“Un serata per il Tibet- , iniziativa di Renato Accorinti per non dimenticare la tragedia del popolo asiatico

“Un serata per il Tibet- , iniziativa di Renato Accorinti per non dimenticare la tragedia del popolo asiatico

Redazione

“Un serata per il Tibet- , iniziativa di Renato Accorinti per non dimenticare la tragedia del popolo asiatico

mercoledì 21 Maggio 2008 - 22:28

Dopo “Free Burma, Free Tibet-, Renato Accorinti torna a schierarsi in prima fila per difendere e “pubblicizzare- la causa del popolo Tibetano da decenni vittima dei soprusi del governo cinese e dei silenzi della comunità internazionale.

“La scelta della Cina come paese in cui svolgere i prossimi giochi Olimpici, pur rappresentando a mio avviso, una decisione vergognosa – ha affermato Accorinti – ha però permesso al Tibet di avere un ritorno positivo, per lo meno in termini mediatici- . Dopo anni di ingiustizia e violenze, infatti, i riflettori sono stati puntati sul palcoscenico di un teatro che per troppo tempo è rimasto di “seconda visione-.

E rimanendo in tema, è stata proprio la visione del film documentario -Il mio Tibet-, realizzato da Piero Verni e Karma Chukey e proiettato ieri pomeriggio nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, il cuore pulsante dell’iniziativa “Una serata per il Tibet- di cui Accorinti è stato promotore ed organizzatore. Immagini che non lasciano possibilità di equivoci, quelle sottoposte ai presenti, supportate da alcune interviste al Dalai lama, ad esponenti del governo tibetano in esilio e a prigionieri politici fuggiti dal Tibet, che hanno fornito, a proiezione conclusa, interessanti spunti di discussione.

“L’incontro con la grande realtà della cultura tibetana e soprattutto con colui che ne rappresenta il massimo esponente, il Dalai Lama, ha radicalmente cambiato la mia esistenza e soprattutto il mio modo di considerare la quotidianità. Chi come ma ha avuto la possibilità di vedere le condizioni di “non-vita- dei tibetani, sono certo che non riuscirebbe più a lamentarsi di nulla e, esattamente come è capitato a me, avrebbe come unico obiettivo quello di far conoscere al mondo la morte “fisica- e culturale di una nazione, voluta dal governo cinese.-

Un popolo costretto dunque ad abbandonare la propria terra ma che non dimentica le sue radici: “L’unica speranza di mantenere in vita la cultura tibetana è quella di aiutare i numerosi bambini che le madri, attraversando tutta la Cina a costo della vita, conducono nella piccola comunità che si è venuta a creare in India, dove attualmente il Dalai Lama è stato costretto all’esilio, per poi far ritorno in Tibet dove aiutano tutti quegli anziani che decidono di morire nella loro terra. Aiutare loro vuol dire salvare e conservare la storia di un popolo millenario. Per farlo è possibile richiedere il numero di conto corrente dove versare direttamente l’eventuale cifra evitando così la non sempre onesta “mediazione- di associazione che si definiscono benefiche o umanitarie-.

Le cifre che Renato Accorinti ci presenta hanno veramente dell’incredibile o, come lui stesso confesso mentre ci parla, “fanno venire i brividi- : “Un governo in esilio da 50 anni, 6.000 monasteri distrutti, 1.200.0000 persone selvaggiamente torturare ed uccise, una media di una persona su cinque. “Eppure di fronte a tutto questo, e molto altro, l’unica risposta avuta è stata l’indifferenza- – ha dichiarato con amarezza il sostenitore del motto “Free tibet-, stampato anche sulla maglietta rossa che indossa, in abbinamento agli inconfondibili pantaloni “marinari-.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007