Riportata all'antico splendore la Manta della Madonna della Lettera

Riportata all’antico splendore la Manta della Madonna della Lettera

Riportata all’antico splendore la Manta della Madonna della Lettera

giovedì 04 Giugno 2009 - 10:40

Un -gioiello- appartenente alla comunità messinese, finalmente fruibile presso il Museo dell'Opera del Duomo di Messina

Bellissima, la manta della Madonna della Lettera. Lo era già prima, lo è ancora di più adesso dopo il progetto di restauro e conservazione durato sei mesi e che adesso, finalmente, ha restituito alla città questo oggetto che rappresenta la storia, la tradizione, la religiosità della comunità messinese.

Un progetto da 80 mila euro, somma finanziata (ancora non interamente) da privati che comprende anche l’imponente teca atta a preservarla da ossidazione ed eventuali atti di vandalismo.

A presentare questo bene di inestimabile valore, economico e storico, è l’Arcivescovo Calogero La Piana che parla di un «importante segno che arriva alla cittadinanza, quando si crede in un progetto e ci si dedica a completarlo, si può fare tutto: sarebbe bello che questo segnale arrivasse alla società ed alle istituzioni». La sponsorizzazione dell’evento è stata promossa dal Club International Inner Whell di Messina che, sotto la presidenza di Mimma Mirenda, ha rivolto il suo operato alla salvaguardia di un manufatto di particolare affezione per la cittadinanza.

Prima dell’intervento, portato avanti dal prof. Sante Guido la Manta presentava evidenti processi di trasformazione del metallo, oltre ad avere diversi “buchi” che permettevano l’inserimento di monili e gioielli, anch’essi in precario stato di conservazione. La Manta, risalente al 1600 e realizzata dal fiorentino Innocenzo Mangani, è composta da due lamine sovrapposte, di cui quella visibile in oro e l’altra, più pesante in rame adesso “separate” da materiale isolante che non permetterà allo strato sottostante di aggredire la lamina d’oro.

Esternamente è ricoperta da gioielli donati nei vari secoli da personalità dell’epoca, come ad esempio un monile d’oro con perle e diamanti, una spilla di smeraldi, una pettorina con brillanti e un cuore d’oro che arrivano da diverse parti d’Europa. Il coordinamento scientifico del progetto è stato affidato alla d.ssa Giusy Larinà, consulente dell’arte in collaborazione con Mons. Salvatore De Domenico direttore del museo dell’Opera del Duomo.

Un ulteriore cenno va alla teca che ospita tale tesoro: i vetri della stessa sono in materiale -antivandalismo-, le sorgenti luminose all’interno della stessa non producono calore nè raggi ultravioletti e la climatizzazione interna non permetterà ai materiali della Manta di essere attaccati nè danneggiati da fattori esterni.

(foto Dino Sturiale)

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