Ecco perchè il 7 ottobre 2006 è stata uccisa la giornalista Anna Politkovskaja

Ecco perchè il 7 ottobre 2006 è stata uccisa la giornalista Anna Politkovskaja

Ecco perchè il 7 ottobre 2006 è stata uccisa la giornalista Anna Politkovskaja

domenica 20 Febbraio 2011 - 12:59

Per il Cremlino era -Donna non rieducabile-.Una grande Ottavia Piccolo alla Sala Laudamo nel -Memorandum- commovente scritto da Stefano Massini

Anna Politkovskaja era una giornalista scomoda del quotidiano di opposizione Novaja Gazeta. Sempre in prima linea ha vissuto sulla propria pelle e raccontato al mondo senza mezzi termini i lati più osceni della Russia postsovietica. Il 7 ottobre del 2006 fu trovata morta, ancora con i sacchetti della spesa in mano, nell’ascensore del suo palazzo a Mosca, uccisa su commissione da quattro colpi di pistola sparati al cuore e alla testa. Stefano Massini giovane e affermato autore italiano rimane più che scosso da questa morte e scrive quasi a caldo un memorandum teatrale in 21 quadri titolato Donna non rieducabile, prendendo a prestito le parole con cui il Cremlino aveva tacciato la tenace giornalista.

E’ lo stesso Massini all’inizio a curarne la regia affidando a due attori (Luisa Cattaneo e Roberto Gioffrè) segni e azioni simboliche e nello stesso tempo c’è Ottavia Piccolo che sotto forma di lettura scenica e/o drammatizzata (con il coordinamento artistico di Silvano Piccardi) fa suo il testo incuneandosi fra gli orrori russo-ceceni dei primi anni di questo secolo. Alla Piccolo in bejge, caschetto bianco e con occhialini, basta solo un tavolo e una sedia e i suoni lividi di un’arpa suonata dal vivo da Floraleda Sacchi per calarsi nel ruolo della Politkovskaja. Il suo è un pericoloso viaggio che ha come tappe le teste mozze di guerriglieri appese ai gasdotti, i fagotti umani fatti saltare con le granate, le gare fra militari per il record dello stupro, i kamikaze nel centro di Grozny, gli episodi di corruzione aggravata mimetizzata da una propaganda a suon di fiction televisive, senza tralasciare le carneficine del Teatro Dubrovka e della Scuola di Beslan.

Il lavoro di Massini somiglia ad un puzzle, ad un collage o de-collage di singoli squarci, appunti, fotogrammi, sequenze, immagini, sensazioni, riflessioni, incubi, pensieri, emozioni, tesi a ricomporre il profilo di questa donna che voleva fare solo la giornalista e il cui encefalogramma in un istante è diventato piatto. Sempre molto brava la Piccolo, applaudita calorosamente alla fine e il cui spettacolo alla Sala Laudamo viene replicato soltanto sino ad oggi pomeriggio.

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