Bilanci Atm, senza il parere dei Revisori del Comune resta tutto immobile

Bilanci Atm, senza il parere dei Revisori del Comune resta tutto immobile

Francesca Stornante

Bilanci Atm, senza il parere dei Revisori del Comune resta tutto immobile

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venerdì 05 Aprile 2013 - 13:21

Oggi in commissione consiliare a Palazzo Zanca i bilanci 2010, 2011 e il previsionale 2012 dell'azienda trasporti. I revisori dei conti dell'Atm ribadiscono il pesante disallineamento tra i bilanci comunali e quelli Atm, i revisori di Palazzo Zanca non hanno ancora dato il loro parere.

Se da un lato si corre letteralmente contro il tempo per riuscire a dare il via al percorso di creazione di una nuova Atm che sia davvero azienda che si occupa di trasporto pubblico in città, quando si tratta di provare a fare ordine nei conti lo stallo è totale. Oggi in commissione a Palazzo Zanca sono sbarcati i bilanci 2010, 2011 e il previsionale 2012 della maggiore partecipata del Comune. Alla discussione hanno partecipato il Presidente dei Revisori dei Conti dell’Atm Felice Genovese e il commissario Enrico Spicuzza, assente invece il Ragioniere Generale Coglitore. Il nodo da sciogliere è sempre lo stesso.

C’è un pesante disallineamento tra i bilanci del Comune e quelli dell’Atm, lo ha ribadito anche oggi il revisore dei conti. Palazzo Zanca non riconosce all’Atm debiti per circa 25 milioni di euro, fino a quando questi crediti non saranno inseriti nel bilancio comunale, fare passi avanti sarà impossibile. Manca tra l’altro il parere ai bilanci Atm dei Revisori dei Conti di Palazzo Zanca. Parere vincolante senza il quale neanche il consiglio comunale potrà votare alcun tipo di documento. Un circolo vizioso che di fatto blocca qualsiasi tipo di sviluppo, a partire dal famoso contratto di servizio che proprio il consiglio comunale dovrebbe discutere martedì mattina in aula. La commissione oggi non ha potuto far altro che prendere atto della situazione e ricorrere al voto di astensione tecnica in attesa che i Revisori del Comune si esprimano.

Tornando alle cifre l’Atm ha una passività complessiva di circa 45 milioni di euro. Anche questo aspetto è stato affrontato durante la riunione di oggi. Il commissario Spicuzza, condividendo in toto le osservazioni del collegio dei revisori Atm, ha ribadito che se all’azienda non vengono dati gli strumenti giusti non potrà mai tornare ad essere produttiva. I progetti che in questo momento sono allo studio negli uffici di via La Farina sono diversi, dal bando per l’acquisto di 50 nuovi bus, alle convenzioni che il commissario Spicuzza sta programmando per rendere più appetibili i parcheggi cittadini, serviranno per iniziare a produrre utili. Ma ci sono da recuperare importi per diverse centinaia di migliaia di euro che spettavano all’Atm ma che negli anni non sono mai usciti dalle casse di Palazzo Zanca.

Già nelle scorse settimane il commissario Spicuzza aveva annunciato un’operazione di “recupero crediti”. In questo momento però è difficile capire dove Palazzo Zanca dovrebbe andare a pescare questi soldi, considerata la condizione economica in cui versa. In tutto questo resta l’ombra del dissesto, resta da ultimare il piano di riequilibrio decennale. Senza dati certi e chiari sull’Atm però sembra impossibile pensare di poter avere un quadro veritiero. (Francesca Stornante)

4 commenti

  1. l’atm è una società completamente allo sbando, vedere per credere, non bastano i bilanci, autobus e tram insistenti… personale in surplus e mai riorganizzato… che interessi ci sn in gioco perchè le cose si sistemino???

