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Vaccino killer? Su caso Turiaco famiglia insiste: “Indagare su Astrazeneca”. Ma Procura di Messina vuole archiviare

Da un lato la famiglia di Augusta Turiaco, dall’altra la Procura di Messina, che insiste perché l’inchiesta sulla morte della docente messinese e i gli ipotizzati legami col vaccino anti covid 19 Astrazeneca vada in soffitta.

Si è aperto oggi il vaglio preliminare sugli accertamenti della magistratura messinese sulla vicenda. E il giudice per le indagini preliminari ha già i suoi “grattacapi”: perché tra la parte civile e l’ufficio di Procura non c’è accordo.

L’avvocato Daniela Agnello, legale de Turiaco, ha chiesto ancora una volta di approfondire gli accertamenti sul legame tra la vaccinazione somministrata alla docente e la sua morte, forte delle perizie che hanno indicato la correlazione tra i due eventi. E si è quindi opposta alla richiesta di archiviazione formulata dalla Procura, chiedendo di rinviare il fascicolo proprio agli inquirenti per approfondire gli accertamenti su alcuni aspetti specifici. Al contrario la Procura è ferma sulla sua posizione: non ci sono elementi per inquisire penalmente né i sanitari coinvolti nella vaccinazione, le cui responsabilità sono state escluse dalle perizie, né il colosso Astrazeneca.

Perché al momento della vaccinazione i risultati delle ricerche in possesso della comunità scientifica escludeva la correlazione. Quello si sapeva all’epoca, la casa farmaceutica né altri hanno responsabilità, in sostanza secondo gli inquirenti.

L’avvocato Agnello insiste invece in particolare sui moduli di consenso informato consegnati al momento della vaccinazione e sugli effetti collaterali indicati. Ed ha chiesto che vengano acquisite e analizzate dalla Procura: la documentazione in possesso di Astrazeneca e fornita ad Ema e Aifa per ottenere le autorizzazioni a somministrazioni e commercializzazione del siero anti coronavirus, le stesse autorizzazioni, le circolari e le linee guida del Ministero della Salute. Secondo la legale rappresentante della Turiaco, poi, i vertici della società farmaceutica, di Aifa ed Ema vanno interrogati, così come chi, al Ministero, ha concesso le autorizzazioni. “I familiari e l’intera comunità hanno diritto di avere delle risposte, di conoscere la verità su un vaccino che ha provocato troppe vittime e ha lasciato troppe ombre e dubbi inquietanti.”, ha detto l’avv. Agnello. 

Il Giudice si è riservato la decisione alla fine dell’udienza camerale, dopo aver ascoltato la legale e i pubblici ministeri titolari del caso, guidati dal Procuratore Capo Maurizio De Lucia.

I familiari e l’intera comunità hanno diritto di avere delle risposte, di conoscere la verità su un vaccino che ha provocato troppe vittime e ha lasciato troppe ombre e dubbi inquietanti.