Ha inizio il festival etneo di musica rock internazionale

Ha inizio il festival etneo di musica rock internazionale

Giuseppina Borghese

Ha inizio il festival etneo di musica rock internazionale

sabato 19 Luglio 2014 - 10:14

Deluse le aspettative per i Blonde Redhead, sorpresa per i Toy che intrattengono il pubblico con una performance irriverente e a tratti estenuante. Questa sera sarà la volta degli statunitensi Black Rebel Motorcycle Club.

L’idea della contaminazione tra le culture più diverse, del vagabondo apolide che traccia percorsi attraverso confini geografici insoliti e distanti tra loro, sembra il fil rouge che lega i temi dello Zanne Festival di quest’anno, come testimonia la scelta stessa dei gruppi che si esibiranno nei tre giorni della kermesse etnea. Ad aprire il festival, ieri, i Toy, band psichedelica composta dai londinesi Tom Dougall, Domic O’ Dair, Maxim Barron, Charlie Salvidge e dalla tastierista spagnola Alejandra Diaz. Il quintetto inglese ha infiammato il palco con una successione di brani tra la psichedelia più pungente e uno shoegaze sofisticato alla My Bloody Valentine. Riuscire ad etichettare musicalmente il lavoro dei Toy è un’impresa complessa oltre che, forse, anche un po’ inutile. La band inglese, infatti, come suggerisce il nome stesso, si diverte a giocare, a sperimentare nuove soluzioni sonore, impossibili da cristallizzare in una formula predefinita. Come il brano di punta, quello che li ha portati alla ribalta, “Let myself behind”, una scarica adrenalinica di chitarre distorte o “Kopter”, pezzo notevole dal loop perpetuo e ipnotico.
La musica dei Toy è come un’esplosione di colori che si bilanciano armonicamente tra loro passando dalle tonalità calde dell’arancione a quelle fredde e siderali del cobalto. Su questa linea immaginaria di tinte si definisce anche la performance del gruppo, che sul palco ha dato vita ad un tripudio di esplosioni di palloncini e stelline.

Un gruppo incandescente che però, forse, ha indugiato tanto su un’esibizione fin troppo prolungata, trattandosi di una band di apertura (la performance è durata circa un’ora e mezza, creando una certa tensione tra il pubblico che attendeva, chiaramente, gli headliner Blonde Redhead). Alle 23,30 circa arriva il momento più atteso: l’aria di festa creata dai Toy lascia il posto alle atmosfere morbide e surreali del gruppo indierock composto dalla cantante nipponica Kazu Machino e dai gemelli di origine italiana, ma di formazione canadese, Amedeo e Simone Pace. Le aspettative create intorno a questo nome di portata internazionale, sono ovviamente altissime e, forse proprio in virtù di questo aspetto, il concerto risulta un po’ deludente. Il trio, nell’unica data italiana, ha presentato in anteprima assoluta alcuni brani tratti dall’ultimo album, “Barragan”, tralasciando, però, molti dei pezzi migliori del proprio repertorio.
Noti per le sonorità rarefatte ed estremamente eccentriche, costruite sulla melodica del pianoforte e i graffi delle chitarre sulle quali si insinua il falsetto stridulo e tremendamente sexy di Kazu Machino, i Blonde Redhead mantengono un profilo stilistico di altissimo livello che rasenta, talvolta, i limiti dello snobismo intellettuale. Snobismo che, ai più, ieri sera, ha trovato espressione nell’esibizione, durata appena un’ora, con delusione tra il pubblico pagante (direbbe De Gregori) venuto anche da molto lontano per ascoltare la band statunitense.
Questa sera sul palco Dirty Beaches, Dark Horses, Clinic prima del concerto dei Black Rebel Motorcycle Club.

Giuseppina Borghese

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