Sanità e tempi di attesa. Ammalarsi si può...ma con calma

Sanità e tempi di attesa. Ammalarsi si può…ma con calma

Sanità e tempi di attesa. Ammalarsi si può…ma con calma

venerdì 10 Luglio 2009 - 23:23

Nella nostra città capita di aspettare quasi un anno per una risonanza magnetica. Fullone (Fp Cisl): «dati che evidenziano come in Sicilia si è ancora molto lontani dalla Sanità vicina ai bisogni dei cittadini». Raccontate le vostre esperienze di sanità a “lungo termine” su Tempostretto.it

La cronaca messinese e siciliana ci porta spesso a parlare dei problemi della sanità locale.

Stabilizzazioni del personale, carenze di posti letto, accorpamenti di strutture, riorganizzazioni e rimodulazioni di organico la fanno da padrone, spesso, anche nelle pagine del nostro giornale.

Di sovente però i tempi dell’informazione ci obbligano a fermarci alla notizia del giorno, senza porci dei quesiti fondamentali: questi “tumulti sanitari”, quale reale riflesso hanno sui servizi che le strutture pubbliche riescono ad offrire agli utenti? E’, quella italiana, una sanità a misura di cittadino, che viene incontro alle sue esigenze?

Noi per dare una risposta concreta (e non il classico, pessimistico e generalista “no”) a queste domande abbiamo svolto una mini-inchiesta, che non vuole certo screditare le eccellenze che, è giusto dirlo, esistono anche nella nostra città, relativa ai tre presidi ospedalieri di Messina: il Policlinico “Gaetano Martino”, l’Azienda “Papardo” e l’Azienda “Piemonte”.

Per avere termini di paragone validi ed attendibili sul territorio abbiamo preso come campione i nosocomi di due città molto vicine a noi messinesi, Catania e Reggio Calabria.

Per la città etnea abbiamo considerato gli ospedali “Cannizzaro” e “Garibaldi Nesima”, per il capoluogo calabrese il Policlinico “Madonna della Consolazione” e l’Ospedale “E. Morelli”.

Oggetto del nostro viaggio nella sanità locale (e da sempre termometro per stabilire l’efficienza o meno di un ospedale) sarà il tempo d’attesa che ogni struttura impone agli utenti esterni che abbiano bisogno di svolgere esami, impossibilitati a rivolgersi presso strutture private per gli alti costi che ne deriverebbero.

Per confrontare i risultati abbiamo considerato i tempi di attesa per tre diversi esami ospedalieri riferiti agli ospedali sotto indagine: una risonanza magnetica toracica “senza contrasto”, un elettrocardiogramma normale e una visita ginecologica generica.

Una scelta non casuale, dato che il primo è un esame, per così dire, “neutro”, il secondo è effettuato in prevalenza da utenti contraddistinti da una età medio-alta e di sesso maschile e il terzo, ovviamente, si rivolge ad un pubblico femminile.

Denominatore comune dei tre esami è certamente la relativa immediatezza d’esecuzione che gli stessi richiedono, sebbene non abbiano una natura specialistica che richiederebbe ancor più tempestività.

Telefono alla mano, abbiamo provveduto a chiamare i “Centri Unici di Prenotazione” delle varie strutture: già a partire dalla semplice composizione dei numeri di telefono, abbiamo dovuto sorbirci una vera e propria valanga di minuti d’attesa (che meriterebbe un articolo a parte) per essere messi in contatto con l’operatore preposto a dare informazioni, tra musichette d’attesa, voci preregistrate, interni tra i quali divincolarsi per raggiungere quello esatto e squilli senza soluzione di continuità ai quali nessuno ha mai risposto.

Dopo una lunga ed insistente attività telefonica durata oltre quattro giorni, cominciamo ad avere i primi risultati e riusciamo finalmente a segnare “su carta” i tempi d’attesa per i tre esami nei sette ospedali presi in considerazione.

Partiamo dalla risonanza magnetica toracica senza contrasto: Se è vero che presso l’ospedale Garibaldi tale esame è disponibile solo per gli interni, e che presso l’ospedale Cannizzaro sarebbe stata possibile effettuarla ad un costo di 350 euro, da esterni, è a Messina che riscontriamo i risultati più sorprendenti.

Presso il Papardo la radiologia è sospesa per «manutenzione del macchinario» e al Piemonte, ci riferisce l’operatore, «dovremmo richiamare a dicembre per prenotare l’esame da svolgersi in Gennaio: le liste al momento sono bloccate e le prime date utili saranno prodotte il primo mese dell’anno prossimo». Ma se tutto ciò vi sembra fuori da ogni umana logica, aspettate a leggere la risposta dataci presso il Policlinico di Messina.

La risonanza magnetica presso la più grande azienda cittadina sarà possibile effettuarla non prima di maggio 2010, tra quasi trecento giorni dunque!

Un messinese che ne avesse davvero bisogno sarebbe dunque costretto a rivolgersi obbligatoriamente ad una clinica privata o compiere una “trasferta” presso lidi più felici.

