Raciti: "Il Pd siciliano non sarà più quello delle satrapie, ma un Pd unito,rinnovato"

Raciti: “Il Pd siciliano non sarà più quello delle satrapie, ma un Pd unito,rinnovato”

Rosaria Brancato

Raciti: “Il Pd siciliano non sarà più quello delle satrapie, ma un Pd unito,rinnovato”

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sabato 01 Febbraio 2014 - 20:51

Fausto Raciti, candidato alla segreteria regionale del Pd, a Messina in vista delle primarie del 16 febbraio commenta il difficile momento della Sicilia e del partito. "Sono il candidato delle aree che puntano all'unità. Voglio parlare di problemi e progetti, non di poltrone". Sul nome del giovane deputato, 30 anni tra un mese, è stata raggiunta l'intesa tra l'area Cuperlo e quella Renzi. A Messina e provincia dal congresso dei circoli Raciti è primo, con il 46,06% dei voti

“Io non sono il candidato scelto da “personalità”, ma da aree politiche. Non ho mai lavorato ad una mia candidatura, mi è stato chiesto per riuscire a costruire un partito che sia unito e abbia capacità di incidere”. Fausto Raciti, 30 anni a marzo, è il candidato alla segreteria regionale del Pd che è riuscito a mettere d’accordo Crisafulli e Faraone, che fino alle primarie di dicembre erano “nemici dichiarati”.

Sul nome del giovane deputato, nativo di Ragusa, cresciuto ad Acireale, diventato con le primarie del 2008 segretario nazionale dei Giovani Democratici con il 77% delle preferenze e riconfermato nel 2012 con l’83,2%, vicino alla corrente dei “giovani turchi”, inserito nel listino di Bersani al quinto posto in Sicilia Orientale ed ora deputato, cuperliano di ferro, è stata raggiunta l’intesa tra le aree Cuperlo e Renzi, che puntano alle primarie del 16 febbraio a scardinare il “vecchio Pd” dell’uscente Giuseppe Lupo. Su di lui c’è anche il via libera di Crocetta.

“A chi dice che il mio nome rientra in un gioco di distribuzione di poltrone- spiega Raciti- dico che è un’accusa ridicola, agitata da chi ha voluto partecipare a questo metodo in passato. Il nostro obiettivo è trovare un punto di sintesi, anche inedito, per il Pd in Sicilia. E’ una missione complessa e difficile. La Sicilia rischia oltre al dramma sociale anche l’isolamento istituzionale e politico. Abbiamo vinto le regionali da “minoranza”, grazie alle divisioni del centro-destra ed all’elevato astensionismo. Adesso dobbiamo governare cambiando il rapporto con i siciliani, dobbiamo parlare di problemi, non di poltrone. In Sicilia c’è un settore privato debole, debolissimo, e di contro grandi blocchi conservatori che tarpano le ali. Conta la dimensione del progetto. Dobbiamo pensare al sistema della cooperazione come strumento centrale, puntare sul welfare, sul terzo settore. Di questo dobbiamo parlare, di questo parlerò con il governatore, non di rimpasto”.

A Giuseppe Lupo, che nel pomeriggio lanciava frecciate sulla spartizione delle poltrone e sugli inciuci, Fausto Raciti,con un comunicato, ha rispedito al mittente ogni accusa: “Mi sorge un dubbio: parla Giuseppe Lupo o suo fratello gemello? Perché quelle che leggo sembrano dichiarazioni di chi finora ha vissuto altrove… proposito di poltrone, invece di lanciare accuse contro tutto e tutti, Lupo dovrebbe dare più di una spiegazione sul modo in cui ha gestito il partito in questi anni. Quanto alla convergenza che si registra attorno alla mia candidatura credo che sia un valore aggiunto: da troppo tempo i nostri elettori ci chiedono innanzitutto ‘unità’. Dunque mi sarei aspettato che Lupo fosse il protagonista di questo percorso unitario, non certo il suo principale oppositore”.

Sulla compattezza tra le diverse anime vuol fare il suo cavallo di battaglia, trovando l’unità sui progetti e non sugli incarichi, sulle strategie e non sulle spartizioni di potere, altrimenti il terreno perduto tra gli elettori in Sicilia a favore dei 5Stelle non sarà più recuperato.

“Dobbiamo ritrovare una dimensione normale nel rapporto tra il Pd e i cittadini, non possiamo più essere il partito delle satrapie. La crisi ha portato lo scontento e la sfiducia a livelli altissimi”.

Raciti presterà attenzione al Pd di Messina come a tutte le altre realtà dell’isola “Il Pd non è stato ancora costruito in Sicilia, tutto il territorio merita attenzione e impegno, perché eredito un partito che è una sorta di isola che non c’è. Il tema del rinnovamento è centrale anche a Messina”.

Sull’Italicum e sulle preferenze ha le idee chiare. Alle Politiche di febbraio 2013 è stato inserito nel listino dei “blindati”, vicinissimo a Bersani, ma, ad esempio, dalla sua ha ben due primarie vinte a suon di preferenze, quelle per la segreteria nazionale dei Giovani Democratici, oltre 90 mila nel 2008 e 120 mila nel 2012.

“Le preferenze sono una scelta democratica, rappresentano una corretta selezione democratica, e dal mio punto di vista sono l’ottimale. Personalmente sarei per un proporzionale con una soglia bassissima di premio di maggioranza, quasi minima. In ogni caso l’Italicum è migliorabile,ci sono i margini”.

Sulle preferenze tornerà a confrontarsi il 16 febbraio, alle primarie per il segretario regionale del Pd. Il sistema è lo stesso “a doppio turno” utilizzato dal partito per la segreteria nazionale. I candidati erano cinque, l’uscente Giuseppe Lupo, Fausto Raciti, Antonella Monastra, Antonio Ferrante e Giuseppe Lauricella e attraverso il voto dei circoli sono scesi a tre, che dovranno poi confrontarsi il 16 febbraio alle primarie aperte anche ai non tesserati. Intanto, sono ufficiali i dati definitivi relativi alla prima fase congressuale, quella dei circoli e che riduce a tre, ma probabilmente saranno due, alla luce delle percentuali, i candidati che si confronteranno alle primarie del 16 febbraio.

Per quel che riguarda Messina e provincia i dati vedono prevalere Fausto Raciti con il 46,06% dei voti, seguito dall’uscente Giuseppe Lupo con il 42,99%. Antonella Monastra si piazza al terzo posto con il 10,72%.

Esaminando solo i dati relativi alla città di Messina il primo posto è di Lupo (sostenuto da Genovese) con il 56,66%, seguito da Fausto Raciti con il23,74% e Antonella Monastra con il 19,30%. Su guardiamo i dati provinciali, per la prima volta un candidato sostenuto dai genovesiani, in questo caso Lupo, non è primo. La percentuale, sia pure scesa al 56 rispetto a quelle del passato, resta elevata solo in città, dove il parlamentare continua a contare su truppe fedelissime.

Rosaria Brancato

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