Incontro con Moni Ovadia

Incontro con Moni Ovadia

Incontro con Moni Ovadia

domenica 16 Gennaio 2011 - 16:50

Il Teatro è l'unico luogo di verità

Intorno alle 18 al Vittorio Emanuele mi dicono che Moni Ovadia arriverà per le 20, un’ora prima dello spettacolo “Shylock. Il Mercante di Venezia in prova”, tratto dall’omonimo lavoro di Shakespeare, riscritto e messo in scena dallo stesso Ovadia (che interpreta pure il ruolo del regista e dell’ebreo Shylock che condivide a metà con Shel Shapiro, leader di quei Rokes che hanno segnato il rock negli anni ’60) e da Roberto Andò. Provo a chiedere al dirimpettaio Jolly Hotel se Ovadia è uscito o se è in camera. “E’ uscito da dieci minuti – mi dice la concierge- se percorre la Via Garibaldi verso il centro lo incontrerà di sicuro”. Sono le 18, 30 e mi avvio lungo la via come suggeritomi da quel signore in livrea. Arrivo nei pressi di Piazza Municipio e vedo avanzare verso di me una figura robusta dai capelli bianchi con un cappello in testa, tipo quello che indossano i rom, che tiene in mano una capiente borsa di plastica scura. “Moni Ovadia” – esclamo io ad alta voce- “Sì sono io” – mi fa lui-. Mi presento e iniziamo a parlare mentre facciamo ritorno al suo hotel e ri-uscendo quasi subito, dopo aver appurato, lui, di non aver perso il cellulare al negozio che invece aveva dimenticato in camera. “Ho comprato due giacche a 115 euro ciascuna che mi calzano a pennello e altri indumenti per complessivi 500 Euro” – mi dice soddisfatto, contento pure d’aver fatto un buon affare-. Parla Ovadia senza sosta. E potrebbe farlo in sette lingue e mezza che conosce bene, compreso il russo che sfodererà quando si siederà con noi al Bar Cavallino l’attore Maksym Shamkov, originario di Kiev che nello spettacolo veste gli abiti rossi d’un cardinale a riposo. Ovadia è rigorosamente vegetariano e assaggerà solo le patine fritte. E’ nato nel 1946 a Plovdiv, l’antica Filippopoli ( così chiamata perché fondata da Filippo II di Macedonia) una bella cittadina della Bulgaria posta sul fiume Maritza in cui si raccomanda di visitare la Moschea di Imaret (1444-45). Da ragazzo si trasferisce a Milano, dove abita tuttora, si laurea in scienze politiche e poi la sua vita è il Teatro. Conosce bene la Sicilia, sa pure parlare in siciliano e ha conosciuto il poeta Ignazio Buttitta e il teatro dei pupi di Fortunato Pasqualino. Ovadia è già transitato dal Vittorio Emanuele di Messina nel febbraio del 2004 presentando l’opera più nota di Isaac Babel, ovvero “L’armata a cavallo” che narra le esperienze dell’autore sul fronte russo-polacco e della guerra civile dopo la rivoluzione d’Ottobre del 1917. “Questo spettacolo è stato un grande successo quando l’ho rappresentato a Mosca” – aggiunge orgogliosamente-. Cerco di sintetizzare alcune domande precise che gli ho fatto.

I suoi spettacoli mi ricordano un po’ i film di Emir Kusturica, per come sono architettati e per le tante situazioni che si sovrappongono con la complicità dei ritmi klezmer suonati dal vivo dall’orchestrina che prende il suo nome.

“ Un po’ è così forse per le mie origini bulgare, forse perché un po’ mi sento zingaro, forse perché mi piace fantasticare. Io ho amato molto il film di Kusturica “Underground” e sa qual è la cosa che io non ho amato in assoluto?

No

“Che questo film non l’abbia fatto io!”

Con Roberto Andò che è di Palermo ma che adesso abita a Roma quando vi siete conosciuti?

“ Credo nel 1991 quando venne a vedere lo spettacolo “Golem” scritto da me e da Daniele Abbado. Poi io vidi il suo “La sabbia del sonno” su musiche di Luciano Berio e Marco Betta e fu un incontro decisivo per potere lavorare insieme molto bene e mettere in scena fin’ora quattro spettacoli”.

Il Mercante di Venezia è un’opera manifestamente antisemita. Basti vedere la fine che gli gfa fare Shakespeare: perde la causa davanti al Doge, rimane solo, i beni gli vengono confiscati etc…. Nella mia recensione ho scritto che lei lo ha interpretato e messo in scena per togliersi dalla scarpa qualche pietruzza. In particolare lì dove il noto monologo di Shylock (Se ci pungete, non sanguiniamo? Se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci avvelenate, non moriamo?…..) è recitato da uno zingaro nel suo idioma, da lei stesso in lingua yiddish, ma anche da Orson Wells, Kantor, dallo stesso Hitler in forma seriale e da tanti volti sconosciuti…per dire in sostanza che siamo un po’ tutti Shylock e che bisogna accettare le diversità di razza, di lingua, di sangue etc…E’ o non è così?

“ In parte è vero, anche perché da tanto tempo molti mi dicevano: “Perché non fai Shyloch? Perché non la fai? Tu saresti la persona giusta! E così via. E finalmente eccoli accontentati, però a modo mio. Io lo faccio come dico io. E racconto che Shylock non è ebreo. E’ una rappresentazione cristiana. E’ un’icona cristiana. Shakespeare del resto non ha mai conosciuto un ebreo. Gli ebrei sono stati espulsi dall’Inghilterra nel 1290 e sono stati riammessi nel 1665 da Oliver Cromwell, quando Shakespeare era bello e sepolto”.

Gli dico che di recente ho pubblicato un libro titolato Che cos’è il Teatro? Una domanda che in genere faccio ai miei intervistati per sapere come la pensano in proposito. Ecco la sua risposta.

“ Il Teatro è l’unico luogo di verità perché la pietas della finzione permette di dire la verità più spietata senza che sia distruttiva ma al contrario diviene formativa”

Lei è noto per raccontare aneddoti e calembour in lingua yiddish. Io intanto mi ricordo di una maledizione yiddish che fa grosso modo così: “Che ti possano cadere tutti i denti ma che te ne possa rimanere uno solo per continuare a sapere che cos’è il mal di denti”.

“ Io mi ricordo di questo: “ Ti auguro di diventare ricco, ma così ricco, ma così ricco che il 2° marito della tua vedova viva come un imperatore”. Oppure questo che è di buon auspicio: Che la tua bara possa essere costruita con un legno fatto delle parole che furono pronunciate al tuo 150° compleanno!”. –

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007