Indagini su omicidi e persone scomparse, 7 arresti a Barcellona VIDEO

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Redazione

Indagini su omicidi e persone scomparse, 7 arresti a Barcellona VIDEO

mercoledì 10 Gennaio 2024 - 09:44

Fatta luce su dieci agguati, tutti eseguiti con le classiche metodologie mafiose

Questa mattina a Barcellona Pozzo di Gotto e sul territorio nazionale, i Carabinieri del Ros, con il supporto in fase esecutiva del Comando provinciale Carabinieri di Messina e del 12° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Catania, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di 7 soggetti, 6 dei quali appartenenti o indiziati di appartenere alla famiglia mafiosa barcellonese, poiché indagati di più delitti di omicidio premeditato aggravato del metodo mafioso, commesso al fine di agevolare le attività dell’associazione di stampo mafioso dei barcellonesi, operante a Barcellona e sulla fascia tirrenica della Provincia di Messina.

La lunga scia di sangue degli Anni Novanta

Il provvedimento scaturisce dalle indagini avviate nel gennaio 2023 dai carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale su delega della locale Dda. che hanno consentito di accertare come gli arrestati, alcuni dei quali già condannati con sentenza definitiva per essere capi e promotori dell’associazione di stampo mafioso dei barcellonesi, abbiano preso parte, in qualità di mandanti o esecutori materiali, ai seguenti fatti di sangue, commessi nell’ambito della cruenta guerra di mafia che ha afflitto negli anni novanta la Provincia di Messina:

  1. omicidio di FERRO Angelo, avvenuto il 27.05.1993 a Milazzo (ME);
  2. duplice omicidio di ACCETTA Antonino e PIRRI Giuseppe, rinvenuti cadaveri nel cimitero di Barcellona P.G. in data 21.01.1992 e uccisi il giorno precedente;
  3. omicidio di INGEGNERI Carmelo, avvenuto in data 11.07.1992 a Barcellona P.G.;
  4. omicidio di LONGO Francesco, avvenuto la sera del 28.12.1992 a Barcellona P.G.;
  5. omicidio di ANASTASI Aurelio, avvenuto in data 04.01.1993 a Barcellona P.G.;
  6. omicidio (lupara bianca) di ITALIANO Giuseppe, avvenuto in epoca prossima al 24.02.1993 a Barcellona P.G.;
  7. omicidio (lupara bianca) di PORCINO Giuseppe, avvenuto in epoca prossima al 18.03.1993 a Barcellona P.G.; al riguardo, sono in corso attività di scavi finalizzati alla ricerca dci resti del PORCINO da parte di personale dei Carabinieri del ROS e di personale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco;
  8. attentato a colpi di arma da fuoco avvenuto in data 04.09.1993 a Barcellona P.G. che causò la morte immediata di RAIMONDI Sergio, MARTINO Giuseppe e quella successiva di GERACI Giuseppe, sopravvenuta il 26.04.1994. Relativamente a tale fatto di sangue nel 2022 si è giunti alla condanna definitiva dell’ergastolo disposta nei confronti di uno degli imputati quale uno degli esecutori materiali nell’ambito di altro procedimento;
  9. omicidio di ABBATE Giuseppe, avvenuto la sera del 16.02.1998 a Barcellona P.G.;
  10. omicidio di FICARRA Fortunato, avvenuto il 01.07.1998 a Santa Lucia del Mela (ME). Per tale delitto sono stati condannati, con sentenza passata in giudicato nel 2022, in altro procedimento altri cinque soggetti.

Il ruolo del collaboratore di giustizia Salvatore Micale

In particolare l’attività investigativa, avvalendosi anche delle recenti dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Salvatore Micale, già appartenente al sodalizio mafioso dei Barcellonesi, ha permesso di accertare che gli odierni indagati avrebbero nel complesso partecipato, con differenti ruoli, ai 10 agguati sopra elencati, tutti eseguiti con le classiche metodologie mafiose utilizzando armi da fuoco e cogliendo di sorpresa le vittime, togliendo in totale la vita a 13 soggetti di età compresa tra 21 e 55 anni.

Nel corso delle indagini è inoltre emerso che taluni omicidi erano stati decretati dai vertici della famiglia mafiosa barcellonese al fine di punire alcuni ragazzi poiché avrebbero commesso furti o spacciato sostanze stupefacenti senza aver ricevuto una preventiva autorizzazione da parte dell’associazione, comportamenti considerati potenzialmente idonei a minare l’autorità dei vertici del sodalizio.
Il provvedimento si inserisce in un’ampia manovra di contrasto alla criminalità di tipo mafioso che l’Arma dei Carabinieri sta conducendo nel Distretto di Messina sotto la direzione della locale Procura della Repubblica.

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