179 i giovani approdati al Molo Norimberga il 24 luglio 2022. Tra loro anche i corpi senza vita di chi non è sopravvissuto alla traversata
Non erano loro gli scafisti della morte, i responsabili della traversata del mare costata 5 morti, a luglio dello scorso anno. Ha deciso così la Corte d’Assise di Messina, che ha chiuso con l’assoluzione per tutti, per non aver commesso il fatto, il processo ai quattro egiziani tra i 21 e i 28 anni arrestati dopo lo sbarco a Messina di fine luglio.
Il processo
L’Accusa aveva chiesto per tutti la condanna all’ergastolo ma i difensori, gli avvocati Rosetta Carcione, Andrea Caristi, Eleonora Caruso e Francesca Cardaci, hanno dimostrato la loro innocenza, rispetto alle accuse di essere stati pagati, in combutta con i trafficanti di migranti libici, per condurre il barcone dalle coste del Nord Africa in direzione dell’Italia, maltrattando tutte le persone a bordo e provocando la morte per asfissia di alcuni di loro. Adesso per tutti loro si spalancano le porte del carcere e tornano liberi.
Lo sbarco
In quei giorni sono stati moltissimi i salvataggi in alto mare, al largo delle coste siciliane, e il 24 luglio al molo Norimberga di Messina erano stati sbarcati in 179 da due motovedette della Capitaneria di Porto. Tra loro anche i cinque giovani identificati e arrestati da Polizia e Finanzieri, quattro dei quali poi processati. A bordo, anche i corpi senza vita di cinque uomini, spirati durante la traversata, accalcati nella stiva senza aria né luce.

Sono stati molto bravi e preparati gli avvocati, in quanto hanno dimostrato con i fatti che gli imputati non erano gli scafisti.