Una risposta che metterebbe a rischio le coronarie di chiunque e da ciò prendiamo spunto per passare al secondo esame preso in considerazione, l’elettrocardiogramma.

Presso il “Cannizzaro” di Catania la data è ancora vaga, sicuro è che si deve chiamare il reparto di cardiologia dal 20 luglio, per poi prenotare la visita che potrà tenersi indicativamente tra settembre ed ottobre.

Sono precisi oltre stretto: all’ospedale Morelli (Rc) la prima data disponibile è del 19 settembre, mentre la “medaglia” per la struttura più servizievole va al Policlinico di Reggio Calabria, dove un elettrocardiogramma può essere prenotato e svolto giornalmente.

Torniamo sulla nostra riva e, armati di pazienza, ispezioniamo i tempi d’attesa dei nostri tre nosocomi. La visita al Piemonte e al Papardo sarà settembrina, in linea con il Morelli e il Cannizzaro, mentre al Policlinico va nuovamente la maglia nera, o forse si intonerebbe meglio al periodo quella rossa, dato che l’esame potrà svolgersi entro dicembre, poco prima delle festività natalizie.

Quantomeno, in caso di esito negativo dell’esame, si festeggerà il Natale a cuor leggero.

Passando alla visita ginecologica generale, le donne non stanno messe molto meglio. Conviene dirigersi verso il Policlinico di Reggio Calabria o l’Ospedale Piemonte di Messina (finalmente un ospedale nostrano) dove l’attesa, per una visita ginecologica generale, è di circa una settimana.

Se l’esame non è urgente e preferite mettervi in coda per quasi tutta l’estate, potrete scegliere tra il Papardo e il Cannizzaro dove la possibilità di svolgere l’esame è prevista non prima di fine luglio/primi giorni di agosto o ancor meglio presso l’ospedale Morelli di Reggio Calabria (primi di settembre) o il Policlinico di Messina e al Garibaldi Nesima di Catania, dove per luglio c’è il tutto esaurito e dopo le ferie di agosto sarà possibile prenotare per la seconda metà di settembre.

Volendo esprimere tali dati raccolti in numeri, possiamo dedurre che la media d’attesa più bassa (dati relativi esclusivamente agli esami ed agli ospedali presi in considerazione nella nostra indagine) si verifica a Reggio Calabria ed è di 35 giorni.

Sul secondo gradino di questo podio, tanto immaginario quanto poco lusinghiero, va Catania, con una media d’attesa di circa 60 giorni.

Terza (ed ultima) classificata è Messina. Nella nostra città si aspettano mediamente 109 giorni prima di sdraiarsi sul lettino del medico. Ad onor del vero la media è notevolmente innalzata dai dieci mesi di attesa per la risonanza magnetica presso il Policlinico. Ad ogni modo, escludendo questo dato e calcolando nuovamente la media aritmetica dei giorni d’attesa, il valore resta ugualmente alto ed è di circa 80 giorni. Parafrasando un noto artista, possiamo dire che gli esami, almeno in città, non cominciano mai!

Alla luce di questi dati, abbiamo chiesto un parere al segretario generale regionale della funzione pubblica Cisl Angelo Fullone, che commenta così: «Questi dati evidenziano come in Sicilia si è ancora molto lontani dalla Sanità vicina ai bisogni dei Cittadini, motivo guida degli interventi posti in essere dall’Assessore Massimo Russo con il progetto di riordino del sistema sanitario Siciliano. Giova ricordare che la principale criticità del sistema sanitario è rappresentata dalla difficoltà di accesso alle prestazioni ambulatoriali a causa delle lunghe liste d’attesa con particolare riferimento alla diagnostica e alla specialistica che da sole rappresentano oltre il 70% delle segnalazioni fatte dai cittadini».

«L’impossibilità di tempi certi e rapidi nell’erogazione di tali prestazioni – continua Fullone – genera inevitabilmente un ricorso inappropriato di accessi nei pronto soccorso e nei presidi per l’emergenza; un ricorso a canali diversi per l’erogazioni delle prestazioni quali le strutture private ed la libera professione che spesso sfuggono al controllo di sistema. Altro fenomeno è quello legato all’intasamento delle liste di attesa che si genera per il fatto che il cittadino, che autonomamente richiede la visita, nel tentativo di ricercare la via più breve prenota in posti diversi la stessa prestazione generando a sua volta un allungamento ingiustificato dei tempi d’attesa».

Permetteteci di concludere questa nostra inchiesta con una divertente aneddoto occorsoci durante il “curiosare per ospedali”: chiamando uno dei due nosocomi catanesi in oggetto e riferito alla signora dell’ambulatorio che necessitavamo di una visita cardiologica ma eravamo impossibilitati nel prenotarla immediatamente in quanto “di Messina”, la stessa signora ci ha risposto in stretto dialetto catanese, con la tonalità tipica etnea: «Mi scusi, e lei per un elettrocardiogramma viene a Catania?».

«Si, gentile signora, perchè a Messina c’è da aspettare troppo», avremmo voluto rispondere con eguale genuinità, ma abbiamo preferito soprassedere.

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