amministrativi che riguardano la materia ferroviaria, emettendo i relativi provvedimenti a carico dei trasgressori, è pubblico ufficiale. Quando svolge altre attività che non comportano funzioni certificative o amministrative non può più essere considerato pubblico ufficiale, bensì incaricato di pubblico servizio. Pertanto, in conformità a quanto previsto dall’art. 71 del D.P.R. 753/80, per la legalità dei verbali redatti il personale deve “essere giurato nelle forme di legge”. Conseguentemente, nell’esercizio delle funzioni di controlleria, al personale di bordo si applicano i reati “propri” dei pubblici ufficiali ed in particolare, sotto il profilo passivo, chi rifiuta di fornire ad un pubblico ufficiale le proprie generalità (quando richieste) o le declina false, risponderà dei reati previsti dal Codice Penale, secondo gli artt. 651 (rifiuto d’indicazione sulla propria identità personale), 495 e 496 (falsa attestazione o dichiarazioni sulla identità). Inoltre trovano applicazione anche tutti gli altri reati specifici a danno del pubblico ufficiale, quali ad esempio, la violenza e la minaccia (art. 336 c.p.), la resistenza (art. 337 c.p.), l’interruzione di pubblico servizio (art. 340 c.p.) ecc., tutti reati perseguibili d’ufficio.

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