Violenza sulle donne in Calabria: le denunce sono la metà delle segnalazioni

Violenza sulle donne in Calabria: le denunce sono la metà delle segnalazioni

Alessandra Serio

Violenza sulle donne in Calabria: le denunce sono la metà delle segnalazioni

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sabato 28 Novembre 2020 - 08:10

I dati della violenza sulle donne e della lotta dei Carabinieri in Calabria, dove le denunce sono la metà delle richieste di intervento

Le denunce formalizzate contro gli uomini violenti nell’anno quasi concluso in Calabria sono state la metà delle chiamate con richieste di intervento per segnalazioni di singoli episodi. A raccontarlo è il comandante dei Carabinieri di Calabria, il Generale Andrea Paterna, in occasione delle iniziative del 25 Novembre, la giornata mondiale della lotta alla violenza sulle donne.

Il generale ha fatto il bilancio dell’attività dell’Arma in Calabria, ed ha sciorinato i dati delle denunce e i procedimenti contro le tante forme di violenza sulle donne, dal maltrattamento agli abusi sessuali, dal revenge porn allo stalking. Tra questi, quello più significativo è sicuramente quello della grande differenza tra le richieste di intervento e le denunce poi formalizzate.

“E’ un dato che dobbiamo analizzare con attenzione – ha spiegato il generale Paterna – per capire se la differenza è dovuta al fatto che magari tanti primi interventi nascono da situazioni episodiche – l’aspra lite familiare che però non ha seguito, per esempio – o se invece tante denunce non vengono formalizzate perché la vittima ha paura. Capire questa cosa vuol dire realizzare uno delle “nuove” capacità che vengono richieste ai Carabinieri, perché certi “episodi – sentinella” sono spesso l’inizio di una spirale di violenza che dobbiamo andare a contrastare, e lì che si concretizza l’efficacia della nostra azione, intervenire prima che sia troppo tardi”.

Per farlo, i Carabinieri possono contare in Calabria su 14 uomini e 3 donne dell’Arma specificatamente formate, cui si andranno ad affiancare altri operatori specificatamente addestrati nel 2019, inseriti nei nuclei investigativi provinciali, e su 8 “stanze tutte per sé”, ovvero le stanze dell’ascolto nate per raccogliere le denunce in un ambiente protetto dove le donne trovano ad accoglierle personale qualificato, non soltanto dell’Arma.

Il comandante ha poi fatto il bilancio dell’attività, spiegando che i femminicidi sono calati nel 2020 rispetto al 2019 – 3, contro gli 8 dell’anno precedente, mentre sono aumentati seppur lievemente i casi di maltrattamenti in famiglia scoperti: 396, contro i 383 dell’anno prima.

Nel 2020 sono state 312 le denunce per stalking, contro le 278 del 2019, mentre le violenze sessuali sono scese da 94 a 83. Complessivamente nel 2020 sono stati 67 gli arresti, nel 2019 erano stati 85, mentre le denunce sono state 155, contro le 237 dell’anno prima.

“Questi numeri non spaventano ma rassicurano – ha detto la presidente del Soroptimist Italia Rina Florulli, che coordina con l’Arma il progetto delle stanze tutte per sé – perché vuol dire che cresce la consapevolezza delle donne e la fiducia nella risposta delle forze dell’Ordine”.

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