Intervista a Giorgio Albertazzi: all'inizio sarò nudo con un nugolo di ragazze

Intervista a Giorgio Albertazzi: all’inizio sarò nudo con un nugolo di ragazze

Intervista a Giorgio Albertazzi: all’inizio sarò nudo con un nugolo di ragazze

lunedì 28 Febbraio 2011 - 14:16

Cercando Picasso in scena al V.Emanuele dall'8 al 13 marzo

Giorgio Albertazzi sta provando nella Sala Contilli al 6° piano del Teatro Vittorio Emanuele con un gruppo di danzatrici Cercando Picasso, uno spettacolo sul geniale pittore spagnolo che debutterà l’8 marzo sul palcoscenico dello stesso teatro con la regia di Antonio Calenda e scene e costumi di Pier Paolo Bisleri. La produzione è del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e della Martha Graham Dance Company in coproduzione con l’Ente Autonomo Teatro di Messina e l’Orkestra Entertainment Srl. “Delle nove ballerine che vede – mi dice Albertazzi mentre mi fa accomodare nella Sala prove – solo una è italiana, mentre le altre sono tutte americane”. Ci sediamo e per un po’ ci fa compagnia lo stesso Calenda.

Perché – domando ad Albertazzi – quel titolo “Cercando” Picasso?

“ Mi sono chiesto come si poteva portare in scena questo geniale pittore che profumava di Eros da ogni poro. Ne ho parlato con Calenda e abbiamo cominciamo a scriverci una lunga serie di lettere. Lo spettacolo lentamente ha preso forma grazie a questa corrispondenza. L’unica cosa che ho detto a Calenda è che il pubblico non dovrà vedermi col pennello in mano”. “ Chissà se lo trovano” – gli risponde subito l’amico regista.–.

Ma lo spettacolo non doveva titolarsi Il diavolo preso dalla coda scritto da Picasso nel 1941 a Parigi durante l’occupazione nazista?

“ All’origine era così, ma dopo questo epistolario con Calenda lo spettacolo ha preso un’altra piega”

Cioè?

“Del testo di Picasso è rimasto ben poco, è rimasto il personaggio che interpreto io, ovvero “Piede grosso”, reso visibile da una mega-scultura raffigurante questa estremità anatomica dell’arto inferiore che si richiama un po’ al mio Edipo a Colono, dentro il quale sarò piazzato io e che in chiusura si esprimerà con queste parole di pace: “ Accendiamo tutte le lanterne. Lanciamo a tutta forza voli di colombe contro le pallottole e chiudiamo a doppia mandata le case demolite dalle bombe”.

E gli altri personaggi che fine fanno?

“Gli altri personaggi dai nomi surreali come “La cipolla”, “La torta”, “La cugina”, “Il puntale rotondo”, “ I due cagnolini”, “ Il silenzio”, L’angoscia grassa e L’angoscia magra” “I sipari”, verranno resi visibili dalle coreografie delle ballerine della compagnia di danza di Martha Graham e le loro battute si udranno registrate con le voci di Elisabetta Pozzi, Andrea Jonasson, Franca Nuti, Piera Degli Esposti, Stefania Masala”.

Tutto qui?

“E’ solo l’inizio. Un inizio che mi vedrà nudo a letto con questo nugolo di ragazze e una volta fuori reciterò testi e poesie di Apollinaire, il duende (demone) di Garcia Lorca, Jean Cocteau, Picasso e alcune liriche scritte da me”.

Dunque uno spettacolo nuovo che non si richiama a quella lettura del suo esordio del 1944 a casa di Michel Leiris con le voci di Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Raymond Queneau e altri con Camus regista?

“Appunto uno spettacolo nuovo che si rappresenta per la prima volta in questo modo con le voci off di attrici e con un gruppo di danzatrici”.

Vuole accennare come saranno scene, costumi e musiche?

“La scena sarà occupata intermente dalla Guernica, forse uno dei quadri più famosi di Picasso e non vi saranno altri suoi dipinti, piuttosto prevarranno, come già osservato da Queneau, allusioni rabelaisiane legate al gusto all’odorato al suono. Le musiche sono di Stravinskji, Saint¬-Saëns, e ci sarà anche la rapsodia spagnola del “Cappello a tre punte”, mentre i costumi curati da Bisleri si richiamano a motivi surrealisti”.

Cosa pensa di quegli artisti che hanno scritto per il Teatro, come Picasso appunto, o come Kokoshka e Kandinsky autori rispettivamente di Assassino speranza delle donne e Il sole giallo, ricordati nella storia solo come grandissimi pittori?

“E’come scrivere un romanzo. Penso che se fai un disegno e continui a rifarlo, alla fine il disegno ti parla, come il Mosè che ha parlato a Michelangelo”

C’è un fil rouge che la unisce a Picasso?

“Ci sono delle analogie, come il senso della vita, la carnalità, la donna, la sensualità, il protagonismo e pure lo sguardo, non i capelli perché lui non li aveva”.

Lei ha mai dipinto in vita sua?

“Lei dimentica che io sono pure un architetto e che ho sempre disegnato. Di recente faccio minotauri, tori e altri disegni che regalo a Calenda”.

Cosa vuole comunicare al pubblico, ai posteri con questo spettacolo?

“Io mi chiedo, cosa succede dentro ad un grande genio? Può essere che un genio così appassionatamente corrivo, volgare, macho, possa esprimere contemporaneamente il senso del mondo e della terra?

Concludendo?

Questo spettacolo non è un’autobiografia di Picasso, ma dietro a Picasso ci sono io”.

Gigi Giacobbe

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007