Le scuole messinesi “cadono a pezzi”: il Movimento consumatori del sud denuncia la mancata applicazione delle norme sulla sicurezza

Le scuole messinesi “cadono a pezzi”: il Movimento consumatori del sud denuncia la mancata applicazione delle norme sulla sicurezza

Le scuole messinesi “cadono a pezzi”: il Movimento consumatori del sud denuncia la mancata applicazione delle norme sulla sicurezza

lunedì 13 Dicembre 2010 - 08:36

E sostiene la battaglia degli studenti che in questi giorni stanno denunciando la grave pericolosità dei plessi scolastici cittadini

La scuola italiana cade a pezzi. Metaforicamente, secondo migliaia di studenti impegnati in queste settimane in una mobilitazione generale contro la Riforma Gelmini che, a loro dire, nega il diritto allo studio; ma anche nel senso letterale del termine. A Messina, in particolare, i plessi scolastici sono fatiscenti, poco sicuri e soprattutto non a norma: così denuncia il Movimento consumatori del sud, che da mesi ha intrapreso una battaglia sociale per far conoscere agli studenti e alle loro famiglie i diritti in termini di sicurezza scolastica, teoricamente garantita dalla normativa vigente, ed un percorso giudiziario, affinché la magistratura intervenga laddove le istituzioni rimangono inermi.

In un documento, che è quasi una sorta di manifesto, il movimento fa esplicito riferimento alla legge 626/81 relativa proprio alle norme sulla sicurezza, sottolineando la mancata applicazione della normativa in questione e rendendo noto di aver già avviato in tutta Italia decine di ricorsi.

Particolarmente drammatica la situazione a Messina, dove – secondo il movimento – la quasi totalità dei plessi scolastici è a rischio a causa delle condizioni del territorio, duramente colpito dall’alluvione e fragile dal punto di vista idrogeologico.

Il Movimento consumatori del sud ha, dunque deciso di sposare la battaglia degli studenti che in questi giorni stanno protestando non solo contro il ddl presentato dal Governo, ma stanno anche denunciando la grave pericolosità delle strutture scolastiche cittadine.

«Il diritto alla sicurezza nelle scuole – si legge in un comunicato- è un diritto inviolabile. L’80% delle scuole italiane ed il 93% circa di quelle siciliane – di cui il 60% sono costruite in zone con altissimo rischio idrogeologico – non erano e non sono nelle condizioni di sicurezza tali da consentire la loro apertura. Nel gioco delle responsabilità i direttori scolastici, le istituzioni, i rappresentanti degli studenti ed i rappresentanti dei genitori avrebbero dovuto, già all’inizio dell’anno scolastico, denunciare le carenze strutturali e di personale dei plessi scolastici della città dello stretto, impedendone l’utilizzo».

Il movimento lancia anche una proposta provocatoria suggerendo «agli studenti, ai docenti, alle famiglie, ai direttori didattici, agli Enti proprietari degli immobili e a tutte le associazioni che vorranno aderire» di fare lezione «in un luogo pubblico dove finalmente i giovani, preso atto dei loro diritti, possano avere risposte concrete e certe dalle Istituzioni direttamente interessate».

«Siamo certi – conclude il comunicato del movimento – che solo così la loro protesta, che oggi parrebbe strumentale, possa diventare volano di soluzioni definitive nel variegato mondo della scuola. Auspichiamo che da Messina parta la nascita di un laboratorio di idee e soluzioni capace non solo di slogan ma di proposte concrete e risolutive che troveranno sicuramente nel Ministro un interlocutore finalmente attento».

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