“Stanza 101: cosa resta di 1984”, in scena Orwell e la fantapolitica

“Stanza 101: cosa resta di 1984”, in scena Orwell e la fantapolitica

Tosi Siragusa

“Stanza 101: cosa resta di 1984”, in scena Orwell e la fantapolitica

mercoledì 21 Maggio 2025 - 10:59

Partecipata opera su un tema ancora attuale ai Magazzini del Sale di Messina

MESSINA – “Stanza 101: cosa resta di 1984”. Il Teatro dei Naviganti, in collaborazione con “Perle di Vetro”, ha co-prodotto la pièce del 17 e 18 maggio ai Magazzini del Sale di Messina, ultima rappresentazione in cartellone per il palinsesto “Doppia replica” della stagione corrente.

 Di Berenato, Mercadante e Trimarchi, la “mise en scène” si è avvalsa della brillante resa degli stessi Orazio Berenato e Clarice Trimarchi e di quella di Gabriele Casablanca. Alla consolle luci Davide Colnaghi.

Il distopico romanzo “1984”, di George Orwell, pubblicato nel 1949, ha ricevuto grande eco e le trasposizioni proseguono a tutt’oggi anche nel nostro Paese, come per l’adattamento di Robert Icke e Duncan Maxmillan, acclamato da critica e pubblico a Londra e Broadway, con traduzioni e direzione di Giancarlo Nicoletti, interpretato da Violante Placido, Ninni Bruschetta e Woody Neri e portato in scena al Quirino di Roma ad ottobre e novembre 2024.

Anche il Teatro dei Naviganti non ha disdegnato di realizzare un progetto teatrale, pur se liberamente ispirato all’opera letteraria primaria “tout court”. Si è detto della cooperazione allo script di Berenato – Trimarchi, in collaborazione con Leonardo Mercadante, in questa riscrittura  che ha avuto incipit dalla definizione dei tre archetipi che rimandano ai protagonisti di 1984 (che sono tuttavia rimaneggiati secondo il punto di vista dell’odierna libera trasposizione) e i tre linguaggi dominanti, “id est” il marketing, l’informazione e la drammaturgia, devono in questa versione mettersi in un serrato confronto con potere, verità e illusione di libertà.

Nell’intitolazione è riportata la stanza 101 – che del Romanzo può definirsi simbolo inquietante – che nella riedizione si fa luogo privilegiato di resa dei conti interiore più che di confronto.

I tre personaggi si parlano, sembrerebbe, in realtà sono relegati in una profonda entropia, con i fantasmi di dentro, che oramai hanno come introiettato il Grande Fratello.

I registri sono mutevoli, pur se predominano il grottesco e la crudeltà, come ultime frontiere.

Il potere ha ormai assunto una forma “en travestì”, e con contorni sfaccettati, non ha bisogno di imporsi forzosamente, si obbedisce per imperativo categorico interno, cioè.

La coralità della rappresentazione è importante e ciascun personaggio è intimamente legato agli altri, e anche la resa è in tale prospettiva di condivisione e supporto reciproco.

I linguaggi percorsi così virano dalla politicizzazione alla filosofia, passando per una cultura pop, e la commistione è esplosiva per rimettere in discussione meccanismi che per infingimenti preferiamo non scorgere.

La scenografia è davvero minimalista, con due sedie e un tavolino, e il gioco di luci, mirabile, pone il focus mano a mano sui protagonisti.

La recitazione è stata convincente, con la segnalata interazione fra gli interpreti, che hanno giocato quasi, una sorta di trio, che è rimasto però monologante, e che si è servito della gestualità dei movimenti quali accenni a passi di danza, anche di gruppo, e talora la musica è intervenuta a scandire meglio tali sequenze.

La fantapolitica, intrisa di cenni di moralità che in Orwell, nel Romanzo (Nineteen Eighty- four), composto nel 1948, con le ultime due cifre che si invertono nell’intitolazione, vuole rappresentare aperta critica ai regimi totalitaristici del XX secolo,assurti a simboli, dopo una terza guerra mondiale, attraverso tre superpotenze: Oceania, Eurasia, Estasia.

Domina il socialismo estremo e il Grande Fratello è a capo di un partito unico, che diffonde propaganda e condiziona l’informazione e persino il pensiero, attraverso la psicopolizia. Protagonista è Winston Smith,( che altera la scrittura storica per continuare ad alimentare l’infallibilità del Partito,pur se inizia a nutrire però pensieri contro il regime),unitamente a Julia,(giovane donna,che si adatta ai dettami di partito per mera convenienza,e della quale Winston si innamora follemente) e a Emmanuel Goldstein(nemico principale del Partito unico al governo di Oceania ,contro il quale in via diuturna,si tengono manifestazioni collettive dette”Due minuti d’odio”).

Un pubblico attento e particolarmente recettivo ha espresso gradimento sentito a mezzo una sorta di ovazione rivolta a ciascuno degli esponenti in ambito drammaturgico e interpretativo, pur se è parso che il plauso si allargasse agli organizzatori e direttori artistici del Teatro dei Naviganti per l’offerta di indiscussa qualità, anche per quest’anno profusa.

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