L'inaugurazione domenica 1 giugno. Interventi strutturali grazie alla sinergia tra Soprirtendenza, Regione, Comune e il comitato ideato da Pippo Trimarchi
MESSINA – Finalmente la riapertura della Cripta del Duomo di Messina. Restaurata e in condizioni di sicurezza, domenica 1 giugno la “Chiesa di Santa Maria sotto il Duomo” viene restituita ai cittadini, alle 11.45. Il primo periodo l’ingresso sarà gratuito: dalle 8 alle 23 il 2 giugno e dalle 8 a poco prima della processione della Madonna della Lettera il 3 giugno.
In particolare, sono stati ripristinati i pavimenti d’epoca normanna e recuperati gli stucchi originali. I lavori, curati dalla Soprintendenza di Messina sotto la direzione dell’allora soprintendente Mirella Vinci, e con la supervisione scientifica di esperti come la storica dell’arte Stefania Lanuzza, hanno interessato la messa in sicurezza strutturale, l’impermeabilizzazione, il rifacimento degli impianti elettrici e di illuminazione, gli interventi di deumidificazione e l’installazione di una passerella per garantire l’accessibilità anche alle persone con disabilità. Il costo dell’operazione è stato di 218mila euro (55mila per le passerelle e 95mila per gl impianti elettrici).













Oggi la presentazione per la stampa con Roberto Romeo, delegato arcivescovile della Basilica Cattedrale; la direttrice dei lavori Mirella Vinci, già sovrintendente ai Beni culturali e ambientali; la funzionaria della Soprintendenza Stefania Lanuzza e il sindaco di Messina Federico Basile.
Ha evidenziato monsignor Romeo: “La gestione di questo straordinario luogo spetta alla nostra Arcidiocesi. Un luogo straordinario perché compie e sintetizza la storia religiosa della nostra città”. Da parte sua, il sindaco si è augurato che ora la cripta, dopo il restauro conservativo, “diventi patrimonio dei messinesi e di chi visita la nostra città”.
La dottoressa Lanuzza ha evidenziato la complessità delle stratificazioni storiche che caraterizzano questo gioiello artistico: “Grazie a una Confraternita del 1138, con artisti, mercanti e tessitori, sono iniziate le decorazioni dei santi messinesi e nel Seicento le pareti hanno conosciuto altre decorazioni, fino ad arrivare agli anni Trenta del Novecento”. Oggi si possono intravedere i resti di stucchi con i volti di San Placido e Santa Eustochia.
Per la Cripta del Duomo una sinergia tra cittadini e istituzioni
In quest’occasione ha funzionato la sinergia tra società civile e istituzioni. La prima spinta è partita dal comitato cittadino ideato da Pippo Trimarchi, editore di Tempostretto, che è stato oggi ricordato per il suo impegno da Mirella Vinci. L’obiettivo primario: inserire la Cripta tra i “Luoghi del Cuore” del Fai (Fondo Ambiente Italiano). Una campagna di sensibilizzazione che ha riscosso un successo notevole, portando la Cripta del Duomo a classificarsi al 15° posto a livello nazionale nel censimento Fai del 2021, un risultato che ha acceso i riflettori sulla necessità urgente di recuperare e valorizzare questo patrimonio.
Questo slancio popolare è stato il catalizzatore che ha permesso di sbloccare i necessari finanziamenti. La Regione siciliana, riconoscendo il valore del sito e la spinta dal basso per il suo recupero, ha stanziato poi i fondidestinati agli interventi di restauro e messa in sicurezza, con il contributo decisivo dell’allora assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone. E la collaborazione tra Arcidiocesi, Soprintendenza e Comune di Messina è stata fondamentale.
Vinci: “Un grande lavoro di squadra”
Nella presentazione di oggi pomeriggio, gli aspetti tecnici sono stati approfonditi dalle dottoresse Vinci e Lanuzza. “Un lavoro certosino e ancora c’è molto da fare in prospettiva”, è stato sottolineato. “La Soprintendenza ha curato la regia di una sinergia con la Curia, ente proprietario, il Comune, stazione appaltante, e l’assessorato regionale delle Infrastrutture, che ha concesso un finanziamento di 524mila euro. Ora sono in corso la redazione bilingue di pannelli didattici esplicativi e una pubblicazione per divulgare le conoscenze ante e post lavori “, ha spiegato Mirella Vinci.
Se Vinci e la funzionaria Lanuzza sono state l’anima, con competenza e passione, di questo restauro, l’ex sovrintendente ha voluto ricordare “tutti i colleghi che insieme a me hanno redatto il progetto e collaborato con la direzione lavori: Gianluca Santoro, Salvatore Stopo, Salvatore Ragazzi, Patrizia Somma, Giusi Zavettieri, Rocco Burgio, Michelangelo Alicata, Claudio Casamento. Il responsabile unico del procedimento è l’architetto Andrea Milici. Il coordinatore per la sicurezza l’architetto Nino Sidoti”.
Da ricordare pure l’impresa per il restauro “Ldr” di Paolo Pallotto, di Macerata, le restauratrici Agata Trischitta e Marianna Torre, “Geocheck” di Mauro Corrao Antonio Lo Presti per le indagini conoscitive su murature, stucchi e intonaci. E ancora: “Sigma Group e Tes” per le passerelle e i serviscala; la progettazione di Gioacchino Santamaria e Fazio e La Ferlita della ditta “Viabizzuno” per gli impianti elettrici. “Grazie infine a padre Romeo per l’assistenza continua e a Pippo Trimarchi per aver sostenuto il progetto nella ricerca di finanziamenti”, ha concluso la dottoressa Vinci.
