I medici di base protestano. L’Asp sospende il provvedimento

I medici di base protestano. L’Asp sospende il provvedimento

Marco Ipsale

I medici di base protestano. L’Asp sospende il provvedimento

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venerdì 20 Dicembre 2013 - 14:56

Oltre 300 medici da tutta la provincia hanno aderito al sit in proposto dall’Ordine e dai sindacati davanti alla sede dell’Asp, in via La Farina. Il commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale, Manlio Magistri, prende atto della compattezza e delle ragioni della categoria, sospende la raccomandata e garantisce un tavolo tecnico coi rappresentanti delle aziende sanitarie

Una risoluzione lampo. Ieri i medici di base avevano annunciato battaglia contro il provvedimento emesso dall’Asp, che prevedeva forti trattenute sullo stipendio in caso di mancata limitazione delle prescrizioni. In particolare, per quei farmaci utilizzati contro malattie croniche come l’ipertensione o il diabete.

Stamane oltre 300 medici, sui circa 500 iscritti all’Ordine provinciale, hanno protestato davanti alla sede Asp di via La Farina. Una delegazione ha incontrato il commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale, Manlio Magistri, ed è stato raggiunto un accordo.

“La partecipazione è stata straordinaria – afferma il presidente provinciale dell’Ordine dei Medici, il dott. Giacomo Caudo – ed alla fine il commissario Magistri non ha potuto che rendersi conto che il provvedimento era aberrante e illegittimo. Ci ha detto che verrà sospeso e ha garantito un tavolo tecnico con i rappresentanti delle aziende sanitarie della città”.

Esiti a parte, Caudo ci tiene a sottolineare i motivi della protesta: “Vogliamo difendere due principi fondamentali e indiscutibili quali il diritto alla cura dei cittadini e la professionalità etica. Un medico di famiglia, consapevole che potrebbe dover pagare parte di quanto sta prescrivendo, può essere sereno nel farlo? Ed un cittadino, consapevole di questo stato di cose, può fidarsi di un medico che lo rassicura? In questo modo si distrugge l’elemento principale del servizio sanitario nazionale, e cioè il rapporto fiduciario unico tra il cittadino ed il suo medico, senza nulla togliere ad altre professionalità che operano a prestazione”.

Secondo il presidente dell’Ordine dei Medici, dunque, il successo non riguarda solo il ritiro del provvedimento ma anzitutto la garanzia del diritto alla salute dei cittadini. “Non voglio che si pensi che protestiamo per i nostri stipendi. Per carità, anche questa è una motivazione. Ma in caso di necessità, i medici prescriverebbero pure a costo di dover pagare di tasca propria. La motivazione principale è la turbativa alla professione. Un medico dovrebbe contare quanto prescrive? Ed arrivato al limite, non dovrebbe prescrivere più?”.

Interrogativi che, al momento, sono stati accolti dall’Azienda Sanitaria Provinciale. In attesa di un nuovo confronto al termine delle festività natalizie. Ridurre la spesa farmaceutica è un obiettivo da raggiungere, che però non può comportare conseguenze negative sulla salute dei cittadini.

(Marco Ipsale)

4 commenti

  1. ….. non solo, ma dovrebbe adeguatamente sanzionata la persona che ha ideato materialmente questo sconcio. Perché di vero e proprio sconcio si tratta. Non è infatti possibile, a mio parere, vincolare un’atto medico (come è appunto la prescrizione terapeutica) a dei rigidi criteri ragionieristici.

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  2. Non tutto il male viene per nuocere; infatti prendendo spunto da questo articolo vorrei segnalare all’asp un vero e proprio mercatino giostrato dai rappresentanti farmaceutici che cercano costantemente e con ogni genere di stratagemmi di fare prescrivere ai medici un farmaco piuttosto che un’altro. Con danni economici per l’asp e l’utente e spesso anche per la salute.

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  3. Mettiamo un po’ d’ordine :
    L’asp fissa dei tetti di spesa alle prescrizioni dei farmaci in classe A , cioè la classe di farmaci che per legge sono inseriti nel prontuario terapeutico dallAIFA ( agenzia italiana del farmaco, organo del ministero della salute) come farmaci prescrivibili DOVUTAMENTE a carico del Sistema Sanitario Nazionale secondo indicazione terapeutica. Allora delle due una , o si possono prescrivere secondo scienza e coscienza o non sono prescrivibili e cioè classe C Totalmente a carico del paziente.
    I bilanci della spesa sanitaria pesano la spesa farmaceutica al 10% circa dell’intero comparto salute, il convenzionalmente esterno ( vituperato e dato in pasto all’opinione pubblica come il male dei mali) al 4% circa , E IL RESTO E’ SPESA OSPEDALIERA cioè il terreno ed il pascolo dei politici che con la discendenza assessore ( nominato politico ) direttore generale ( nominato politico ) direttore amministrativo ( nominato politico ) direttore sanitario ( nominato politico ) primario ( concorsato … politico ) e giù andando sino all’usciere usano la macchina per il loro consenso elettorale ! Ma di cosa stiamo parlando ???

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  4. Concordo, in proposito però evidenzierei due aspetti :

    1) In base al combinato disposto di cui all’art. 1176 c.c., comma 2, e art. 2236 c.c. la diligenza richiesta al medico, in relazione ad un corretto adempimento, non è quella ordinaria, del buon padre di famiglia bensì quella ordinaria del “buon professionista” e cioè la diligenza normalmente adeguata in relazione al tipo di attività e alle relative modalità di esecuzione. Nell’adempimento dell’obbligazione professionale va infatti osservata la diligenza qualificata ai sensi dell’art. 1176 c.c., comma 2, uniformando il proprio modello di condotta attraverso un adeguato sforzo tecnico, con impiego delle energie e dei mezzi normalmente ed obiettivamente necessari od utili, in relazione alla natura dell’attività esercitata, volto all’adempimento della prestazione dovuta ed al soddisfacimento dell’interesse creditorio, nonchè ad evitare possibili eventi dannosi.

    2)Lo specifico settore di competenza in cui rientra l’attività esercitata richiede infatti la specifica conoscenza ed applicazione delle cognizioni tecniche che sono tipiche dell’attività necessaria per l’esecuzione dell’attività professionale. I limiti di tale responsabilità sono quelli generali in tema di responsabilità contrattuale presupponendo questa l’esistenza della colpa, lieve del debitore, e cioè il difetto dell’ordinaria diligenza.
    In ordine alla limitazione di responsabilità professionale del medico essa afferisce normalmente ai casi di dolo o colpa grave ex art. 2236 c.c. applicandosi nelle sole ipotesi che presentano problemi tecnici di particolare difficoltà; in ogni caso si rivolgono esclusivamente all’imperizia e non anche all’imprudenza e alla negligenza.

    Perché ? Perché trovo molto riduttivo valutare l’atto medico solo come un costo (da tenere ad ogni costo sotto controllo).
    Ritengo invece che esso vada valutato nella sua capacità di promuovere il diritto alla salute dell’invididuo.

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