Serena Dandini, regina del salotto televisivo -Parla con me-, si racconta a Tempostretto.it

Serena Dandini, regina del salotto televisivo -Parla con me-, si racconta a Tempostretto.it

Serena Dandini, regina del salotto televisivo -Parla con me-, si racconta a Tempostretto.it

mercoledì 26 Maggio 2010 - 15:56

-Finalmente sono riuscita a mettere insieme tutte le mie passioni in un unico programma-

Non si fa torto a nessuno affermando che Serena Dandini è la regina del salotto televisivo grazie al successo della sua creatura, Parla con me. Spazia con maestria fra l’attualità e la satira – grazie all’indomabile Dario Vergassola e ai monologhi di Ascanio Celestini – dando spazio e visibilità ad artisti promettenti ed eclettici – come Mannarino e Zoro – senza rinunciare mai a far riflettere il proprio pubblico. Ma soprattutto la Dandini riesce a parlare dei libri e dei loro autori con passione e trasporto tanto che dietro ogni invito «ci sono vere e proprie battaglie in redazione», tranne pochi casi come Sorrentino e l’Avallone che, non a caso, si contendono lo Strega. Il segreto di tanto successo? Lei lo ripone in una formula dalla semplicità disarmante: «Sono convinta che ciascuno debba fare ciò che le riesce meglio ed io sono finalmente riuscita a mettere in una trasmissione tutte le mie passioni» e fra queste, per fortuna del suo pubblico, non rientrano le interviste ai politici («si fanno troppa propaganda») né il contraddittorio «perché genera dei meccanismi che stufano, come un teatro che non interessa più a nessuno». Al secondo festival del giornalismo d’inchiesta di Marsala ha condotto la serata finale CAPACI di reagire: «E’ stato un privilegio poterci essere. Ricordo che diciott’anni fa vissi quella tragedia al fianco di Michele Santoro…».

La sua trasmissione è la più ambita per la promozione dei libri perché si concentra anche sull’autore, sull’arte del raccontare. Proprio per questo vorrei chiederle come sceglie su quali libri puntare?

«Bellissima domanda. Mi piace molto lavorare col mio gruppo di autori, ciascuno di loro si occupa di un settore letterario, dalla satira alla saggistica e durante le riunioni si vagliano i vari libri che tutti noi leggiamo per giungere ad una decisione. Talvolta scoppiano delle vere e proprie battaglie dove ciascuno spinge con passione il proprio candidato ma delle volte ci ritroviamo tutti concordi com’è avvenuto per

Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino, uno straordinario esordio letterario che giustamente è finalista al Premio Strega. Non possiamo sempre occuparci di libri, almeno non quanto vorremmo ma sono felice che il nostro sia un pubblico di lettori difatti ogniqualvolta invitiamo un autore si verifica un riscontro quasi immediato sulle vendite. Tutto questo rende le nostre scelte ancor più difficili ma la cosa bella del lavoro di gruppo è il mettere a confronto le diverse passioni ed interessi di ciascuno sino a giungere ad una scelta finale».

A proposito di Premio Strega, si mormora che sia un gioco a due fra Silvia Avallone e Paolo Sorrentino…

«Ma non è detto, c’è anche Antonio Pennacchi che gode di ottime quotazioni».

In questi ultimi anni lo Strega è andato spesso ad esordienti: buon segno?.

«Trovo che sia un ottimo segnale. Abbiamo avuto la Avallone in trasmissione in tempi non sospetti e anche nel suo caso fu uno di quei libri che ci mise tutti d’accordo perché si tratta di un’opera prima molto forte, magari con una scrittura popolare ma capace di scuotere e per questo ha ottenuto meritatamente un riscontro immediato. Devo dire che da quando c’è Tullio De Mauro lo Strega è molto più trasparente e ciò permette ad autori giovani e grintosi come Paolo Giordano di emergere».

A proposito della sua grande capacità di “raccontare” anche l’autore, vorrei sottolineare quando Edoardo Nesi in trasmissione si scoprì l’avambraccio mostrando il nome di suo padre tatuato. E’ difficile riuscire a portare in tv anche la parte intima dell’autore?

«E’ sempre una questione delicata perché non mi piace il gossip né tantomeno voglio mettere in imbarazzo l’autore, anche se questa è una scuola di pensiero piuttosto quotata e molto facile da mettere in pratica. Al contrario io cerco di stabilire un’empatia anche se talvolta è difficile soprattutto perché bisogna tener conto dell’immediatezza dei tempi televisivi. A mio favore posso far conto sull’esperienza, la professionalità, l’intuito e anche sul grande privilegio di poter scegliere quali ospiti invitare. Da questo punto di vista la nostra scelta di non invitare i politici è stata risolutiva perché sono molto spesso in tv, tendono a farsi sempre propaganda e soprattutto non ci interessa affatto il contraddittorio che trovo davvero fastidioso, finendo per generare dei meccanismi che stufano lo spettatore, come un teatro che non interessa più a nessuno».

La situazione di Santoro, in dubbio se firmare o meno il contratto, la preoccupa?

«Oggi ripensavo al fatto che diciott’anni fa eravamo insieme qui in Sicilia per ritirare il premio regia televisiva Giardini Naxos vivendo insieme la tragedia della morte di Giovanni Falcone. Ci conosciamo davvero da tanto tempo, abbiamo condiviso tante cose e mi sentirei un po’ più sola se lui lasciasse la Rai».

In futuro vorrebbe condurre un programma di approfondimento politico?

«Penso che ognuno deve fare ciò che gli riesce bene e per fortuna ciò che faccio mi dà grandi soddisfazioni perché mi permette anche di approfondire temi importanti. Ma la bellezza di questo programma è che non siamo sempre seri, visto che passiamo dalla satira all’attualità sino alla musica di qualità. Ci ho messo tanto tempo ma alla fine sono riuscita a mettere insieme tutte le mie passioni in un unico programma».

Farà molto discutere il libro di Lorella Zanardo, “Il Corpo delle Donne”, dove l’autrice che si concentra anche sulle “inquadrature ginecologiche”. Come giudica la condizione delle donne in Italia e in tv?

«La donna in tv è in una condizione peggiore della donna in Italia perché si concentra su poche immagini stereotipate: c’è l’intellettuale, la bella e la madre disperata col figlio malato o in carcere, quella che si trova spesso nelle fiction per intenderci. La televisione, quella italiana in particolare, usa la donna in modo ornamentale e la Zanardo lo mostra con chiarezza nel suo documentario. A questo proposito hanno da poco istituito un osservatorio che dovrà monitorare la figura femminile in tv e sono molto curiosa di sapere cosa ne verrà fuori».

E’ difficile sapere con precisione quante interviste lei ha realizzato ma c’è un personaggio che vorrebbe intervistare?

«Sicuramente David Letterman».

Magari per chiedergli anche della sua confessione televisiva?

«E’ stato un grande colpo di genio perché è riuscito a portare a proprio favore anche l’ammissione di un tradimento. Mica male, no?».

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