Il centro-sinistra verso le primarie di coalizione:tra i nomi D’Alia, Grasso

Finite le primarie del Pd, i riflettori del dibattito politico nazionale sono tutti puntati sulla Sicilia, che il 5 novembre sarà il primo test elettorale.

Dopo aver incassato la vittoria delle primarie Renzi sta riflettendo sull’ipotesi di Politiche anticipate in autunno, ma nel frattempo ci sono due tappe: amministrative di primavera e, soprattutto, Regionali in Sicilia.

Per il Pd un banco di prova ed in generale per i partiti, perché l’isola potrebbe essere la prima Regione a 5stelle. Renzi in Sicilia ha registrato percentuali di gran lunga più basse rispetto al resto del Paese, in sintonia con quella valanga di NO al referendum del 4 dicembre che la dice lunga sugli umori dei siciliani anche sulla classe dirigente Dem.

Proprio per tutti questi fattori l’ex premier non vuol rischiare una catastrofe a novembre in Sicilia, che potrebbe rappresentare un preludio delle Politiche di febbraio 2018. Da qui la decisione, da tempo maturata, delle primarie di coalizione per il candidato alla Presidenza della Regione.

Dall’inizio dell’anno Crocetta ha annunciato la sua candidatura come governatore uscente, guastando i piani di chi, in casa renziana, contava sulla strada comoda per un’investitura che non passasse dalle primarie. Con Crocetta che fa da terzo incomodo (e che si gioca la partita puntando ad altri incarichi), in campo, in casa Pd ci sono anche l’attuale assessore regionale Antonello Cracolici e il sottosegretario alla sanità Davide Faraone, da due mesi in campagna elettorale in giro per la Sicilia con il suo “pensatoio”. Nelle scorse settimane si è registrata la “tentazione” Enzo Bianco, ma il sindaco di Catania, dopo averci riflettuto ha detto “no grazie”, consapevole che i nemici li avrebbe avuti più in casa che tra gli alleati. Proprio Bianco ha lanciato un nome che potrebbe anche vedere una convergenza più ampia, ovvero l’attuale presidente del Senato Piero Grasso, candidatura che potrebbe mettere d’accordo in tanti. Lo scorso anno Renzi aveva lanciato il nome del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini anche se in quei giorni l’idea non fu accolta con entusiasmo.

Se il quadro dovesse restare quello limitato ai 3 “tenori”, ovvero Crocetta-Faraone- Cracolici, i rischi al momento del voto sarebbero troppi, da qui la necessità di ricorrere alle primarie del centro-sinistra aperte agli alleati. La data dovrebbe essere quella della prima metà di luglio, quindi successiva all’esito delle amministrative. L’idea è quella di puntare su un candidato supportato da un vasto schieramento di liste, con un forte appoggio dei moderati. Insomma, se proprio l’identikit del candidato vincente non c’è il centro-sinistra allora spera di giocarsela sulle liste. Ma le primarie serviranno soprattutto a pesare gli alleati, dai centristi di D’Alia all’Alternativa Popolare ed a Sicilia Futura di Cardinale e Picciolo. A dar man forte arriverà anche la lista cosiddetta dei sindaci voluta da Leoluca Orlando e contropartita per il sostegno alle amministrative di Palermo.

Non ci sono molti nomi al momento per le primarie del centro-sinistra ma tra i papabili c’è l’ex rettore di Palermo Lagalla, che da tempo non fa mistero di voler misurarsi con le urne, l’ex ministro messinese Gianpiero D’Alia e l’europarlamentare La Via.

Non si sa ancora se Cardinale vorrà sostenere uno dei candidati oppure puntare su una candidatura targata Sicilia Futura.

Presto per dare certezze ma il percorso sarà quello delle primarie.

Sul fronte del centro-destra tutto lascia pensare, dopo l’annullamento delle primarie, che si ripeterà l’errore del 2012 e si presenterà diviso a meno di improbabili ripensamenti o convergenze di una parte dell’area verso una candidatura moderata del fronte centro-sinistra.

Il M5S sta alla finestra, ringrazia i 5 anni di Crocetta che stanno consentendo al movimento quasi di non fare campagna elettorale.

Rosaria Brancato