Un seminario di studi coordinato dalla prof. Maria Astone ha analizzato il sistema dell’ABF. Al termine, gli studenti sono stati impegnati in una simulazione

“La scienza giuridica non è una scienza astratta, ma una scienza pratica” diceva Salvatore Pugliatti. Ciò che il Sommo Maestro della scuola del diritto messinese affermava a proposito delle categorie giuridiche nell’ambito della ricerca dell’ “interesse” non può di certo limitarsi alla forma di un mero assunto didattico. Deve, di contro, trovare uno spunto di applicazione pratica nella realtà di tutti i giorni. L’occasione è stata fornita proprio da un convegno universitario che ha previsto anche un momento in cui i protagonisti sono stati gli stessi studenti. Nell’aula 4 del Dipartimento di Giurisprudenza infatti, si è svolto oggi il seminario di studi intitolato “Diritti dei consumatori e sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie ABF”.

L’incontro, organizzato sotto l’egida delle cattedre di Diritto dei consumi e di Diritto privato dell’Unione Europea, ha registrato una viva e coinvolta partecipazione soprattutto da parte degli allievi del corso. Dopo i saluti del prof. Francesco Astone, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza e già Direttore della Scuola di Specializzazione per le professioni legali “Enzo Silvestri”

e della prof. Concetta Parrinello, ordinaria di Diritto privato e coordinatrice del Dottorato di Ricerca in Scienze giuridiche, ha preso avvio il convegno.

Madrina dell’incontro è stata la prof. Maria Annunziata Astone, ordinaria di Diritto privato nonché Presidente del “Corecom”, Comitato Regionale per le Comunicazioni, organo di governo, garanzia e controllo sul sistema delle comunicazioni istituito con la legge 249/1997, la cosiddetta “legge Maccanico”. La professoressa Astone, che ha presieduto e introdotto i lavori, ha relazionato sul tema “Diritti dei consumatori e strumenti di tutela”.

Della “Tutela del contraente debole” e della “Tutela dell’utente di servizi di pagamento” hanno invece parlato rispettivamente la prof. Lara Modica,

docente dell’Università degli Studi di Palermo e il prof. Francesco Ciraolo, dell’Ateneo peloritano.

Entrambi sono componenti della sezione palermitana dell’ABF, acronimo che sta ad indicare la dicitura “Arbitro Bancario Finanziario”. Si tratta di un sistema di risoluzione stragiudiziale di controversie introdotto dalla legge 262/2005, che ha modificato il Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, più semplicemente noto come TUB. All’Arbitro Bancario Finanziario possono rivolgersi i clienti di banche e intermediari finanziari presentando un reclamo nell’ipotesi in cui malauguratamente sorgessero delle controversie.

È un organismo indipendente e imparziale che opera attraverso sette Collegi giudicanti tra cui uno a Palermo appunto. Ognuno di essi si compone di cinque membri di cui tre nominati dalla Banca d’Italia e i restanti due dall’associazione di categoria dei consumatori e delle imprese e dall’associazione bancaria o dalla categoria alla quale l’intermediario finanziario appartiene. Insomma, un argomento assai interessante soprattutto alla luce dell’attualità, in cui il consumatore pare sempre di più muoversi in un’arena in cui l’uno sembra voler frodare l’altro, piuttosto che agire secondo il principio di “buona fede” come prevede invece l’art. 1375 del nostro Codice Civile in tema di contratti. Risulta quindi di grande caratura sociale oltre che scientifica la portata di questa iniziativa, che tende a sensibilizzare il pubblico degli utenti sulle proprie tutele in caso di controversie. La seconda parte dell’evento ha visto protagonisti, a conclusione del seminario, gli stessi studenti del corso di Diritto dei Consumi che hanno animato la simulazione di una procedura di risoluzione di una controversia proprio dinanzi all’Arbitro Bancario Finanziario.

I ragazzi sono stati coordinati da Calogero Leanza, Dottore in Giurisprudenza e dalle Dottoresse di Ricerca Simona Scuderi e Valeria Restuccia.

Vittorio Tumeo