Processo "Il Detective", condannata la Corio e un impiegato della Prefettura

Processo “Il Detective”, condannata la Corio e un impiegato della Prefettura

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Processo “Il Detective”, condannata la Corio e un impiegato della Prefettura

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lunedì 24 Marzo 2014 - 19:12

Tre condanne e quattro assoluzioni alla fine del processo per la fuga di notizie dalla Prefettura a beneficio della società Il Detective, al centro dell'inchiesta sugli appalti all'Università di Messina. Condannata anche Daniela Corio e un impiegato della Prefettura.

Quattro assoluzioni e tre condanne a 8 mesi alla fine del processo sulla società investigativa Il Detective srl, al centro di un fallimento contestato e dell'inchiesta sugli appalti all'Università di Messina nel decennio scorso. In tarda serata i giudici della I sezione Penale del Tribunale (presidente Eliana Zumbo) hanno emesso la sentenza di condanna ad 8 mesi, pena sospesa, per le tre persone accusate sostanzialmente di rivelazione di segreti d'ufficio.Condanna, quindi, per l'allora dipendente della Prefettura di Messina, Antonino Barbera, il "tramite" Giovanni D'Angelo e la beneficiaria della rivelazione, Daniela Corio.

Assoluzione piena per gli altri imputati, cioè il Prefetto Aggiunto Maria Gabriella Ciriago, il funzionario prefettizio Grazia La Malfa, l'amministratore della Coiro Enzo Savasta, l'ex agente Emanuele Galizia. Si chiude così questa seconda tranche di indagine sulle travagliate vicende della società di investigazioni private che aveva sede nella centralissima via Primo Settembre, nell'occhio del ciclone per gli appalti di guardianìa ottenuti all'università di Messina e per la "guerra" tra le sorelle Coiro che si contendevano l'eredità del padre, fondatore della società. Hanno difeso gli avvocati Nino Cacia, Carmelo Scillia, Giuseppe Carrabba, Salvatore Saccà, Filippo Mangiapane.

"Prendiamo atto di una sentenza che appare fortemente in contrasto con le aspettative di giustizia della signora Daniela Corio. Invero, quest'ultima – secondo quanto emerge dal contenuto del dispositivo – sarebbe stata condannata per aver chiesto ad un dipendente della Prefettura di Messina alcune informazioni afferenti una richiesta amministrativa dalla stessa inoltrata (e della quale avrebbe dovuto successivamente conoscere l'esito). Attendiamo quindi di conoscere le motivazioni per la valutazione del probabile atto di appello",è il commento dell'avvocato Nino Cacia.

2 commenti

  1. E’ giustizia condannare sempre i pesci piccoli?
    Perchè, tutte le volte che sono imputati anche alti funzionari, vengono condannati solo i travet?
    E’ mai possibile che un semplice impiegato possa accedere ad informazioni riservate solo alla dirigenza?
    In base a quale principio costituzionale i capi “DEVONO” essere sempre e comunque al di sopra delle parti?
    In Italia la separazione delle carriere è, di fatto, avvenuta tutte le volte che le inchieste toccano elementi sensibili.
    Gli inquirenti, con vagonate di prove, rinviano agiudizio, i giudicanti assolvono.
    La gente muore in autostrada per colpa di chi avrebbe dovuto vigilare?
    100 a processo, nessuna condanna.
    Lo stesso per il sistema bancario.
    La vedo molto brutta per i corsi di recupero.
    Non penso di essere tanto lontano dal vero se ritengo che, tra 10/15 anni, Genovese & Co. saranno assolti, con tante scuse e pure i risarcimenti di legge.
    Che schifo!!
    George

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