Primo appuntamento “danzerino” con Roberto Zappalà nella stagione del Teatro Vittorio Emanuele

Primo appuntamento “danzerino” con Roberto Zappalà nella stagione del Teatro Vittorio Emanuele

Primo appuntamento “danzerino” con Roberto Zappalà nella stagione del Teatro Vittorio Emanuele

mercoledì 01 Dicembre 2010 - 08:59

Dal 3 al 5 dicembre la compagnia di ballo invita tutti gli spettatori a “Scoprire l’invisibile”

Dal 3 al 5 dicembre primo appuntamento con il balletto nella stagione musicale dell’E.A.R. Teatro di Messina, direttore artistico Lorenzo Genitori. Nel Teatro Vittorio Emanuele va in scena Instrument 1 , presentata dalla Compagnia Zappalà Danza, diretta da Roberto Zappalà.

Instruments è l’ultimo progetto di Roberto Zappalà, che sulla scia del suo più recente percorso coreografico, libera il movimento da una drammaturgia troppo complessa per soffermarsi sul corpo nella sua relazione con il suono, il rumore, la musica. Questa prima tappa dal progetto, Instrument 1 , è dedicata al marranzano, esplorato da Puccio Castrogiovanni in un’affascinante ricerca, che porta lo strumento, di solito associato alla tradizione siciliana, a ritmi e sonorità innovativi e di grande impatto, dal sapore underground londinese. Ovviamente la danza, insieme con la musica, è protagonista, con sette danzatori uomini, che interpretano con vigore una Sicilia senza confini, in cui la tradizione e il moderno non vedono una netta distinzione, ma si incrociano, si ritrovano, si fondono.

Con Instrument 1 Roberto Zappalà ha anche avviato re – mapping sicily, un percorso che avrà il compito di rileggere la Sicilia attraverso il suo linguaggio scenico. -Dall’ ”inizio” – spiega il coreografo e regista siciliano – ogni viaggio degno di questo nome è legato ad una mappa; che si segua prima di incominciarlo o che si disegni al ritorno, la mappa è sempre un viaggio. Si può viaggiare anche attraverso i concetti, i luoghi comuni, gli stereotipi, le credenze, le abitudini di un luogo le cui mappe sono logorate per il troppo uso ed è urgente approntarne di nuove. Borges insegna che la mappa non è il territorio, a maggior ragione se il territorio in questione è la Sicilia, perché, come diceva Gesualdo Bufalino, la Sicilia non esiste, ci sono cento Sicilie e ognuna ha altrettante interpretazioni. Per interpretare servono gli strumenti e lo spettacolo si fa carico, nel senso letterale e metaforico, di uno di questi, il marranzano, per farne strumento d’interpretazione, per aprire strade e percorsi che la danza ci propone in maniera dolce e oscura. Ogni strumento è anche una protesi, e la protesi marranzano serve a pescare nel “mare” Sicilia. Un altro nome popolare di questo strumento è, chissà perché, scacciapensieri, e la danza dello spettacolo ha l’ambizione alta, com’è giusto che sia, non di scacciarli, ma di farli venire-.

La musica originale è di Puccio Castrogiovanni, che la esegue anche in scena insieme con Enrico Luca e Salvo Farruggio; i sette danzatori sono: Adriano Coletta, Alain El Sakhawi, Roberto Provenzano, Fernando Roldan Ferrer, Salvatore Romania, Antoine Roux-Briffaud, Alessandro Vacca; testi di Nello Calabrò.

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