Acr: la società “pesa”, si tenta il salvataggio in extremis

Ultimi giorni di speranza per il futuro dell’Acr Messina. L’attuale proprietà, dopo la conferenza stampa annullata di ieri, si dice ancora a lavoro per provare a salvare la nave che affonda. Ma il silenzio di ieri vuol dire solo una cosa: poche cose da dire. Nonostante Bruno Martorano e compagni di avventura continuino a dichiarare di essere pronti a programmare la prossima stagione, l’unica pista percorribile appare essere la cessione in extremis della società.

Dopo le offerte cadute nel vuoto delle scorse settimane, un gruppo messinese ha chiesto informazioni agli imprenditori reggini. La trattativa sembra avviata ma il tempo stringe e la situazione non appare molto agevole. A complicare il passaggio di mano le arcinote condizioni finanziarie del club: i debiti accumulati con giocatori, staff, dipendenti e fornitori; la mancanza di scritture contabili certe e bilanci attendibili; la possibile presenza di debiti occulti non ancora riscontrati. Il lavoro svolto nel corso dell’ultimo campionato da Lello Manfredi, che aveva provato a dare una mano all’Acr contattando i creditori e stilando un piano di risanamento delle casse societarie, potrebbe essere “ripescato” e attuato qualora giungessero al timone nuovi e più decisi soggetti in grado di dare una svolta definitiva all’Acr. Il nodo è rappresentato dalla cifre: da quanto chiederà il gruppo calabrese e da quanto offrirà l’eventuale cordata subentrante che dovrà coprire anche la mole debitoria ereditata da gestioni fallimentari.

C’è tempo fino al 12 luglio ma probabilmente qualcosa potrebbe emergere già nei prossimi giorni. Una cosa è certa. I tifosi non sono più disposti ad accettare prese in giro. O si va avanti o con serietà o si consegni la squadra al sindaco.