Fare cultura su Youtube, intervista a Riccardo Vessa di wesachannel

Fare cultura su Youtube, intervista a Riccardo Vessa di wesachannel

Pierluigi Siclari

Fare cultura su Youtube, intervista a Riccardo Vessa di wesachannel

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mercoledì 09 Gennaio 2019 - 06:59
Youtube

Fondato il 14 febbraio del 2005 da Chad Hurley, Jawed Karim e Steve Chen, Youtube è stato acquistato nell’ottobre dell’anno successivo da Google per 1,65 miliardi di dollari. Una somma difficile anche solo da immaginare, ma che rende l’idea del potenziale che Google riconosceva alla piattaforma. A conferma di ciò, Youtube è il sito con il maggior tasso di crescita nei primi dieci anni di attività; nel 2017 ha raggiunto il traguardo di un miliardo e mezzo di visitatori per mesi ed è il secondo sito più visitato al mondo, proprio dopo Google.

Oggi praticamente tutte le aziende fanno pubblicità su Youtube, sia con i classici spot che compaiono a inizio o in mezzo a un video, sia incaricando direttamente i creatori di contenuti – i cosiddetti youtubers – di realizzare un video ad hoc in cui il prodotto o servizio in questione sia al centro dell’attenzione – naturalmente in modo positivo.

Pur essendo lontanissima dai numeri della versione americana, a causa del numero di abitanti e soprattutto della lingua, anche Youtube Italia gode di ottima salute e diversi canali superano il milione di iscritti. A raggiungere i numeri più importanti sono in genere canali che offrono contenuti particolarmente leggeri – videogiochi, candid camera, make-up -, segno che l’utenza più assidua è caratterizzata dalla giovane età, ma ci sono anche canali più di nicchia, che trattano argomenti come politica, scienza, arte e letteratura, riscuotendo un buon successo.

Riccardo Vessa gestisce dal novembre del 2015 wesachannel, canale in cui parla del governo e della situazione economica, ma anche di libri e testi di canzoni, senza trascurare film e videogiochi. Decine di migliaia di utenti seguono fedelmente i video di Riccardo, trentaseienne bolognese con una laurea in comunicazione e una specialistica in filosofia, che sostiene “Non è strano che un laureato in filosofia apra un canale su Youtube, è strano che non lo faccia. Un laureato in filosofia dovrebbe cercare di avere impatto sulle altre persone, dovrebbe cercare di fare in qualche modo la differenza. Non credo che studiare filosofia abbia come scopo la gloria personale oppure la carriera accademica fine a se stessa, credo invece che sia importante parlarne a chi non l’ha studiata. Youtube è uno strumento che si presta tantissimo al filosofo, sembra quasi che l’abbiano creato apposta”.

Nel video di presentazione del proprio canale, risalente appunto ormai a più di tre anni fa, Riccardo anticipava che si sarebbe occupato di letture di ogni tipo, dalla poesia alla saggistica alla narrativa. “Poi le cose sono andate in maniera un po’ diversa” spiega Riccardo, Come tanti altri ho iniziato senza conoscere bene Youtube, ho studiato la piattaforma in corso d’opera. Pian piano ho scoperto le regole non scritte, ma facilmente intuibili, che disciplinano l’algoritmo, e cosa premiano gli utenti; ciò porta alla consapevolezza che non puoi evitare di trattare determinati argomenti. All’inizio avevo una visione molto idealistica, anche se in realtà filosofia, poesia e letteratura sono rimaste nel canale, anzi ne sono l’architettura portante, ma adopero anche l’attualità come pretesto per fare della filosofia. Alla fine il mio canale compie una critica e una filosofia di quello che succede oggi in vari campi”.

Una delle caratteristiche di Riccardo consiste nel realizzare i video senza tagli, come lui stesso conferma: Registro i miei video in presa diretta, a volte la prima registrazione è quella buona, quindi la preparazione del video non supera di molto quella del video stesso, altre devo ricominciare e i tempi si allungano. In generale, comunque, il maggior investimento di tempo riguarda la documentazione che precede il video in questione. Se si vuole parlare di attualità, bisogna studiare bene l’argomento di cui si tratta. È anche importante dire che la frequenza con cui carico i video non può essere fissa, perché non farei mai un contenuto tanto per farlo, devo essere davvero interessato al tema”.

Passiamo a parlare dell’argomento guadagni. Sul punto, ci sono due concezioni diffuse, agli antipodi tra loro, e entrambe errate. Da un lato, chi immagina che ogni youtuber sia ricco, dall’altro chi crede che nessuno arrivi a cifre importanti: “Sicuramente ci sono dei creatori di contenuti che guadagnano tanto, ma sono pochissimi e per lo più si rivolgono al pubblico infantile, che è il più numeroso. Per fare un po’ di chiarezza, va detto che al riguardo a contare non è tanto il numero di iscritti al canale, ma il numero complessivo di visualizzazioni e soprattutto il “watch-time”, il tempo di visualizzazione di un video, che è ciò che Youtube premia e che permette di arrivare alle inserzioni pubblicitarie. L’utente inattivo, o che vede solo dieci secondi di un tuo video, non è utile in tal senso. La cosa fondamentale è mantenere l’attenzione del pubblico. Il mio canale da questo punto di vista è fortunato, perché tendo a fare dei discorsi che vanno seguiti fino alla fine, e ciò mi permette di galleggiare. Diciamo che uno youtuber si crea pian piano un proprio ecosistema di entrate, che può comprendere per esempio i link su amazon, i patreon (un tipo di finanziamento che si riceve direttamente dal proprio pubblico) e i corsi online. In ogni caso, chi inizia un percorso su Youtube non può immaginare di guadagnare da subito, deve mettere in conto che possono volerci mesi o anni per i primi risultati”.

