Taormina Arte: la protesta dei dipendenti, degli stagionali e dei "figli di un dio minore"

Taormina Arte: la protesta dei dipendenti, degli stagionali e dei “figli di un dio minore”

Rosaria Brancato

Taormina Arte: la protesta dei dipendenti, degli stagionali e dei “figli di un dio minore”

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giovedì 02 Aprile 2015 - 05:49

Mentre la Regione avvia il percorso verso l'istituzione della Fondazione Taormina Arte e si procede con lo scioglimento del Comitato i 13 dipendenti che saranno licenziati presentano un atto extragiudiziale, i sindacati chiedono un incontro all'assessore per gli stagionali. A protestare sono anche quelle maestranze e tecnici fuori da ogni tutela "i figli di un dio minore"

La nascita della Fondazione Taormina Arte dalle ceneri del “quasi” sciolto Comitato sta avvenendo sotto tuoni e fulmini.

La bufera che si sta abbattendo sia sulla Regione che sulla classe politica che negli anni di successo ha portato la “bandiera” di Tao Arte e adesso appare quantomeno “smemorata” proviene da più parti: e mentre i 13 dipendenti si sono rivolti ai legali, i lavoratori stagionali si sono affidati ai sindacati. Da tutelare ci sono diritti acquisiti e certezze per il futuro.

In prima fila 13 dipendenti di Tao Arte (Ida Cuzzocrea, Daniela Di Leo, Elisabetta Gulotta, Giulia Arianna La Pica, Anna Lo Turco, Emilia Mammoliti, Maurizio Micali, Elisabetta Monaco, Manuele Passalacqua, Milena Privitera, Liliana Sangiorgio, Domenico Scattareggia), assunti a tempo indeterminato dal ’96 e che da oltre 8 mesi non percepiscono stipendi. Ma a preoccuparli maggiormente,al di là dei mancati pagamenti sono le nubi all’orizzonte e cioè quella norma inserita nella Finanziaria e che prevede (vedi articolo allegato) non la “trasformazione” del Comitato in Fondazione, ma due fasi ben nette e distinte, ovvero lo scioglimento del Comitato e la successiva istituzione della Fondazione, con la Regione nel ruolo di protagonista. La differenza non è da poco,perché in questo modo si tagliano i ponti con il passato, con una massa debitoria di oltre 4 milioni e mezzo di euro (contenziosi esclusi) e con i 13 dipendenti a tempo indeterminato. Insomma, la Fondazione inizia da zero e proprio questo aspetto preoccupa più di ogni altro i 13 lavoratori che hanno contribuito a quel successo di Taormina Arte nel mondo. La Provincia, con provvedimento del Commissario Romano è già uscita dal Comitato e l’iter per lo scioglimento è in fase avanzata così che appare inevitabile il licenziamento dei lavoratori.

“Tale scenario è di evidente grande pregiudizio ai sottoscritti- si legge nell’atto extragiudiziale presentato dai 13- e per questo abbiamo dato mandato al nostro legale di fiducia perché si attivi in ogni sede a tutela dei nostri diritti. Nelle more diffidiamo tutte le autorità,ciascuna per quanto di propria competenza, perché oltre a fare tutto quanto in loro dovere per l’immediato pagamento delle pregresse spettanze pari mediamente a circa 15 mila euro ciascuno,garantiscano,anche attraverso adeguata e inequivocabile previsione legislativa la prosecuzione del nostro rapporto di lavoro con il soggetto che sostituirà il Comitato Taormina Arte”. I lavoratori preannunciano che in caso di “sostituzione” del Comitato con un altro Ente, con le stesse funzioni del primo ma con l’esclusivo obiettivo di evitare debiti e autorizzare nuove assunzioni, sarà contestata in tutte le sedi possibili “perché illegittima e fonte di danno ingiusto nei nostri confronti”.

Se i dipendenti hanno presentato un atto extragiudiziale le organizzazioni sindacalii SLC-CGIL, UILCOM-UIL e UGL , si rivolgono all’assessore regionale al turismo e spettacolo Cleo Li Calzi per chiedere un incontro sulle questioni che riguardano il futuro dei lavoratori stagionali (attrezzisti, custodi, macchinisti, elettricisti, ecc.) che ogni anno, con le proprie professionalità, permettono lo svolgimento delle manifestazioni di Tao Arte.

“Riteniamo sia urgente un incontro per discutere delle problematiche attinenti l’assenza di una qualsivoglia garanzia occupazionale per i lavoratori da noi rappresentati, uniche vittime di una riorganizzazione che non li vede adeguatamente tutelati nella loro professionalità e dignità” dichiara il segretario di SLC-CGIL Giuseppe Di Guardo; mentre il segretario UGL Salvatore Mercadante aggiunge: “L’incertezza, ormai cronica, sul destino dei lavoratori, vittime dello “scontro” tra Comune di Taormina e Regione Sicilia non può trovare le maestranze come unici soggetti che ne pagano le maggiori conseguenze”. A ribadire l’esigenza di un incontro urgente è anche il segretario di Uilcom-Uil Antonio Di Guardo :“Riteniamo doveroso da parte di chi amministra la cosa pubblica che con le proprie scelte (qualunque esse saranno), segnerà la sorte del Comitato e dei lavoratori da sempre in esso occupati, essere ricevuti per ottenere le adeguate risposte nell’interesse di tutti i lavoratori”.

Sull’argomento è anche intervenuto, per conto di quelle maestranze definite “figli di un dio minore” ed in rappresentanza dell’Ugl-Utl di Messina l’avvocato Felice Panebianco : “ La politica, locale e regionale – che non ha esitato nel passato a sfruttare per un proprio ritorno di immagine le vetrine internazionali frutto dell’attività del Comitato – oggi ne canta in maniera impietosa il “de profundis”. Oltre ai lavoratori a cui sempre si fa riferimento vi sono altre maestranze che, con la loro professionalità e il loro impegno, hanno sempre permesso (anche quando gli stipendi non arrivavano e venivano disattese le promesse di una stabile collocazione lavorativa) il corretto svolgimento delle attività di TaoArte. Mi riferisco a quei tecnici, con la qualifica di attrezzista, macchinista, elettricista che hanno sempre svolto con solerzia i compiti affidati. Figli anch’essi di TaoArte, ma probabilmente figli di un dio minore. Nessun cognome importante, nessun “padrino” politico che si è speso per loro. Solo promesse ripetute per anni, sfruttando il naturale desiderio di vedere finalmente stabilizzata la propria posizione. Cosa sarebbero state le rassegne realizzate da TaoArte senza il loro determinante contributo? Chi avrebbe, assemblato le tribune, il palco, le scenografie? Verificato e realizzato gli impianti, le attrezzature di scena? A loro non è toccata una generosa stabilizzazione e oggi si trovano a vagare nel limbo dell’incertezza, con mesi di stipendi in arretrato. Oggi si ritrovano senza alcuna tutela e prospettiva per il futuro. Angelo, Antonino, Carmelo, Domenico, Giovanni, Pancrazio, Rosario, Salvatore si ritengono figli di TaoArte, ma la Regione Siciliana che genitore si dimostrerà essere? “

Mentre tutto frana anche chi era “di serie B” nel periodo d’oro finisce con l’essere penalizzato il doppio perché ha minori tutele e minori possibilità di far valere i propri diritti. Mentre tutto frana l’estate si avvicina ed il futuro di Taormina Arte sembra ancora fermo in una stagione gelida.

Rosaria Brancato

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