Al supermercato adesso si pagano anche i sacchetti per frutta e verdura

Al supermercato adesso si pagano anche i sacchetti per frutta e verdura

Francesca Stornante

Al supermercato adesso si pagano anche i sacchetti per frutta e verdura

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mercoledì 03 Gennaio 2018 - 10:15

Anche a Messina arriva la novità che in questi primi giorni del 2018 sta facendo discutere tutta Italia: l'introduzione dei sacchetti biodegradabili a pagamento per frutta, verdura, salumi. Fino a ieri i sacchetti di plastica erano gratuiti, adesso si aggiungono al prezzo della spesa

In questo inizio del nuovo anno a riservare qualche amara sorpresa ai cittadini è stato il supermercato. Chi ha già fatto la spesa forse si è già imbattuto nella novità dei sacchetti biodegradabili per frutta e verdura che sostituiscono i classici sacchetti in plastica che fino a tre giorni fa si trovavano nei reparti dell’ortofrutta o in salumeria. Ma ciò che sta facendo molto discutere è il fatto che dal 1 gennaio questi nuovi sacchetti sono a pagamento. E sarà il cliente che sul suo scontrino si troverà il prezzo per ogni sacchetto che si va così ad aggiungere a quello sulle buste che si prendono in cassa per portare via la spesa.

Una sorpresa che sta facendo molto discutere e che ha scatenato le polemiche e le lamentele. Non tanto per il prezzo del sacchetto, che si dovrà aggirare tra i 2 e 5 centesimi, quanto per il fastidio di ritrovarsi di fronte a quello che quasi tutti stanno considerando un ulteriore balzello che si carica sulle spalle delle famiglie.

Secondo l'Osservatorio di Assobioplastiche, il costo annuale dei sacchetti per una famiglia dovrebbe oscillare tra i 4,17 e i 12,51 euro. Come si arriva a questa stima? L'Osservatorio stima che il consumo di sacchi per ortofrutta e per il cosiddetto secondo imballo (quello dei prodotti che prima vengono incartati, come carne, pesce, gastronomia, panetteria) si aggiri complessivamente tra i 9 e i 10 miliardi di unità, per un consumo medio di ogni cittadino di 150 sacchi all'anno. Secondo i dati dell'analisi Gfk-Eurisko presentati nel 2017 le famiglie italiane effettuano in media 139 spese all'anno nella Grande distribuzione. Ipotizzando che ogni spesa comporti l'utilizzo di tre sacchetti per frutta/verdura, il consumo annuo per famiglia dovrebbe attestarsi a 417 sacchetti, per un costo compreso tra 4,17 e 12,51.

Questa novità arriva con l’entrata in vigore del Decreto Legge Mezzogiorno che stabilisce che «le borse di plastica non possono essere distribuite a titolo gratuito e a tal fine il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d’acquisto delle merci o dei prodotti trasportati per il loro tramite». Per gli esercizi commerciali che non applicheranno la nuova norma sono previste multe che vanno da 2.500 a 25.000 euro. Ma le sanzioni possono arrivare anche fino a 100.000 euro in caso di «ingenti quantitativi» di buste fuorilegge.

Per i consumatori poi non c'è nessuna via facilitata, come il fai da te: il ministero dell'Ambiente ha già fatto sapere che, per motivi igienici, i sacchetti non potranno essere portati da casa o riutilizzati. Quindi a ogni spesa, di fatto, sarà obbligatorio spendere qualche centesimo nel caso si voglia acquistare frutta, verdura o altri prodotti.

Il Codacons parla invece di stangata sulle famiglie. "Tutto ciò comporterà un evidente aggravio di spesa a carico dei consumatori, con una stangata su base annua”.

E intanto sui social già impazzano foto e suggerimenti per aggirare l’acquisto del sacchetto. C’è chi racconta di aver pesato e prezzato una per una le arance in modo da non dover acquistare il bioshopper, o chi sta valutando di portare da casa quei vecchi sacchetti di rete che si usavano un tempo. Insomma, la discussione è aperta.

Francesca Stornante

3 commenti

  1. Tutti scandalizzati per il centesimo della busta dell’ortofrutta, però il pescivendolo che ci pesa quei 50/70 grammi di carta senza togliere la tara….quello va bene però, è tutto “APPOSTO”!

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  2. indignatospeciale 4 Gennaio 2018 09:36

    Tranquilli a breve ci metteranno un contatore al naso cosi paghiamo anche l’aria che respiriamo . Questi sciacalli di politici prima fanno la Manovra correttiva,dicendo addio alle monete da 1 e 2 centesimi a partire dal 2018, subito dopo Il governo guarda caso è costretto alla retromarcia, decidendo che restano le monete da 1 e 2 centesimi . Non sanno più cosa tirare fuori dal cilindro per Fott…ci i soldi .

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  3. Biagio Magaudda 4 Gennaio 2018 12:23

    Dopo 10 anni il governo si vanta di aver aggiornato il contratto gli statali “regalando circa 50 euro”. Di contro ogni anno autorizzano aumenti luce, acqua, gas. assicurazioni. . . . mentre è allo studio una tassa sul quantitativo di aria che inspiriamo, non vi preoccupate la fase di studio sarà veloce.
    Vi ricorda niente la storia di Robin Hood.

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