Tao Awards: costume e altri apparentamenti artistici

Tao Awards: costume e altri apparentamenti artistici

TosiSiragusa

Tao Awards: costume e altri apparentamenti artistici

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domenica 30 Luglio 2017 - 06:00

Una ricognizione sul Premio Internazionale Taormina Awards

La kermesse sulla quale mi sono già diffusamente soffermata ha avuto la sua manifestazione conclusiva il 22 luglio presso il Teatro Antico di Taormina. Ogni previsto intervento si è svolto come programmato, risultando però assente Alessio Boni, uno degli ospiti forse più attesi, che avrebbe dovuto ritirare il Tao Awards 2017 per la Sezione Attori; parimenti non ha presenziato Santo Versace, inserito fra i premiati nel sociale, per l’impegno profuso quale presidente della Fondazione Operation Smile Italia Onlus, partner della rassegna e, al suo posto, ha provveduto al ritiro della targa Livia Azzariti.

Certo un po’ improvvida è parsa la celebrazione (assai giusta) del decennale della dipartita di Ferrè, senza far un pur minimo riferimento al ventennale della morte di Gianni Versace, la cui arte ha caratterizzato davvero un’epoca (soprattutto nel ventennio 80/90, anni assai sfarzosi, con le indossatrici assurte a ranghi mai visti prima, né dopo). Innumerevoli i patrocini istituzionali, come i partners e i ringraziamenti profusi e probabilmente l’aver dovuto continuamente snocciolare tali riferimenti non è servito a tenere desta l’attenzione (dopo la consueta ora di ritardo sui tempi previsti) causando un certo progressivo allontanamento del numeroso pubblico presente, via via che si proseguiva nella usuale litania. I momenti a mio avviso veramente degni di nota sono stati, come è ovvio sia in un evento che avrebbe dovuto vedere le sfilate come protagoniste, quelli dedicati al ”costume”, anche se, e devo ribadirlo, questa magica espressione non è mai stata utilizzata, preferendosi invece usare il termine moda, pur in presenza di creazioni che hanno fatto la storia, quali i tre modelli in uscita del talento scomparso, il grande Gianfranco Ferrè, (con premio al Direttore della Fondazione omologa, Rita Airaghi, per la tutela culturale della moda made in Italy): le sue creature stilizzate, come le celeberrime camicie bianche, sono ormai parte essenziale del costume internazionale riferibile alle varie epoche intercorse. Anche la bella esposizione dedicata all’architetto/stilista, con interessanti bozzetti e pochi ma significativi capi, unitamente a costumi provenienti dal Museo della moda e del costume di Mirto (comune che, si precisa, ricade nella nostra città metropolitana e non in quella palermitana, come incautamente veniva spiegato dal personale addetto) inducono a invocare a gran voce la messa da parte per il futuro della kermesse della la terminologia non appropriata di “moda”, di per sé transeunte, caratterizzata come è dalla stagionalità e dunque dall’essere effimera. Anche la reiterazione dell’affermazione che la moda debba rientrare a preciso titolo nel concetto di arte, è parsa quasi una forma di giustificazione, un voler consacrare forzatamente quale valore artistico ciò che però lo è già, senza che si debba continuare a sottolinearlo. Le sfilate, dicevo, naturalmente essenziali, con le uscite degli stilisti provviste di cifre espressive diversamente rappresentative: e così il brand Aquilano. Rimondi, duo di innegabile statura, si è segnalato per i suoi costumi sartoriali e severi, simil – divise quasi (con riferimento probabile all’attualità); Leit-Motiv (altro duo molto caratterizzato) ha poi proposto capi importanti e ben costruiti, in un tripudio di forme a corolla e colori; Salvatore Piccione, esponente di spicco isolano, ha portato in scena originali donne sognanti, quasi ninfe boschive, e Mario Dice colori e modelli legati all’utilizzo di tessuti laminati e paillettati, veramente di impatto. Le coloratissime proposte della sezione Contemporary Fashion hanno poi apportato elementi di qualità nell’uso di materiali e nei modelli (si ricorda l’abito arancio di FillyBiz, che sarà messo all’asta per finanziare le attività della charity già richiamata, protagonista di ammirevoli interventi correttivi delle malformazioni infantili). I conduttori Cinzia Malvini di La7 – molto sciolta e in parte – e Angelo Mellone – del programma “Rai1 Top, Tutto quanto fa tendenza”, che è parso invece un po’ meno motivato – unitamente all’ideatrice e realizzatrice, presidente di TaoModa, la vulcanica plurinominata Agata Patrizia Saccone, hanno fatto del loro meglio per portare a compimento una serata troppo densa di momenti artistici altri, come quello ridondante della performance di danza, in apertura, di Elevation Dance, con costumi che poco si armonizzavano in quell’accostamento poco riuscito fra il classico e il moderno, o il live della cantautrice Roberta Finocchiaro con il violinista albanese Olen Cesari,entrambi bravissimi ma non in contesto; la kermesse ha avuto certo anche momenti significativi al di là del contesto specifico, sia con la partecipazione per l’ambito letterario di Catena Fiorello, che con l’intervento della giornalista della Stampa, Maria Corbi, entrambe giustamente premiate nei rispettivi ambiti e apparse finalmente fuori dal coro;devono poi segnalarsi la signorilità del cav. Mario Boselli, presidente onorario, in rappresentanza della Camera Italiana della Moda, le due esecuzioni musicali di Mario Venuti, oltre che la notevole performance dell’Hair Stylist Tony Pellegrino, noto volto di RAI 2, e promoter dei prodotti Wella, che chi scrive ha pure con interesse, intervistato durante il cocktail pre-gala destinato, come da programma, in via riservata all’incontro stampa – celebrities, ma che ha invece visto anche altre presenze a vario titolo nel ristretto spazio del N.H. Collection. Se si eccettua la partecipazione di Anna Valle, premiata per la Sezione Attori TV, certo di bella e accattivante presenza, che ha fatto scatenare i reporter presenti, e quella di Rosanna Lambertucci, nota giornalista fautrice di food sano e altre buone regole per una esistenza salutare – già celebrata giorno 19 durante il riuscito evento presso l’Hotel taorminese S. Pietro Eden – di certo i cosiddetti VIP scarseggiavano, e di contro, un po’ troppo modesto per l’elevato target dell’ hotel NH è oggettivamente apparso l’aperitivo ed il connesso servizio.

Qualche caduta di stile, ancora, nell’affermazione poco riguardosa di uno dei premiati secondo cui la Norma nell’immaginario dei siciliani farebbe riferimento al famoso primo piatto catanese, piuttosto che all’opera lirica belliniana; sicuramente ancora è parso poco riguardoso il non aver per nulla citato il Parco Archeologico di Naxos, che pure ha dato in concessione il bene demaniale regionale, che la struttura stessa ha in uso per conto del Dipartimento Beni Culturali; di certo un sano glamour, che non è mancato,non avrebbe dovuto mai surclassare l’impegno e una sobria conduzione (che a mio avviso andrebbero sempre privilegiati) elemento che invece, probabilmente per gli aspetti correlati al tributo dovuto ai finanziamenti imprenditoriali, in qualche momento ha difettato.

Tosi Siragusa

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