Un museo della ceramica a Ficarra: esposta la collezione Riccobono

Un museo della ceramica a Ficarra: esposta la collezione Riccobono

Vittorio Tumeo

Un museo della ceramica a Ficarra: esposta la collezione Riccobono

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giovedì 14 Marzo 2019 - 07:40

I pezzi della mostra permanente, presto trasformata in un vero e proprio museo, raccontano trecento anni di storia della ceramica siciliana

Pignate, bomboli, quartare, cannate, lucerne, baini, cantari e altri oggetti dai nomi più curiosi e dall’indicibile uso. Sono questi i protagonisti di una pregevolissima mostra che si trasformerà presto in “Museo della ceramica” permanente con sede a Ficarra, ridente centro collinare dei Nebrodi. Tra le raccolte di ceramiche siciliane musealizzate, quella esposta a Ficarra si pone senz’altro come una delle più complete e ricercate. I pezzi della collezione, di proprietà dello storico messinese Franz Riccobono, sono un esempio di manufatti di uso comune, prodotti nel corso dei secoli nelle fornaci siciliane di Caltagirone, Patti, Sciacca, Collesano e più di recente a Santo Stefano di Camastra.

“Si tratta – spiega lo stesso Riccobono – di ceramiche di varie tipologie, alcune semplici quanto funzionali, identificative comunque della bravura e della magistrale sapienza artigiana dei vasai e dei tornitori siciliani, che con mano sicura e vena creativa producevano manufatti di altissima qualità, come si evince dalla cura minuziosa dei dettagli”.

Il nascente museo si configura dunque come un prezioso scrigno dell’arte della ceramica storica siciliana che, soprattutto a fronte della scarna documentazione, aiuta oggi il ricercatore nel riconoscere l’artigiano, il luogo di produzione e il periodo di riferimento delle forme vascolari. “Se ben nota è infatti la produzione calatina, meno conosciuta è la ceramica di Patti, che pur vanta maggiore vetustità, soprattutto in considerazione del fatto che la pignata ed i piatti di Patti trovano precisi riferimenti nel periodo romano-imperiale e talune forme come la “burnia” o la “biscottiera” non presentano riscontro nella produzione delle altre fornaci siciliane” afferma ancora Franz Riccobono.

La mostra, attualmente allestita in un antico palazzo d’epoca acquisito dal Comune e trasformato in albergo, dopo essere stata per lungo tempo collocata nei bassi di Palazzo Ferraloro, offre una panoramica articolata della ceramica usata normalmente nelle cucine e nelle case dei siciliani negli ultimi trecento anni. L’allestimento è frutto di una sinergia tra l’Associazione degli Amici del Museo di Messina, presieduta proprio dallo stesso Riccobono e l’amministrazione comunale di Ficarra, nella persona dell’assessore al ramo Mauro Cappotto,

che ribadisce l’importanza di questa esposizione, che si propone come “testimonianza tangibile di un mondo perduto, sconfitto definitivamente dall’uso diffuso dei contenitori, prima di alluminio e poi di plastica, offrendo al pubblico la visione diretta di un campionario variegato di oggetti del passato che raccontano di una cultura ormai lontana, del tutto ignota alle nuove generazioni”. Soddisfatto anche il sindaco Gaetano Artaleper questo interessante progetto che si aggiunge a molte altre iniziative che fanno di Ficarra uno dei centri culturali più dinamici e interessanti non solo dell’area nebroidea ma di tutta la Sicilia”. Non soltanto quindi ad una valenza meramente antiquaria e di carattere estetico si riduce la “ratio” di questa mostra. Si allarga anzi ad una prospettiva didattica, per far apprezzare a chiunque lo volesse, la storia antica e “familiare” per certi versi, che questi curiosi e misteriosi oggetti, utili per secoli e oggi dimenticati, hanno da raccontare.

Vittorio Tumeo

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