L'importanza dei 34 milioni per la Cittadella. Oggi è solo abbandono

L’importanza dei 34 milioni per la Cittadella. Oggi è solo abbandono

Cesare Giorgianni

L’importanza dei 34 milioni per la Cittadella. Oggi è solo abbandono

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lunedì 06 Agosto 2018 - 06:54

La Regione sembrerebbe intenzionata a revocare il finanziamento. Il nuovo sindaco Cateno De Luca, però, preannuncia battaglia

Un sogno chiuso in un cassetto polveroso e dalla serratura arrugginita. Un autentico “scrigno dei desideri” per decenni rimasto sigillato anche da spesse ragnatele, sul quale hanno “vegliato”, ma solo da lontano, i fantasmi di una politica che ha mirato esclusivamente ad interessi personali, degli “eletti”, piuttosto che alla rinascita di una città un tempo crocevia del Mediterraneo sotto i più svariati aspetti. Una teca dalle pareti ammuffite dall’inerzia di chi ha amministrato per diversi lustri, all’interno della quale, come per un incantesimo, è stata colpevolmente richiusa parte della nostra nobile storia e soprattutto ogni possibile idea progettuale innovativa per aprire vitali orizzonti di sviluppo economico-sociale a quella che, un tempo, veniva a ragione definita la “Porta della Sicilia”.

Oggi, però, un vento “freddo”, imprevisto, penetrato da uno “spiffero” lasciato sconvenientemente aperto da determinate e arroganti forze partitiche che per lungo tempo hanno tenuto in mano incontrastate le sorti di Messina, sembra aver leggermente spolverato quel “cassettino della speranza”.

E si è quindi accesa una sottile lama di luce sull’attuabilità del piano di riqualificazione di Real Cittadella e limitrofe aree dell’ex stazione di degassificazione Smeb (proprio accanto alla cinquecentesca Lanterna del Montorsoli…). Un “disegno”, insomma, non più ritenuto tabù (forse perché comporta un “mare” di lavoro?) sul quale, in passato, si è spesso preferito parlarsi inutilmente addosso e affibbiarsi fantomatiche ed effimere medaglie, ma senza risultati concreti…

Premesso che è inutile tornare sulla magnifica storia antica di questa fetta di Zona Falcata e sugli “storici” errori delle Amministrazioni cittadine che si sono succedute nel tempo in relazione all’inopinato “sfruttamento” della stessa (come dimenticare, tra l’altro, l’inceneritore demolito solo dopo anni di battaglie?), non rimane che guardare avanti.

Tra sequestri giudiziari, inadeguati o inutilizzati finanziamenti per messe in sicurezza o lavori di bonifica (!), mega-progetti di riqualificazione mai andati realmente in “porto” ed eclatanti promesse ovviamente non mantenute alla città, l’avvelenata Falce di Messina, autentica discarica a cielo aperto e ormai terra di clochard, drogati e micro-criminalità, è andata via via degradandosi sempre più. Vergognosamente. Tra l’indifferenza generale.

Non può, quindi, che accendere una nuova fiammella di speranza anche una notizia sulla carta apparentemente negativa, venuta fuori nelle ultime ore: la Regione Siciliana, infatti, sembrerebbe intenzionata a revocare un previsto finanziamento da 34 milioni e 400mila euro destinati proprio alla riqualificazione della Real Cittadella. Il nuovo sindaco Cateno De Luca, però, seppure additando l’inerzia mostrata in merito da parte dei precedenti responsabili della Città Metropolitana, preannuncia battaglia per salvare l’ambizioso progetto che, però, secondo l’Assessorato regionale all’Economia, non sarebbe stato inserito nei fondi legati al Patto per il Sud (VEDI QUI). Staremo a vedere cosa sarà capace di fare.

Intanto, tra Real Cittadella e aree dismesse dell’ex Smeb, come abbiamo avuto modo di constatare personalmente, oggi esistono solo i fantasmi di un passato che ha ucciso la nostra città e gli auspici delle nuove generazioni che su quell’impareggiabile fronte-mare, se turisticamente ben utilizzato (lo avrebbero già fatto in ogni altro angolo del mondo), avrebbero potuto costruire il loro futuro.

Una zona marina morfologicamente spettacolare. Una lingua di terra tra Sicilia e Calabria che, se curata adeguatamente, avrebbe dovuto essere destinata a diventare un invidiabile “gioiello”. Messina, la nostra Città, con altri uomini al “timone” avrebbe dovuto vivere sugli allori grazie al turismo. Questi “signorotti”, però, hanno utilizzato il potere esclusivamente per gonfiare le loro tasche, i propri conti in banca. Con il paraocchi sui giovani. Abbandonati. Senza speranza.

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