L’avvocato Carmelo Saitta, esperto del sindaco inteviene in merito alla vicenda dei manifesti satirici (nel quale c'è anche la sua foto) affissi in paese da due cittadini, rimossi dal Comune e non più… autorizzati
L’Amministrazione comunale di Roccalumera ha rotto il silenzio ed è intervenuta con l’avvocato Carmelo Saitta, esperto del sindaco Gaetano Argiroffi, in merito alla vicenda dei manifesti satirici affissi in paese da due cittadini (Walter Marisca e Francesco Puglisi, rimossi dal Comune e non più… autorizzati. “E’ riportata la mia fotografia – esordisce Saitta – insieme a quelle di Gaetano Argiroffi, Antonio Garufi (presidente del Consiglio), Cosimo Cacciola (consigliere comunale delegato) e Sebastiano Foscolo (assessore), vestiti da Babbo Natale. Satira, secondo i due autori, giustificata per gli argomenti riferiti, già oggetto di articoli di stampa e per fatti noti in paese” che spaziano dal mercato quindicinale, alle bollette idriche esose, alla cittadella dello sport chiusa da tempo alla pista ciclabile annunciata per settembre e non ancora aperta. “Orbene – chiosa l’avvocato – prima di tutto voglio sottolineare che l’utilizzo dell’immagine altrui senza alcuna autorizzazione è reato. E viola la legge sulla privacy. Va detto che gli stessi autori del manifesto sono stati protagonisti dell’ultima campagna elettorale, in quanto candidati nella lista ‘Patto Generazionale’. Pertanto – sostiene Saitta – non sono abilitati alla satira, perché competitor elettorali, e la loro, più che satira, appare azione di denigrazione dell’avversario.
Scrivono che ‘…durante la manifestazione ci sarà uno spettacolo di burattini offerto da Saitta e Cacciola’ e che ‘l’Assessore Asmundo impartirà dei corsi di grafologia per 1122 elettori che hanno messo la croce al futuro di Roccalumera. Didascalie avulse dalla politica e dai fatti notori che sarebbero accaduti a Roccalumera” Saitta prosegue col dire che i manifesti “non saranno in grado di scalfire la gestione amministrativa di Gaetano Argiroffi e compagni, né di intimidire la sua azione politica, né ancor meno di intaccare la serenità della sua compagine. Da ultimo, voglio rimarcare che siamo pronti a tutelare la nostra immagine”. “Dopo aver affisso i manifesti – spiega dal canto suo Marisca, uno dei due autori del manifesto – ci siamo recati in municipio per pagare i relativi diritti. Infatti, a differenza di altri, non potevamo pagare i diritti di affissione perché in ritardo. Al contempo – prosegue – agli operai del Comune è stato ordinato di rimuovere i murali. Insistendo, siamo riusciti a pagare i diritti di affissione e consegnare all’ufficio i manifesti da affiggere. Ma a tutt’oggi l’affissione non è avvenuta con motivazioni di circostanza. L’azione di satira – conclude Marisca – voleva solo evidenziare dei fatti di dominio ed interesse collettivo”.
Ma per gli amministratori quei manifesti sono stati affissi prima che venisse pagata la relativa tassa e che ne fosse autorizzata la stessa affissione. E non solo. “L’utilizzo dell’immagine altrui senza alcuna autorizzazione sarebbe reato per violazione della legge sulla privacy.
Carmelo Caspanello
