«Giacca, cravatta..e una passione per le lestrigoni. Vi racconto il mio anti-eroe»

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venerdì 11 Dicembre 2009 - 10:20

Il romanzo d'esordio di Paolo Cacciolati sul lato grottesco del mondo aziendale

Dopo aver pubblicato diversi racconti, il piemontese Paolo Cacciolati firma il suo romanzo d’esordio, Digestione del personale (Tea edizioni; pp.240; €12). Ambientato nel mondo aziendale, l’autore ne prende di mira i vizi e le manie dei dirigenti ma anche di assistenti e consulenti, senza rinunciare ad un’ironia pungente e ad un pizzico di atmosfera thriller che aggiunge ritmo alla narrazione.

Di giorno dirigente d’azienda e di notte scrittore. Come nasce il suo primo romanzo?

«E’ una vita che scrivo racconti ma per il mio primo romanzo ho pensato di giocare in casa parlando del mondo aziendale ed in particolare di certe sfere consulenziali che ho un po’ preso di mira tramite il protagonista Marco Michichi»

Il mondo del lavoro è al centro del suo romanzo. Ma come sta oggi il mondo del lavoro italiano?

«Domanda da cento milioni! Beh, dal mio punto di vista ho voluto mettere in luce certi aspetti distorti ed in particolare una certa ipocrisia di fondo che emerge quando si parla delle aziende private che, paragonate al pubblico, passano per essere ricettacolo di ogni virtù mentre il settore statale sembra sia la sentina di ogni vizio. In realtà non è così. Nel mondo dei privati ci sono certamente persone validissime ma anche truffatori, gente con pochi scrupoli che non si farebbe problemi a passare sul cadavere della madre per far carriera»

Sin dalla bandella batte su termini come customers, vision, mission ma anche rinverdire l’albero delle motivazioni o scrostare i cervelli dalla staticità. Da dirigente d’azienda ci spiega il fascino di questa terminologia?

«Ho voluto ripetere spesso la retorica aziendale che si rivela spesso un danno. Molto spesso le aziende migliori, quelle che riescono a motivare meglio e ad ottenere risultati, rifuggono da questa terminologia mettendo semplicemente in pratica i principi della buona gestione. In realtà tutti questi termini fanno arricchire solo i consulenti, sono fumo negli occhi».

Li ha mai incontrati i generatori di entusiasmo?

«Sì li ho incontrati. Più che altro mi hanno generato depressione o rabbia».

Per il suo protagonista l’importante è andare avanti ad ogni costo. Come lo descriverebbe ai nostri lettori?

«Più che un antieroe, Marco Michichi è un non-eroe, una persona che non vuole assolutamente mollare la presa sul suo obiettivo, quello di voler essere il migliore consulente a tutti i costi e per realizzarsi non si farà scrupoli di mettere in atto meccanismi inimmaginabili».

Marco Michichi sta con Maria Adelante ma ha una certa fissazione per le lestrigoni. Come mai?

«Non so come sia saltato fuori questo termine. Diciamo che ho scritto questo romanzo un paio di anni fa, quando ancora non si parlava delle passioni di certi personaggi per le trans. La passione per le prostitute che nutre Michichi ribadisce la doppia faccia di certi ambienti e personaggi: in pubblico censori e in privato.. Comunque non c’è alcun giudizio morale nel romanzo».

Michichi simula la vita col Simulwork e controlla i propri dipendenti col MeteoSurvey, una deriva insomma

«Sì, ho voluto premere sul pedale dell’acceleratore mettendo in luce tutti gli aspetti più grotteschi di questo personaggio, talmente preso dalle proprie manie che giunge a costruirsi dei mondi simulati»

Passiamo ad un personaggio femminile. Morella è chiarissima: l’avrebbe data solo ad un dirigente

«Ho subito alcune critiche da amiche lettrici per i miei personaggi femminili. In realtà volevo puntare l’obiettivo su un certo tipo di arrivismo femminile che non fa che danneggiare le altre donne. Il mondo aziendale è pieno di donne che fanno il proprio lavoro con competenza ma che talvolta si vedono passare davanti qualcun’altra che magari si comporta come Morella»

Non posso esimermi dal domandarle quanto ci sia di autobiografico nel libro

«Ancora non mi avevano posto questa domanda ma me la aspettavo. Ho inventato trame e personaggi ma logicamente dentro il romanzo ci sono elementi reali, frutto non solo delle mie esperienze ma anche di quelle di amici e colleghi, una sorta di biografia del mondo aziendale e dei suoi lati più grotteschi».

Paolo Cacciolati, è nato nel 1965. Lavora a Torino nel settore industriale.

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