Editoria a Messina: un arresto e 3 indagati per bancarotta fraudolenta

Editoria a Messina: un arresto e 3 indagati per bancarotta fraudolenta

Editoria a Messina: un arresto e 3 indagati per bancarotta fraudolenta

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lunedì 30 Ottobre 2017 - 07:31

Ai domiciliari il giornalista Enzo Basso fondatore del settimanale Centonove. Per gli altri 3 c'è l'obbligo di firma. Nell'inchiesta la gestione delle 8 società collegate

Ai domiciliari Enzo Basso, “padre” del noto settimanale Centonove. Altri 3 hanno l’obbligo di firma. Scattato il sequestro preventivo di società e conti correnti. Sotto la lente, le otto tra società e cooperative collegate alla medesima azienda attraverso le quali, secondo la Finanza, sarebbe stato frodato anche il Fisco.

Bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e frode fiscale. Sono queste le accuse contestate a vario titolo alle 4 persone destinatarie delle misure cautelari fatte scattare stamattina dalla Guardia di Finanza, alla fine di una complessa indagine durata oltre due anni.

Al centro, la figura di Enzo Basso, cofondatore del noto settimanale Centonove. Basso è andato ai domiciliari mentre altre persone, coinvolte a vario titolo nella gestione delle otto società collegate, hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Si tratta di Giuseppe Garufi, Andrea Ceccio e Francesco Pinizzotto.

I finanzieri, coordinati dal sostituto procuratore Antonio Carchietti, hanno ricostruito i passaggi societari realizzati intorno alla casa editrice del settimanale. L’accusa è che in alcune di queste, tra società e coop, e comunque nei rapporti tra esse, venivano effettuate una serie di irregolarità – nelle scritture contabili anzitutto – per simulare una solidità finanziaria in realtà inesistente, riuscendo così ad accedere a finanziamenti che non venivano poi onorati.

Sarebbe poi stato simulato il fallimento e la liquidità di una delle sigle in difficoltà, trasferendo poi il patrimonio di un’azienda in realtà “in bonis” in un’altra appositamente creata. Anche le coop istituite, secondo gli investigatori, erano state create per accedere alle agevolazioni che la legge riconosce a queste e non per permettere una effettiva partecipazione dei lavoratori agli utili e alle attività gestionali.

Il magistrato titolare ha quindi richiesto le misure cautelari al GIP Tiziana Leanza, che ha anche disposto il sequestro preventivo di conti correnti, titoli e le quote delle ultime società create dagli indagati.

Un commento

  1. Come sei caduto così in Basso.

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