Corruzione a Messina, 11 arresti. Bonaffini, Micali e Tavilla figure chiave

Corruzione a Messina, 11 arresti. Bonaffini, Micali e Tavilla figure chiave

Marco Ipsale

Corruzione a Messina, 11 arresti. Bonaffini, Micali e Tavilla figure chiave

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martedì 03 Marzo 2020 - 12:40

Sono le tre persone a finire in carcere nell'ambito dell'operazione Ottavo cerchio. Altri 8 ai domiciliari: tra loro un funzionario del Genio Civile di Messina ed il dirigente del Genio Civile di Trapani

MESSINA – Corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni. Sono le ipotesi di reato al centro dell’operazione “Ottavo cerchio”, che ha portato stamani all’arresto di undici persone, di cui tre in carcere e otto ai domiciliari. Il nome fa riferimento alla “Divina Commedia”, dove sono puniti i peccatori che usarono la malizia in modo fraudolento contro chi non si fida.

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura di Messina, sono partite la notte di capodanno del 2019, quando la saracinesca della tabaccheria Ferrante di Camaro era stata raggiunta da colpi di arma da fuoco. Da qui è emerso un sistema di corruzione che avrebbe coinvolto 14 indagati.

La figura chiave è quella di Marcello Tavilla, socio di Pietro Ferrante e di un cittadino tunisino nella Blu Marine Service srl, attività di import export con l’estero di prodotti ittici. Tavilla, che ha precedenti giudiziari, insieme a Ferrante e Cinzia Fiorentino, avrebbero fatto da mediatore per un accordo corruttivo con Felice D’Agostino, funzionario del Genio Civile di Messina. In cambio di duemila euro per ogni appalto eventualmente aggiudicato, D’Agostino avrebbe favorito le ditte degli imprenditori Giuseppe Micali e Giovanni Francalanza.

Tavilla e la Fiorentino sarebbero coinvolti in un altro episodio anche con l’amministratore del complesso di case comunali di Camaro Sottomontagna, Giorgio Muscolino, a cui avrebbero dato 400 euro per l’affidamento dei lavori di sistemazione del parcheggio.

Tavilla aveva “un rapporto privilegiato”, così definito dal giudice nell’ordinanza, con Angelo Parialò, dipendente del Ministero della Giustizia e autista a disposizione di magistrati in servizio a Messina. Parialò avrebbe fatto da intermediario con impiegati dell’ufficio del Tribunale di Messina deputato alla nomina di amministratori di condominio per fare nominare persone vicine a Tavilla e Fiorentino, che poi avrebbero beneficiato dell’assegnazione di lavori di manutenzione. In cambio, Parialò aveva ottenuto l’assunzione di una persona a lui vicina in una delle tante imprese di Tavilla. Parialò, inoltre, rivelava a Tavilla notizie riservate sulle indagini nei suoi confronti, comprese informazioni sugli spostamenti dei magistrati.

Tavilla aveva anche stretti rapporti con Antonino Bonaffini, detto “Ninetta”, imprenditore del settore ittico anche lui con precedenti. Bonaffini e Tavilla avrebbero attribuito in modo fittizio a Tavilla la titolarità dell’impresa Mareblu e di un conto corrente, nonostante Bonaffini ne conservasse piena disponibilità. Società, utili e un bene mobile sono stati sequestrati.

Altra figura centrale è quella dell’imprenditore Giuseppe Micali. Anche lui coinvolto nella corruzione di D’Agostino, aveva fatto anche un accordo illecito con Giuseppe Frigione, funzionario del Comune di Messina al Dipartimento Immobili Comunali: una somma tra i 500 e i 1000 euro in cambio dell’affidamento diretto in somma urgenza dei lavori di manutenzione straordinaria al mercato Sant’Orsola.

Micali aveva ottenuto anche l’aggiudicazione del dragaggio del porto di Mazara del Vallo (Trapani) per l’importo di oltre un milione. Insieme ad altri due imprenditori, indagati ma non destinatari di misure, avrebbe avuto rapporti illeciti con l’ingegnere capo del Genio Civile di Trapani, Giancarlo Teresi, la cui procedura di sostituzione è stata già avviata stamani dalla Regione. In cambio, Micali avrebbe dato a Teresi 700 euro per l’acquisto di un’auto Alfa Romeo d’epoca, un soggiorno gratuito in un hotel di Messina ed una cena per sei persone in un noto ristorante di Milazzo.

Bonaffini, Micali e Tavilla sono stati portati in carcere, gli altri otto destinatari di provvedimento sono ai domiciliari.

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