Il binomio cultura-Youtube, continua Riccardo, ha enormi margini di sviluppo: Penso che Youtube sia uno degli strumenti più potenti per fare divulgazione culturale, per parlare di libri, di temi importanti. Su Youtube c’è un pubblico molto vasto e soprattutto molto attento, a differenza di altre piattaforme, come quella televisiva. Chiaramente su Youtube c’è di tutto, comprese cose del tutto demenziali, ma è anche, ripeto, la piattaforma ideale per contenuti più seri, e se ne stanno accorgendo sempre più persone”.

Spesso si tende a fare il confronto tra Youtube Italia e la versione statunitense, e secondo Riccardo il paragone è, per noi, meno drammatico di quanto sostengono molti utenti: “Chiaramente quello americano è un altro mondo, soprattutto per le potenzialità della lingua, infatti consiglierei senza dubbio a uno youtuber italiano in grado di parlare un ottimo inglese di rivolgersi a quel mercato. La vastità del pubblico permette di avere entrate maggiori e di conseguenza di poter fare investimenti maggiori sul canale. Ciò detto, anche su Youtube Italia abbiamo dei canali molto validi”.

È parere quasi unanime che gli under 13 oggi guardino più Youtube che la televisione, e Riccardo non ha dubbi sul perché: “Dipende, a mio avviso, sia dalle caratteristiche del supporto che del palinsesto. Lo smartphone, che ormai abbiamo tutti, rende immediato guardare Youtube, e il fatto di non dover sottostare agli orari stabiliti dalle emittenti televisive dà grande libertà. Di fatto, puoi guardare quello che vuoi quando vuoi”.

Chiediamo a Riccardo se, secondo lui, il sorpasso di Youtube riguarderà anche il pubblico adulto: “Credo di sì, che un po’ alla volta succederà. In fondo anche Facebook, che all’inizio vedeva utenti soprattutto giovani, ora ha iscritti di tutte le età. Già su Youtube si muovono molti over quaranta, e immagino saranno sempre di più, perché quello è il trend. So che molti adesso usano Youtube soprattutto per vedere i trailer dei film, i gol delle partite o i tutorial su come fare qualcosa, piuttosto che per seguire produttori seriali di contenuti. Ma un po’ alla volta, questa utenza, entrando sempre più spesso su Youtube, suppongo finirà per seguire anche contenuti diversi”.

Dinamica fondamentale di Youtube è quella dei “video consigliati”, quelli cioè che appaiono sotto quello che si sta guardando: “So che molti utenti che oggi mi seguono con costanza hanno conosciuto il mio canale grazie ai “consigliati”. Tanti mi hanno anche svelato che hanno visto per mesi la mia faccia sotto i video che guardavano prima di cliccarci sopra. Per rientrare nei “consigliati” conta moltissimo come Youtube ti categorizza: un po’ sono i titoli, un po’ le tag e le descrizioni, un po’ alla lunga hai un’utenza in comune con altri canali, e Youtube immagina quale sia il tipo di pubblico a cui consigliarti. È un modello simile a quello che Google fa con le pubblicità su internet, cercano di farti vedere le pubblicità che secondo loro potrebbero interessarti, e spesso ci azzeccano”.

Altra caratteristica del canale di Riccardo, e prima ancora sua personale, riguarda i modi pacati, oggigiorno rari sia sul web che fuori: “Naturalmente non c’è recitazione, è il mio modo di fare. Quando ho iniziato parlavo in modo quasi sottovoce, poi col tempo ho capito che almeno un minimo di impostazione dovevo assumerla. La cosa su cui ho lavorato di più è il ritmo del discorso, importantissimo per mantenere viva l’attenzione di chi ti segue. Però non avrei mai usato toni urlati, perché non sopporto chi urla”.

Per un canale che offre contenuti molto eterogenei, come quello di Riccardo, è particolarmente complicato parlare di obiettivi futuri: “Crescere continuando a fare quello che faccio”, spiega Riccardo, “per un po’, in passato, ho anche pensato di diventare molto più specifico da un punto di vista tematico, ma ho capito che non faceva per me. Alla fine va bene attualità come marchio, come tematica che è abbastanza vasta per poterla sviluppare in varie direzioni. Del resto le persone ti seguono per quello che sei tu, non tanto perché sei specialista di un argomento. Inoltre, ma questo riguarda un futuro ancora lontano, perché si tratta di un progetto ancora embrionale, mi piacerebbe dar vita a una sorta di club, una comunità che sorga intorno al canale e che sia costituita da persone con interessi comuni e disponibilità ad aiutarsi a vicenda”.  

Link al canale di Riccardo Vessa: https://www.youtube.com/channel/UCaM-zH6ji5kWncFMaBBc7Yg

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