Trionfa Renzi, perdono Grillo e Forza Italia ma vince l'astensionismo

Trionfa Renzi, perdono Grillo e Forza Italia ma vince l’astensionismo

Rosaria Brancato

Trionfa Renzi, perdono Grillo e Forza Italia ma vince l’astensionismo

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lunedì 26 Maggio 2014 - 01:49

Vince Matteo Renzi superando il 41%. Vince il Presidente del Consiglio nonostante i sondaggi, gli euroscettici, lo scontro con Grillo, la coalizione al governo con il Ncd e le lotte fratricide nel partito siciliano. E vince anche nell'isola ed a Messina dove il Pd, sia pure con percentuali più basse, è il primo partito, seguito dal M5S. Queste Europee segnano la fine del centro, la disfatta del centro destra e la sconfitta di Grillo. Ma a trionfare, ancora una volta è l'astensionismo.

Ha vinto Matteo Renzi, nonostante i sondaggi, nonostante lo scontro frontale e l’assedio di Grillo negli ultimi giorni, nonostante l’assenteismo che avrebbe dovuto penalizzare i vecchi partiti, nonostante un governo con quel Nuovo centro destra di provenienza totalmente berlusconiana, nonostante le lotte fratricide in Sicilia, nonostante il vento dell’euroscetticismo soffiasse forte.

Per la prima volta una vittoria nettissima per il Pd ed è, indiscutibilmente, non una vittoria del partito, ma di Renzi, che ci ha messo la faccia, ben sapendo che anche tra le fila dei democratici c’erano i gufi e quanti lo attendevano al varco.

Invece non solo ha vinto, ma ha raggiunto percentuali che neanche la vecchia Dc ha registrato. Un risultato tondo, che lo legittima davanti al Paese anche con il “peccato originale” di non essere passato dal voto per diventare Presidente del Consiglio (più o meno come i suoi ultimi predecessori) e davanti all’Europa perché consegna all’Unione una pattuglia compatta di eurodeputati. L’esito di questo voto inoltre, con i risultati striminziti del Ncd, fa diventare il governo quasi una sorta di “monocolore”, un governo a trazione Pd.

Renzi ha vinto persino in Sicilia, nonostante le lotte fratricide interne al Pd, con Crocetta armato fino ai denti contro i colleghi di partito e nonostante il M5S dalle regionali alle Politiche avesse registrato una crescita costante e continua affermandosi primo partito nelle urne. Ha vinto a Messina, nonostante il caso Genovese e l’autogol di un voto palese voluto proprio da Renzi per evitare gli scherzi dei franchi tiratori. Certo, le percentuali non sono quelle nazionali, la forbice tra Pd e 5stelle si restringe notevolmente, ma indicano una tenuta persino nella città dello Stretto dove, appena un anno fa, il Pd era stato sonoramente sconfitto alle amministrative.

Perde il M5S che non ha ottenuto il risultato che sperava, ed anzi, rispetto alle Politiche è arretrato (tranne in Sicilia) e con ogni probabilità quegli elettori di centro-sinistra che nel febbraio 2013 avevano “tradito” Bersani per Grillo, sono adesso tornati a casa. Rispetto ai sondaggi, che davano i 5Stelle con il vento in poppa oltre il 25%, il movimento ha perso per strada punti in percentuale. Sorride la Lega nord che era data per spacciata e invece veleggia sul 6%. Perdono gli eredi del Pdl: sia Nuovo Centro Destra che Forza Italia ed in entrambi i casi le riflessioni da fare sono tante anche se in direzione diverse, perché gli alfaniani adesso si trovano al governo con un superRenzi, mentre i neo forzisti non hanno raggiunto quel 20% sperato. Il Nuovo centro destra in coppia con l’Udc arrancando sul filo del 4%, attesta la fine ufficiale del centro e si prepara ad una stagione, (non sappiamo di quale durata) in un governo a totale trazione renziana. Diverso il discorso in Sicilia, dove il Nuovo centro destra insieme all’Udc si attesta sul 7% confermando che il granaio dei voti per Casini e Berlusconi è sempre stata l’isola e salvando così la percentuale nazionale. Forza Italia targata 2014 archivia le percentuali di 20 anni fa e si attesta su un oscillante 16% ben lontano da quel 20% auspicato. Sorride anche la Lista Tsipras con il 4% che gli consente di continuare il cammino verso l’unità delle sinistre in Europa, mentre restano fuori i Fratelli d’Italia-An. Un altro dato chiaro è che tra Pd e Lista Tsipras, comunque la si voglia pensare, il centro-sinistra c’è e sta bene in salute. Da domani chi dovrà riflettere sono sia il centro-destra nelle varie ramificazioni post-berlusconiane che il M5S.

