Uno scrittore messinese a Parigi, Luigi La Rosa: "Vi racconto il mio Proust"

Uno scrittore messinese a Parigi, Luigi La Rosa: “Vi racconto il mio Proust”

Marco Olivieri

Uno scrittore messinese a Parigi, Luigi La Rosa: “Vi racconto il mio Proust”

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venerdì 18 Novembre 2022 - 20:20

Ha appena pubblicato il suo nuovo libro, presentato alla libreria Bonanzinga

MESSINA – Ieri un’appassionata presentazione alla libreria Bonanzinga. “A Parigi con Marcel Proust” (Giulio Perrone editore) è il suo ultimo libro e lui è uno scrittore messinese ormai di rilievo nazionale. Luigi La Rosa vive tra Parigi, Catania e Messina, corsi di scrittura e testi come “Solo a Parigi e non altrove” (Ad est dell’equatore) e “L’uomo senza inverno” per Piemme.

La Rosa e Bonanzinga (Foto di Anna Mallamo sulla pagina Fb dello scrittore)

Il centenario dell’autore della Recherche

Tra sogno, fantasia e rievocazione appassionata, l’autore fa rivivere lo scrittore immortale della “Ricerca del tempo perduto”. Fa immergere i lettori nel “fondo scivoloso del secolo scorso”.

In un post su Facebook, La Rosa ricorda che oggi, 18 novembre, nel 1922, moriva Marcel Proust, a Parigi. Un centenario che vede il suo libro tra i titoli più citati per rendere omaggio al maestro della letteratura. Sulla presentazione messinese, osserva sempre lo scrittore: “Un pubblico attento, numeroso, interessato ma soprattutto appassionato del geniale francese e delle sue suggestioni. Il romanzo di una vita e la vita che diventa romanzo. Volti amici, felici, sorridenti: siete stati la mia festa. E il progetto creato da Daniela Bonanzinga, che ringrazio di cuore, è davvero vincente”.

Il pubblico ieri

Luigi La Rosa racconta Proust

Da “A Parigi con Marcel Proust”: “Pochi esseri hanno saputo fare dell’attesa divorante – qualunque attesa – una premessa di gioia pura. Proust attende – attende sempre: il bacio materno della buonanotte, le vacanze in campagna, la casa dei nonni, attende Lucien Daudet, suo amore di giovinezza, e il più creativo Reynaldo Hahn, come un giorno aspetterà il ritorno del più disperato dei suoi amanti: il segretario-aviatore Alfred Agostinelli. Da bambino attende l’apparizione salvifica di Gilberte nella neve compatta di dicembre; da adulto quella della fuggitiva Albertine. E Swann attende Odette con la stessa vertiginosa pena proiettiva con cui da piccolo il narratore pregustava i mesi caldi di Combray. Aspettare è il verbo – e l’attitudine – più ricorrente dell’intera Recherche, e me ne approprio nel notare, con una punta di rammarico, la luce che dirada sui crepuscoli del canale, la lentezza dell’estate, i giorni che mi separano dall’addio di Enrico”.

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