La dirigente scolastica dell'istituto, spiega la vicenda legata alla alla "condivisione" dei locali con il "Caio Duilio"

di Giuseppe Fontana (riprese e montaggio Matteo Arrigo)

MESSINA – Simonetta Di Prima, direttore scolastico dell’Istituto superiore Verona Trento, ha spiegato approfonditamente ai nostri microfoni la vicenda legata alla mancanza di aule per i suoi studenti. Una situazione di non semplice risoluzione, che ha “spinto” i ragazzi a protestare in piazza già ieri con lezioni all’aperto al Duomo e di fronte alla statua del Nettuno, per porre l’accento sull’urgente bisogno di classi in grado di accoglierli tutti e di evitare doppi turni o lezioni di soltanto tre ore al giorno. La questione è articolata e non riguarda soltanto il Verona Trento ma anche l’Ittl Caio Duilio, con cui condivide il plesso di via Ugo Bassi ormai da 15 anni.

La professoressa Di Prima ha analizzato la questione: “La situazione è abbastanza grave perché disponiamo di 30 aule ma avremmo bisogno di 60 aule. In realtà le abbiamo, ma da molti anni, dal 2006, sono state destinate temporaneamente al Caio Duilio e non sono più tornate. Se è vero che nel 2006 c’erano le condizioni perché il Verona Trento desse delle aule al Caio Duilio ora non ci sono più. Perché i nostri alunni sono raddoppiati, facciamo ormai da anni 13 prime. La città crede nel nostro progetto”. La preside spiega di aver aspettato prima di muoversi, credendo nel dialogo ma spiegando quanto servisse “buon senso nel capire che nel 2020, 2021, non ci sono le stesse condizioni del 2006. La parola temporaneamente significa per un tempo breve, necessario, ma se temporaneamente diventa stabilmente andiamo a penalizzare l’offerta formativa di una scuola importante”

“Fa male vedere ragazzi che fanno teoria nei laboratori”

Inoltre la professoressa Di Prima parla della situazione legata ai laboratori, diventati aule per ricavare spazi e non sfruttati a dovere per la formazione dei ragazzi: “Di vedere ragazzi che fanno lezioni teoriche nei laboratori e vedere laboratori che non operano come devono fa male a noi e dovrebbe far male alla città intera”. Ma la preside spiega anche che non si tratta di una lotta contro qualcuno, anzi “parliamo di ragazzi alla stessa maniera e la colpa non è dei ragazzi del Caio Duilo. Non ci saranno scontri tra le scuole o le scolaresche, non ci siamo mossi finora proprio per evitare questo. Però a volte è difficile dare spiegazioni ai ragazzi che si vedono rilegati in un piano interrato. È terminato quel tempo che ha fatto sì che nel lontano 2006 il Verona Trento potesse dare aule al Caio Duilio, ora la situazione è praticamente al contrario”.

L’emergenza spazi, la sicurezza, il Covid, ma anche l’orgoglio di vedere una protesta pacifica da parte dei suoi alunni, che ieri sono scesi in piazza, lo rifaranno oggi e continueranno venerdì. “Non lo facciamo per una velleità personale, il nostro fine principale è di restituire tutto a una città che si sta spopolando e che invece ha necessità che i suoi ragazzi restino a spendere qui la propria professionalità. Così non si aiuta molto”.