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  2. E’ una storia che si ripete e, di conseguenza, anche i commenti sono ripetitivi. Nel mese di marzo 2009, su segnalazione del sindaco Buzzanca, il commissario straordinario dr. La Corte mi nominò, inizialmente, esperto a titolo gratuito, per fare chiarezza sui conti dell’Atm. Ho preso in esame tutti i “bilanci economici di previsione” dal 2003 a quello del 2009, già approvato con delibera del commissario straordinario n. 3/2009, nonché i “Bilanci di esercizi 2003/2007” e, dopo attenta valutazione, relazionai in merito affermando che tutti i bilanci economici di previsioni esaminati non erano da ritenersi correttamente redatti in quanto risultavano inserite, fra i ricavi provenienti “dalle vendite e dalle prestazioni”, previsioni definitive eccessive negli importi e quindi non certe ne veritiere, mentre i “Bilanci di esercizio dal 2003 al 2008” risultavano predisposti in violazione dell’articolo 114 del decreto legislativo 267/2000 ed anche il “conto economico” e lo “Stato del patrimonio” risultavamo compilati utilizzando schemi contabili differenti a quelli allegati al decreto del Ministero del Tesoro del 25/04/1995. Nella sostanza la contabilità dell’azienda speciale (Atm) rispecchiava aspetti privatistici che pubblicistici e ciò rendeva impossibile l’allineamento con la contabilità del Comune di Messina. Nella sostanza si scrisse che detti “bilanci di esercizio” erano da “rottamare” e che bene aveva operato il Consiglio Comunale a non approvarli. Che la contabilità dell’azienda speciale ricalcava aspetti privatistici era confermata dal fatto che i pagamenti non venivano effettuati, mediante emissione del relativo mandato, esclusivamente dal tesoriere della azienda speciale “Banca Nazionale del lavoro”, ma venivano, anche, effettuati, mediante rilascio, al creditore, di assegno da operare presso la “Banca Antonello da Messina” ove l’azienda deteneva un deposito di C/C che veniva, in parte, alimentato col versamento dei ricavi della vendita dei titoli di viaggio. I pagamenti venivano, anche, effettuati presso l’ufficio cassa della stessa azienda utilizzando liquidità proveniente dalla vendita dei “gratta e sosta””. Nella sostanza si tratta di una contabilità assolutamente vietata presso le aziende pubbliche. Tutto questo è stato scritto nelle diverse relazioni presentate agli organi aziendali competenti. Adesso anche la Corte dei Conti chiede se esiste allineamento fra le contabilità delle partecipate e della azienda speciale e, certamente, la risposta non può essere positiva. Ci sarebbe molto da commentare, ma lo ritengo, allo stato, inopportuno. Prima di chiudere voglio soffermarmi sul “Bilancio di esercizio 20099” che è stato sottoposto ad esame da parte di una primaria società di revisione contabile, profumatamente pagata, la quale, alla conclusione, si è rifiutata di esprimere il proprio parere così come si rifiutò il collegio sindacale dell’azienda. Di detto “Bilancio di esercizio 2009” se ne sono perse le tracce. Qualcuno afferma che trovasi fra le cartacce della presidenza del Consiglio in attesa che cambi l’organo preposta al suo esame.

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  3. ART.21 COSTITUZIONE. messinesi, suvvia liberate il vostro incatenato pensiero. Chiariamoci le idee. Il nostro Comune, detiene un’azienda speciale, l’ATM, nel suo REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELL’ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE, al punto 5. dell’art.75, quello che disciplina i rapporti con le aziende speciali, sono previsti i seguenti atti fondamentali, necessari per la copertura dei costi sociali: a)il piano programma, comprendente un contratto di servizio che disciplina i rapporti tra il Comune e l’azienda speciale; b)i bilanci economici di previsione pluriennale ed annuale; c)il conto consuntivo; d)il bilancio d’esercizio. Atti che una volta approvati dal CdA dell’azienda devono essere trasmessi al Consiglio Comunale, che in base al punto 9. del medesimo articolo, ” Se il Consiglio Comunale non procederà all’esame dei predetti atti, formulando anche osservazioni o proposte di modifica ENTRO NOVANTA GIORNI dalla data in cui la proposta di deliberazione è stata acquisita al protocollo dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale, tali atti DOVRANNO INTENDERSI APPROVATI e saranno pubblicati mediante affissione all’Albo Pretorio con le modalità e nei termini stabiliti dalla legge per le delibere consiliari “. A questo punto è interessante la lettura del punto 11. ” Qualora per motivi diversi non sia stato stipulato il contratto di servizio attraverso cui vengono regolati i reciproci rapporti fra il Comune e l’azienda speciale i trasferimenti destinati alla copertura di eventuali costi sociali sono determinati dal Consiglio Comunale nell’importo previsto nei bilanci annuale e pluriennale. Conseguentemente, le aziende dovranno adeguare i propri documenti contabili, anche se già approvati, all’entità dei trasferimenti accordati dal Comune”. Infine citiamo l’art.114 del Testo Unico e cioè “… gli atti fondamentali dell’Azienda, tra cui il Bilancio di previsione, devono essere approvati dal Consiglio Comunale “.
    I Consiglieri Comunali succedutisi in questi anni insieme agli amministratori di ATM, furono e sono, ovviamente consci e consapevoli di tale dettato statuario, conseguendone che non avendo MAI il Consiglio coumicato dinieghi, nei termini regolamentari, i bilanci furono automaticamente da considerarsi approvati così come deliberati. COMPRIS

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  4. Risulta, depositata in tribunale, una dichiarazione di un ex dirigente ATM che dichiara ammanchi di denaro dai conti consuntivi dell’ATM e un deficit elevato, molto elevato! Ma non è dato sapere a che punto è l’indagine…..! Non si capisce inoltre come mai ancora non si inserisce nel bilancio del Comune tutto il passivo dell’ATM, ma si sà che il Rag. Generale è contrario, se fosse così chi dovrebbe pagare???
    Infine si legge di debiti per 45/milioni ma si parla di bilancio consuntivo al 31/12/2011 ed a oggi???

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