Milazzo, continua a far discutere la riconversione della centrale Edipower

Milazzo, continua a far discutere la riconversione della centrale Edipower

Serena Sframeli

Milazzo, continua a far discutere la riconversione della centrale Edipower

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mercoledì 09 Settembre 2015 - 22:23

Dopo il primo incontro tra i tecnici A2A e la seconda commissione consiliare milazzese, si torna a parlare di termovalorizzatore e riconversione con i rappresentanti dei sindacati. Intanto il comitato No Css critica alcuni punti della relazione dei tecnici A2A

Inceneritore, termovalorizzatore, riconversione: sono queste le parole più pronunciate in questi giorni nella Valle del Mela. Si cerca di capire nel dettaglio il futuro del sito industriale Edipower di San Filippo del Mela e il progetto specifico della società A2A, che nei giorni scorsi lo ha illustrato alla seconda commissione. Durante l’incontro si è parlato di come gli inceneritori sono stati soppiantati dalle nuove tecnologie di termovalorizzazione, molto più efficienti e a basso impatto ambientale.

Ieri mattina la seconda commissione consiliare, presieduta da Pietro Formica, è tornata a riunirsi per ascoltare questa volta il parere dei sindacati. Per le organizzazioni sono intervenuti Pino Foti (Cgil), Giovanni Amendolia (Cisl) e Carlo Caruso (Uil): i tre hanno sottolineato l’importanza di affrontare la questione della riconversione della centrale senza alcun pregiudizio, tenendo conto della necessità di salvaguardare i livelli occupazionali.

“Ad oggi l’unica certezza – è stato sottolineato dai rappresentanti sindacali – è l’accordo di programma tra azienda sindacati ed istituzioni venuto fuori in prefettura nei mesi scorsi per rilanciare la centrale termoelettrica di San Filippo del Mela e scongiurare i licenziamenti. A2A attraverso il suo AD, confermando per intero tutti i timori espressi finora dal sindacato, ha detto chiaramente che le difficoltà del mercato elettrico sono nettamente aumentate negli ultimi mesi per via del trend negativo dell’economia, dichiarando di voler continuare l’attività di impresa, garantendo il proseguo della produzione attraverso l’impiego del CSS. Ciò per far continuare l’attività su due gruppi con non più di 60 MW. Partendo da questo occorre fare le valutazioni che passano per due aspetti: la salvaguardia ambientale e la tutela dei livelli occupazionali che, secondo quanto riferito dal management di A2A dovrebbero essere garantiti”.

I consiglieri della commissione hanno ribadito le proprie perplessità; il consigliere Magistri vuole “avere un quadro chiaro, anche se va detto che nell’incontro di lunedì i dirigenti di A2A questo contributo di chiarezza non l’hanno dato, non rispondendo ad alcune domande sollevate dalla commissione”, mentre il consigliere Franco Coppolino ha chiesto che il confronto sia tra tutte le parti in causa, evitando di ascoltare separatamente chi ha posizioni contrapposte, come ad esempio ambientalisti e sindacati. Intervento poi del presidente del consiglio Gianfranco Nastasi che ha lanciato la proposta di un consiglio aperto per governare più serenamente tutte le fasi del confronto e ottenere più informazioni possibili sul progetto.

Intanto il comitato “No Css- inceneritore Valle del Mela” parla di una verità nascosta dai tecnici A2A durante l’incontro con la commissione consiliare a partire dalla definizione di inceneritore e termovalorizzatore: “nella lingua italiana termovalorizzatore e inceneritore sono sinonimi. Vediamo cosa dice il dizionario alla voce “Termovalorizzatore”: “Inceneritore di rifiuti urbani solidi utilizzato come impianto di produzione di calore o elettricità”; a riprova di ciò basta confrontare come si traducono “termovalorizzatore” ed “inceneritore” nelle varie lingue straniere: esattamente nello stesso identico modo in tutte le lingue del mondo”.

Durante l'incontro poi i tecnici A2A hanno spiegato come funzionerà il nuovo sistema. I rifiuti, opportunamente differenziati, andranno – la parte umida – in apposite discariche adibite alla loro trasformazione in Combustibile solido secondario(Css) che, a sua volta, verrà messo a disposizione di Edipower-A2A, che lo acquisterà per attuare il ciclo produttivo. Per il comitato questa è la regina delle menzogne: “nella letteratura scientifica sono ampiamente documentati gli effetti nefasti sulla popolazione degli inceneritori anche di ultima generazione; per di più sono stati condotti studi che comparano l’impatto ambientale del CSS con quello dei combustibili fossili che andrebbero a sostituire. Il bilancio è impietoso: comparsa di diossine, PCB e furani, sostanze tra le più tossiche e cancerogeni esistenti in natura, e marcato incremento delle emissioni di metalli pesanti, specie mercurio, sotto forma delle insidiose e non filtrabili nanoparticelle (PM 0,1), in assoluto le più pericolose tra le polveri sottili, sebbene non normate dalla legislazione vigente”.

Ultimo punto messo sotto torchio è la dichiarazione, sempre dei tecnici, del Css e della sua produzione dall’umido: “L’Arpa Marche, giusto per fare riferimento ad un ente istituzionale, chiarisce abbastanza bene di cosa è fatto il CSS: frazione secca (sopravaglio) dei rifiuti indifferenziati (in maggioranza carta, plastica, tessili, pannolini), depurata dagli elementi non combustibili (ferraglia e altri inerti). Quindi normalmente sono i rifiuti indifferenziati a costituire la materia prima del CSS. Va comunque detto che la legge consente che, per aumentare il potere calorifico del CSS, questo possa essere arricchito da plastica proveniente dalla raccolta differenziata, fino ad arrivare al 50% del totale della sua massa. Vi è quindi il fondato pericolo, avvalorato dalle affermazioni di A2A, che la gente inconsapevole faccia la raccolta differenziata della plastica credendo di avviarla al riciclaggio, mentre invece verrebbe bruciata nell’inceneritore di San Filippo del Mela”.

Il dibattito è destinato ad andare avanti ma l’unica certezza al momento sembra legata a delle date in quanto la trasformazione non sarà immediata. Le due linee partiranno in diverse fasi: la prima nel 2019 e l’altra nel 2021.

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