Tagli alla sanità. Dalla lettera di Giorgianni alla riflessione di Picciolo

Tagli alla sanità. Dalla lettera di Giorgianni alla riflessione di Picciolo

Redazione

Tagli alla sanità. Dalla lettera di Giorgianni alla riflessione di Picciolo

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sabato 22 Febbraio 2020 - 16:53

Il deputato Beppe Piccolo commenta la lettera di Giorgianni, riguardo ai tagli sulla sanità. La questione apre un vero e proprio dibattito sul tema.

Torniamo ancora a parlare di tagli alla sanità. Dopo l’intervento del magistrato Angelo Giorgianni, che in una lunga lettera illustrava quelle che riteneva le modalità migliori con cui gestire i fondi alla sanità, giunge adesso il commento del deputato Beppe Piccolo sui propri canali social.

Dal punto nascita agli investimenti

Nello specifico, Picciolo attenziona tre principali temi tra quelli trattati nella lettera di Giorgianni. Il primo riguarda il punto nascita di Sant’Agata Militello.

«Non posso pensare alla scelta di poter smantellare una struttura che è ed è stata il riferimento territoriale di tante generazioni –scrive il deputato- Il DG ha avviato correttamente un progetto per la ristrutturazione tecnica dell’ospedale e credo che costruendo a latere una UTIN ed una pediatra seria si possa ripartire con entusiasmo».

Viene poi messo sotto i riflettori il tema degli investimenti: «Si devono mantenere le risorse essenziali, previste dal precedente governo regionale nonostante i notevoli tagli, per garantire a Messina sia i servizi territoriali che gli ospedali di comunità e delle zone disagiate. Le risorse, come sapete perfettamente, c’erano e credo dovranno essere, almeno, mantenute».

Il Papardo e il Piemonte

Picciolo conclude, quindi, intervenendo anche sulla questione degli accorpamenti con particolare attenzione al Papardo e al Piemonte.

«Sugli impegni presi dal governo regionale non credo si voglia o possa oggi tornare indietro –scrive Picciolo– Forse in futuro, in tempi diversi e con una diversa maturità dei territori, si potrà pensare di fare scelte condivise, ma mai imposte dall’alto, per mantenere l’esistente in altre provincie siciliane. Bisogna battersi per evitare di fare la “vecchia Cenerentola isolana”. Anche per non vanificare i nostri sforzi del recente passato. I numeri sono numeri e si leggono con chiarezza nei bilanci aziendali. Resta da difendere il famigerato tetto della massa finanziaria, che è il limite minimo invalicabile se si vuole mantenere almeno l’esistente. Serve un sacrificio da parte dell’assessorato alla salute, che ha tutte le potenzialità economiche nel suo grande bilancio per far fronte alle esigenze di organico di tutta la Asp di Messina. Per il Papardo e il Piemonte non può essere questo il momento per salti nel buio giustificabili solo per fare talune economie. Vanno potenziate certamente le mission Aziendali (Papardo polo di Emergenza ed Oncologia a tutto tondo e Piemonte polo Regionale della Riabilitazione) evitando inutili doppioni dietro l’angolo. Anche per questo i soldi c’erano e ci dovranno essere perché i numeri sono quelli. Tra un anno si valuterà la produttività delle singole strutture e ciò che non funziona o, peggio, non è stato capace di attrarre l’utenza, per colpe proprie ovviamente, che venga pure chiuso. Il famigerato Balduzzi proprio questo prevedeva: valutazioni a step successivi ed a pieno regime. Se non funziona…Via!».

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