Tindari Festival, Gaia Aprea è una magnetica Cassandra

Tindari Festival, Gaia Aprea è una magnetica Cassandra

Tosi Siragusa

Tindari Festival, Gaia Aprea è una magnetica Cassandra

venerdì 08 Agosto 2025 - 14:27

In scena al Tindari Festival una pièce che guarda alle guerre di oggi grazie all'originale testo di Salvatore Ventura. Regia di Alessio Pizzech

TINDARI – La 69sima edizione del Tindari Festival, con novella direzione artistica riferita a Mario Incudine, è al suo interno articolata in sezioni, fra le quali “Tindari off” mi è apparsa pregna di accattivanti contenuti, ponendosi quale evidente finalità la rivisitazione del mito.

“La guerra svelata di Cassandra/Aletheia”, il mito quale poliedrico specchio dell’animo umano

Fra le opere teatrali ivi ricomprese campeggia di certo la “mise en scène” del giorno 31 luglio, in trattazione, con location presso il pattese “Teatro di Paglia” – allocato entro lo splendido scenario della “Tenuta Giovenco” – location privilegiata, unitamente alla scelta (minoritaria) dell’ex Convento San Francesco. Ovvero, “La guerra svelata di Cassandra/Aletheia”. Una produzione “Nutrimenti Terrestri”, con originale script del giovane palermitano Salvatore Ventura, interprete monologante la magnetica Gaia Aprea magistralmente diretta da Alessio Pizzech.

Una Cassandra inutilmente profetica, quella tramandata dal mondo greco attraverso i suoi cantori e drammaturghi, è stata nel caso di specie consegnata agli spettatori in un riuscito amalgama fra passato, presente e preveggenza futura, risultando in grado di suscitare pervasive emozioni e di scuotere le coscienze contemporanee.

Il magnifico testo è percorso da una evidente “verve” tesa a far risaltare le storture che hanno nel passato dato voce ad una eroina in parte soggiogata sotto il peso della imperante narrazione sovente di segno maschilista.

Cassandra, fra le figlie di Priamo ed Ecuba, ha il dono della profezia e al contempo la disgrazia di non essere creduta, poichè Apollo per vendetta le ha tolto il dono della persuasione (si discute infatti di sindrome di Cassandra).

In realtà sia Cassandra, la cui etimologia sembrerebbe riferirsi a “colei che rifiuta l’uomo” che Clitemnestra, con modalità e finalità differenti si sono opposte al potere incondizionato maschile. Il personaggio di Cassandra è stato tratteggiato nella tradizione letteraria omerica quale contraddittorio: vittima di stupro condotto da Aiace, poi bottino di guerra del re Agamennone, e in certo senso tramandata quale ribelle e vendicativa, poiché aveva già rifiutato di congiungersi con il dio Apollo, e poi aveva lasciato che Agamennone cadesse vittima della vendetta della furente sposa, che lei stessa aveva profetizzato.

Clitemnestra uccide poi Cassandra (dopo che aveva dovuto condividere il tetto coniugale con la concubina del consorte) con un’ascia bipenne, simboleggiante il potere maschile, e l’eroina sventurata muore implorante in ginocchio presso l’Ara di Apollo: tale scena è tratta dalla Kylix (coppa dell’artista di Marley della tomba di Spina).

In questa particolare rilettura non si contano i riferimenti alla quotidianità e la protagonista, attraverso un mirabile flusso di coscienza, giunge a riconnettersi con la se stessa bambina, e i tentativi di allontanarsi dal terribile conflitto familiare, (come tramandato a noi dal citato mito classico), si assommano, nel caso di specie, a quelli tesi alla resa di un atto finalmente catartico, che possa interrompere la catena insanguinata che trova unico esito in morti susseguenti.

Il debutto della pièce è intercorso in prima nazionale il 29 luglio con replica del 30 al Mythos Troina Festival e dopo il felice esito presso il Teatro di Paglia Pattese, sta proseguendo la tournèe nel nostro Paese.

Le musiche di Dario Arcidiacono, i contributi video di Andrea Montagnani, la voce di Enea (giunta dal futuro) di Tommaso Garrè, hanno impreziosito viepiù la performance. Una eccellenza, dunque per la minuziosa cura registica, l’innegabile carisma della immensa Gaia Aprea, sempre in abiti nero pece, a completare un testo davvero originale generato intorno al mitico personaggio di Cassandra, in guisa innovativa, per i rimandi alla ferale quotidianità odierna.

La verità è stata così trasfigurata dalla potenza verbale, consentendoci di meditare attentamente sulla nostra contemporaneità per ritrovare quel “fil rouge” che possa riconnettere il futuro al passato.

L’attento pubblico ha ben compreso la lezione ed è apparso profondamente immedesimato, scosso quasi, percorso da uno scuotimento per risvegliarsi dall’anestetizzante torpore del pensiero dominante. La Cassandra di oggi potrebbe infatti compiere i suoi vaticini per le strade di Kiev, fra le immani macerie di Gaza ed esserci fra le donne e gli uomini che subiscono tutte le guerre per esserci e farsi testimone di quel fatale destino che tiene insieme vincitori e vinti, alla ricerca del senso stesso dell’esistere.

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