Passiamo alle analisi per quel che riguarda la Sicilia e Messina. Già il fatto che il Pd sia il primo partito nell’isola è una novità, perché anche la vittoria di Crocetta, con un 30% non da urlo non è targata Pd, ma dall’accoppiata con i centristi e dalle divisioni del centro destra. Ma a pesare, per il futuro del Crocetta bis, saranno i risultati dei singoli candidati in una lista che ha visto tutte le aree rappresentate. A Messina a pesarsi sulla Stancheris sono state le truppe Drs di Beppe Picciolo ed in tutta l’isola Megafono-Drs e Art.4 si sono misurati sull’assessore regionale al turismo in vista di una resa dei conti con il Pd e di un ricalcolo delle poltrone in giunta. In Sicilia dunque il Pd è primo, anche se la forbice con il M5S, che si attesta saldamente al secondo posto, è di gran lunga minore rispetto ai dati nazionali. Se in Italia la forbice tra Pd e 5Stelle è di 20 punti, con Renzi che doppia Grillo, nel collegio Isole la differenza è di dieci punti in percentuale. Ma anche quella percentuale più bassa, quel 37% del Pd isolano rispetto a quello nazionale, è molto più di quanto lo stesso partito si aspettava alla vigilia del voto. Se il Ncd raggiunge la soglia del 4% a livello nazionale lo deve, ancora una volta, ai voti siciliani. Alfaniani e casiniani hanno unito le forze per salvare capra e cavoli. Anche Forza Italia tiene sia nell’isola (18%) che in particolare a Messina, dove supera il NcdUdc e si accomoda al terzo posto nel podio. Certo, sono lontanissimi i tempi del 61 a 0 consegnato da Miccichè nel 2001 in dote a Berlusconi ma gli eredi del Pdl, tra Ncd e Forza Italia hanno ancora tenuta in Sicilia. Messina poi conferma le simpatie azzurre, nonostante i generali ed i fondatori della Forza Italia degli anni ’90 adesso siano quasi tutti nel Nuovo centro destra. In riva allo Stretto infatti, Forza Italia,senza big messinesi in lista, batte in termini percentuali sfiorando il 20% il Ncd che vedeva schierato Nino Germanà, ma che in campo ha anche visto i centristi di D’Alia e che si attesta sul 12%

Questi dati però non devono farci dimenticare il punto di partenza: l’astensionismo.

In Sicilia si è registrata la percentuale più bassa d’affluenza, a riprova che comunque gli elettori continuano inesorabilmente ad allontanarsi dalla politica.

In Sicilia ed a Messina oltre metà degli elettori non ha votato. Il partito del non-voto è quindi quello che ha la percentuale più alta…..Solitamente però l’astensionismo penalizza i partiti tradizionali. Stavolta il crollo dell’affluenza non ha scalfito Renzi. Guai però a dimenticare questo crollo di fiducia nella politica, perché in fondo, quel 41 e più % del Pd, deve fare i conti con chi non è andato alle urne.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Nei commenti precedenti ho scritto del POPOLO SOVRANO più saggio di tanti politici parolai, caratteristica comune al vincitore e ai tanti vinti. HA VINTO Matteo RENZI o il PARTITO DEMOCRATICO? UNDICIMILIONI di voti sono andati al giovane fiorentino erede di Macchiavelli o al PD? Se ci fossero stati BERSANI o LETTA o D’ALEMA o CUPERLO o altri dinosauri di partito, avrebbero racimolato la metà dei voti raccolti da RENZI? Il trionfatore corre un rischio mortale, lo stesso corso da Silvio BERLUSCONI, con il risultato sotto gli occhi di tutti, il più grande FALLIMENTO POLITICO della storia d’Italia, ha fatto perdere vent’anni ai suoi elettori e agli italiani. Quale rischio mortale? Chi vive di politica, chi si nutre avidamente di spesa pubblica, vorrà salire sul carro del trionfatore, come fecero con Silvio BERLUSCONI, stravolgendo il suo iniziale programma liberale, diventando, l’ex cavaliere non più invicibile, il pupillo dei burocrati, dei monopolisti, degli evasori, dei corruttori, insomma del peggio del suolo italico. RENZI utilizzerà la sua enorme forza elettorale per riformare il SENATO, la PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, la GIUSTIZIA, il TITOLO V della COSTITUZIONE, la POLITICA EUROPEA o sarà inconcludente come SILVIO? Lo scaltro fiorentino prenderà per il bavero RE SARO Crocetta urlandogli a muso duro di diminuirsi l’indennità di GOVERNATORE, pari a € 287.000, a una cifra meno scandalosa, come quella che gli spetta da Presidente del Consiglio, cioè € 114.796? Chi è il vero vincitore in Sicilia? L’ASTENSIONISMO, sei siciliani su dieci non hanno votato, siamo vicini all’emergenza democratica.

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  2. Nei commenti precedenti ho scritto del POPOLO SOVRANO più saggio di tanti politici parolai, caratteristica comune al vincitore e ai tanti vinti. HA VINTO Matteo RENZI o il PARTITO DEMOCRATICO? UNDICIMILIONI di voti sono andati al giovane fiorentino erede di Macchiavelli o al PD? Se ci fossero stati BERSANI o LETTA o D’ALEMA o CUPERLO o altri dinosauri di partito, avrebbero racimolato la metà dei voti raccolti da RENZI? Il trionfatore corre un rischio mortale, lo stesso corso da Silvio BERLUSCONI, con il risultato sotto gli occhi di tutti, il più grande FALLIMENTO POLITICO della storia d’Italia, ha fatto perdere vent’anni ai suoi elettori e agli italiani. Quale rischio mortale? Chi vive di politica, chi si nutre avidamente di spesa pubblica, vorrà salire sul carro del trionfatore, come fecero con Silvio BERLUSCONI, stravolgendo il suo iniziale programma liberale, diventando, l’ex cavaliere non più invicibile, il pupillo dei burocrati, dei monopolisti, degli evasori, dei corruttori, insomma del peggio del suolo italico. RENZI utilizzerà la sua enorme forza elettorale per riformare il SENATO, la PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, la GIUSTIZIA, il TITOLO V della COSTITUZIONE, la POLITICA EUROPEA o sarà inconcludente come SILVIO? Lo scaltro fiorentino prenderà per il bavero RE SARO Crocetta urlandogli a muso duro di diminuirsi l’indennità di GOVERNATORE, pari a € 287.000, a una cifra meno scandalosa, come quella che gli spetta da Presidente del Consiglio, cioè € 114.796? Chi è il vero vincitore in Sicilia? L’ASTENSIONISMO, sei siciliani su dieci non hanno votato, siamo vicini all’emergenza democratica.

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