I giovani dell’Elsa in un convegno per la trentesima assemblea nazionale. Sono intervenuti il presidente dell’Ars Ardizzone e il giudice Guarnotta, che lavorò a fianco dei due magistrati uccisi
Gli anni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il pool antimafia di Palermo, la stagione dei pentiti, il maxiprocesso, la legge Rognoni – La Torre, il 41 bis; mafia ieri e oggi, come sono cambiate regole e stili dei mafiosi, verso quali settori economici oggi la criminalità ha spostato i propri interessi e le nuove metodologie di contrasto alle organizzazioni criminali; una nuova antimafia e il ruolo dell’avvocato penalista. Questi i punti centrali analizzati nel convegno “Il fenomeno mafioso a venticinque anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio: vecchi scenari e nuovi orizzonti”organizzato dall’Elsa (‘The European Law Students Association’) di Messina, Catania e Palermo nell’ambito della Trentesima assemblea nazionale, che quest’anno è stata organizzata dai soci siciliani e ospitata a Sant’Alessio Siculo.
I lavori sono stati aperti dai saluti dei tre presidenti provinciali Elsa, Antonino Amato (Messina); Elena Laudani (Catania) e Francesco Candioto (Palermo), quindi sono intervenuti il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, il sindaco di Sant’Alessio Rosanna Fichera, il vicesindaco di TaorminaMario D’Agostino e il presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina, Vincenzo Ciraolo.
Il dibattito è stato coordinato da Enrico Trantino, presidente della Camera penale di Catania ‘Serafino Famà’. Tra i relatori, il magistrato Leonardo Guarnotta, membro del pool antimafia con Falcone e Borsellino, che istruì il maxiprocesso di Palermo. Guarnotta ha ripercorso la storia del fenomeno mafioso, ricordando il rapporto prima di tutto umano con i due giudici assassinati, e ha raccontato quelli anni, fondamentali ancora oggi per conoscere di più la mafia, la sua organizzazione e per consentire così allo Stato di essere più efficace nella lotta. Il magistrato ha ricordato anche l’importanza della legge Rognoni – La Torre, che ha attaccato direttamente i patrimoni mafiosi, l’istituzione del carcere duro (il 41 bis) e il ruolo dei pentiti. “Quella stagione – ha spiegato il magistrato – ha aperto la strada a nuovi metodi investigativi moderni ed efficaci: prima si aveva una conoscenza molto più frammentaria delle organizzazioni criminali; inoltre ha dato coraggio alla gente, facendo capire che chi subiva minacce mafiose poteva denunciare, che l’omertà era sempre più un non senso”.
Sui nuovi metodi investigativi, poi, si è soffermato il sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Catania, Rocco Liguori. Liguori ha spiegato che delle vecchie regole interne alla mafia oggi è rimasto ben poco e come la criminalità ha molto diversificato i settori nei quali fa affari, dal traffico di droga, alle agenzie di scommesse fino ai videopoker, sistemi anche utili per riciclare e far fruttare il denaro sporco. “Il pizzo – spiega – oggi è un fenomeno in diminuzione, si preferisce il recupero crediti a favore degli imprenditori mediante la mediazione del soggetto mafioso”. Sul campo investigativo il procuratore catanese ha spiegato come oggi “la sfida è anche tecnologica. I mafiosi utilizzano internet, le nuove forme di comunicazione ed è importante investigare anche su questi strumenti”.
L’avvocato Pietro Luccisano del Foro di Messina ha illustrato alla platea dei tanti giovani “il ruolo dell’avvocato penalista e con quale impegno e motivazione le nuove generazioni si devono avvicinare a questa professione.
Infine Francesco Forgione, ex presidente della Commissione nazionale antimafia, ha evidenziato come la mafia è un fenomeno così complesso che non si può analizzare solo sotto l’aspetto giudiziario: “E’ importante la ricerca del confine tra legale e illegale in tutti i tessuti sociali ed economici”. L’ex parlamentare ha anche parlato di antimafia, spiegato come questa deve ridefinirsi. “Dobbiamo chiudere quella stagione dell’antimafia che ha costruito solo carriere politiche”.
Da notare che si parla di lotta alla mafia ma non vi sta un rappresentante della lotta alla mafia, nemmeno in giudice….o mi sbaglio?
Da notare che si parla di lotta alla mafia ma non vi sta un rappresentante della lotta alla mafia, nemmeno in giudice….o mi sbaglio?