Brolo. Sfruttamento della prostituzione in casa e cocaina ai clienti, due arresti VIDEO e FOTO

Brolo. Sfruttamento della prostituzione in casa e cocaina ai clienti, due arresti VIDEO e FOTO

Redazione

Brolo. Sfruttamento della prostituzione in casa e cocaina ai clienti, due arresti VIDEO e FOTO

mercoledì 08 Giugno 2022 - 12:38

I proprietari di casa erano ignari di tutto e avevano affittato a 300 euro al mese ma la casa veniva subaffittata a 70 euro al giorno

BROLO – Quattro arresti dei Carabinieri nel centro della costa saracena per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione aggravati e detenzione ai fini della cessione a terzi di sostanze stupefacenti, reati contestati a vario titolo. Nello specifico tre di loro sono accusati di aver gestito le case delle “lucciole” e uno di essere il pusher dei clienti. A scoprire il giro i militari del Nucleo Operativo, della Compagnia di Patti e della stazione di Brolo, coordinati dalla Procura di Patti guidata da Angelo Cavallo. Ai domiciliari il presunto organizzatore del giro e il pusher, obbligo di dimora per la “tassista” delle lucciole e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per il quarto indagato.

La donna giunta da Roma

L’inchiesta è scattata a fine settembre 2020 quando proprio una prostituta ha raccontato ai carabinieri di essere arrivata da Roma la sera prima per avere da un uomo del posto un appartamento in affitto dove esercitare. Lui era perfettamente consapevole di cosa sarebbe successo all’appartamento, ha spiegato lei, ma l’affare non si era concluso e la donna sarebbe rientrata nella Capitale perché l’uomo avrebbe chiesto un affitto troppo alto, 70 euro al giorno.

I due organizzatori, il reclutamento, i servizi

Da qui gli investigatori hanno messo sotto controllo il brolese scoprendo che era stato proprio lui a convincere la donna ad arrivare da Roma, offrendole supporto logistico per l’attività. L’uomo, un pregiudicato condannato in via definitiva per mafia, insieme ad un’altra persona, affittava l’appartamento a circa 300 euro al mese.

Proprietari ignari

Per i Carabinieri i due nel tempo avevano provato ad affittare e subaffittare l’appartamento, di proprietà di una coppia che nulla ne sapeva, fino a quando i vicini non li hanno informati del continuo via vai notturno.

Esperienza e pianificazione

Le intercettazioni hanno fatto emergere che i due non erano affatto dei novellini, ma svolgevano l’attività di sfruttamento della prostituzione da esperti di lungo corso, con un’accurata pianificazione e suddivisione dei vari compiti pratici tra tutti i complici. la prontezza nel mettersi a disposizione delle varie donne oggetto dello sfruttamento che richiedevano di poter occupare l’appartamento, l’incessante attività volta alla ricerca di potenziali “locatarie” dell’immobile, stante la documentata vastità di contatti nello specifico ambito.

Affitto a 60/70 euro al giorno

Pagando l’affitto di circa 60, 70 euro al giorno, i due mettevano a disposizione delle donne anche aiuto nell’attività di pubblicizzazione in rete delle prestazioni sessuali, supporto logistico e forniture, tra cui finanche le piccole manutenzioni di volta in volta necessarie, il ritiro dell’immondizia, la consegna della spesa e la pulizia dei locali. Tali attività, apparentemente banali, si sono rivelate indispensabili per le donne che di volta in volta si sono succedute e che hanno così evitato, da un lato, di dover trattare direttamente con estranei al mondo della prostituzione che si sarebbero insospettiti e che mai – intuendone la professione – avrebbero concesso loro appartamenti, dall’altro di farsi vedere pubblicamente in giro, circostanza che avrebbe potuto facilmente determinare lamentele del vicinato e, soprattutto, attirare l’attenzione delle Forze dell’Ordine.

Il principale indagato, già condannato per mafia

Il pregiudicato, come detto, secondo gli investigatori non era un “novellino”: gestiva anche altri immobili, tra Capo d’Orlando e Sant’Agata e usava tutta la sua esperienza per consigliare alle donne anche le “motivazione di comodo” da fornire alle Forze dell’Ordine, in occasione di eventuali controlli, per giustificare la loro presenza in zona, e il modo con cui pubblicizzare la loro attività. Il complice era coinvolto totalmente nell’attività di supporto. Il terzo indagato è invece la madre del pregiudicato che, secondo gli investigatori, era pienamente consapevole del proprio ruolo e delle attività illecite condotte e faceva da “tassista” alle lucciole.

Sei donne sfruttate

Nel corso delle indagini, nel periodo compreso tra settembre 2020 e febbraio 2021, sono state identificate complessivamente sei donne oggetto di sfruttamento, cinque colombiane e una ecuadoriana, che si sono alternate tra loro, adottando un costante turnover, abitando la casa, nel corso del tempo, più volte e in distinte circostanze. L’attività da loro esercitata è stata riscontrata attraverso le dichiarazioni di innumerevoli clienti, opportunamente sentiti quali persone informate, identificati grazie alle attività di indagine che hanno consentito di documentare un costante e considerevole afflusso di uomini presso l’appartamento in esame. In tutti i casi è stato anche riscontrato che la presenza delle donne sfruttate sul territorio brolese è stata costantemente pubblicizzata mediante annunci pubblicati in rete su siti dedicati, al pari dell’appartamento adibito a casa d’appuntamenti, come puntualmente accertato.

La cocaina

E’ stato documentato come il principale indagato avesse la disponibilità di cospicui quantitativi di cocaina, che lo stesso definiva “neve”, tanto da offrirla a numerosi suoi interlocutori, anche in occasione di programmati incontri sessuali, motivo per il quale è ritenuto responsabile anche del delitto di detenzione ai fini della successiva cessione a terzi, commessa in plurime località della Sicilia, nel periodo compreso tra il novembre 2020 e il febbraio 2021. Analogamente, l’ulteriore uomo indagato per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, è ritenuto responsabile, anche in tempi diversi, di alcune cessioni di sostanza stupefacente del tipo metadone. Ad essi si aggiunge un ulteriore indagato, ritenuto responsabile della cessione di sostanza stupefacente del tipo metadone.

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