Quest'anno il Convegno in memoria del giovane medico incentrato sulle patologie alimentari. Aumento di mortalità tra i soggetti con disturbi alimentari -minori- ossessionati dall'aspetto fisico.
“Proteggere per prevenire: trattamento clinico e prevenzione dei disturbi alimentari”. Questo il tema del VII seminario “Ugo Gullino”, tenutosi stamattina a Palazzo dei Leoni in memoria del giovane psichiatra morto tragicamente a Patti 18 anni fa.
L’Appuntamento, promosso dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Asp di Messina in collaborazione con la Provincia regionale e rivolto a tutti gli operatori sanitari, quest’anno ha scelto come tema i disturbi alimentari, patologie in netto aumento nell’attuale società dell’immagine.
Parlare di disturbi alimentari significa inserirli nei microcontesti familiari ma soprattutto nei macrocontesti sociali nell’attuale situazione in cui la comunicazione non verbale e mimica ha preso il sopravvento su quella verbale e l’immagine fisica è la chiave della nostra società. Secondo alcuni studi infatti i cittadini italiani, in piena crisi mondiale, ridurrebbero il consumo di cibo ma incrementerebbero l’acquisto di cosmetici fortemente influenzati dalla pressione dell’immagine e dell’apparire sempre incombenti. Secondo la più conosciuta classificazione dei disturbi legati al cibo esistono tre grandi categorie di malattie: l’anoressia, la bulimia e i disturbi minori dell’alimentazione (Nas). Secondo un recente studio, condotto a Padova, l’anoressia classica sta scomparendo lasciando il posto alla bulimia aumentata del 40%. Ad aumentare sarebbero anche i cosiddetti “ disturbi minori”, che poi tanto minori non sono a parere dei medici, infatti questi disturbi sarebbero altrettanto gravi perché solitamente vengono diagnosticati tardivamente e i soggetti colpiti se ne accorgono raramente troppo ossessionati dalla forma fisica. Una ricerca del 2009 sul rischio di mortalità per malattie alimentari afferma che su 1885 pazienti con età tra 8-25 anni visionati per un periodo tempo il rischio di morte sarebbe maggiore del 5,3% nei soggetti affetti dai disturbi minori rispetto a bulimia e anoressia, soprattutto causato dall’alto tasso di suicidi.
Come riconoscere un disturbo alimentare? Nei suoi aspetti clinici si presenta come una malattia psichiatrica, una psicopatologia centrata sul corpo e sul controllo del cibo in forme deliranti. Colpisce più frequentemente le donne ma negli ultimi anni sono in aumento i soggetti maschili coinvolti. Da non sottovalutare la -trasmigrazione da una malattia all’altra” ovvero dall’anoressia si può passare alla bulimia e gli effetti che coinvolgono i disturbi: perdita del senso di fame, alterazione del sistema endocrinologico e riproduttivo. L’approccio alla malattia deve essere garantito da un personale medico organizzato per gruppi di lavoro che garantiscano aree mediche diverse con modelli condivisi, cioè psichiatri, nutrizionisti ed esperti del settore per costruire una rete completa di assistenza.
Affrontare i disturbi alimentari adeguatamente significa “costruire gli strumenti di prevenzione” in alcune aree attualmente problematiche: stabilire il confine tra patologia e normalità, considerando il forte abbassamento dell’età di esordio della malattia: oggi i giovani colpiti dal disturbo si trovano in un’età compresa tra gli 8 e i 25 anni; considerare la multidimensionalità dei disturbi, infatti le patologie sono legate a forti disagi psichiatrici che complicano anche gli altri sistemi biologici che inevitabilmente vengono coinvolti; diffondere programmi di prevenzione.
Le linee guida per una diagnostica completa riguardano diversi livelli: livello ambulatoriale, che riguarda una semplice visita di controllo; livello semiresidenziale che esclude trattamenti intensivi con programmi giornalieri dedicati agli esordi della malattia e alla prevenzione tra cui il The Hospital; livello residenziale che è un lungo programma di recupero; livello ospedaliero nei casi più gravi. Attualmente in Sicilia i servizi sono scarsi non essendoci fasi intermedie fra servizio ambulatoriale e ospedaliero. Da uno studio del 2010 emerge un forte divario tra reti assistenziali del Nord e quelle del Centro-Sud; in Sicilia, Calabria e Sardegna mancano le reti di assistenza adeguate. Condizione grave, considerando che secondo un recente censimento a Messina e provincia 3481 persone soffrono di bulimia nervosa, 6822 di anoressia nervosa. In una anno i disturbi Nas colpirebbero 6199 persone a Messina e 10.000 in provincia. A Messina dunque 26598 persone soffrirebbero di disturbi alimentari.
I soggetti con disturbi alimentari si trovano ovunque dalle palestre alle mura domestiche, oggi purtroppo accanto alle classiche malattie alimentari si aggiungono nuove patologie legate al rapporto “Salute e bellezza” “Alimentazione e salute”: la “Pagofagia”: ingerire sostanze non alimentari come il ghiaccio che fa abbassare il livello di ferro nel corpo; la “Vigoressia”: terrore di essere troppo magri; “Ortoressia” ossessione per i cibi sani, che induce i soggetti a isolarsi; “Tanoressia”: ossessione per l’abbronzatura, i soggetti si vedono continuamente pallidi pur essendo eccessivamente abbronzati e reagiscono ingerendo in dosi eccessive alimenti che aumentano gli effetti dei raggi del sole sul corpo.
Per contrastare il problema “Il Cerchio d’oro” si occupa della formazione degli operatori sanitari nell’ambito aziendale e territoriale e cerca di potenziare la rete territoriale attraverso stage formativi che coinvolgono gli addetti al Dipartimento di Salute mentale .
Sono intervenuti al Convegno: la Dott.ssa Rossana Mangiapane , Dirigente Psichiatra del Dipartimento di Salute mentale e referente per la cura dei Disturbi alimentari “Il Cerchio d’oro” sul
tema “I livelli di assistenza terapeutica e l’ organizzazione di reti territoriali”e “La formazione:strumento per la rete”; il Dott.Santo Morabito sul tema “ L’approccio alle nuove varietà cliniche dei Disturbi alimentari tra normalità e patologia; la Dott.ssa Laura Profilio sull’argomento “Aspetti multidimensionali del Disturbo da Alimentazione Incontrollata” ; la Dott.ssa Teresa Triconi con la presentazione del progetto “Voltacarta” svolto in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche giovanili della Provincia regionale di Messina e l’Ufficio scolastico Provinciale. (FOTO STURIALE)
