La Cripta del Duomo di Messina riapre. È un segnale di speranza, frutto della sinergia tra mobilitazione civica e concretezza delle istituzioni
MESSINA – Il 19 maggio del 2020 in un post su Facebook comunicavo la mia decisione di costituire un comitato a sostegno della Cripta del Duomo come Luogo del Cuore Fai e chiedevo l’adesione dei cittadini. La risposta fu entusiasmante. Tanti messinesi offrirono la loro disponibiltà. E così cominciò un lungo cammino di mobilitazione civile che troverà domenica 1 giugno il suo coronamento con la riapertura al pubblico della Cripta, restaurata e in condizioni di sicurezza. Sarà un momento emozionante, indimenticabile che sancirà un principio: quando i messinesi si mobilitano e mirano dritti all’obiettivo senza farsi irretire dalle difficoltà e dal pessimismo, ogni risultato è possibile.
All’inizio la riapertura della Cripta sembrava un desiderio irrealizzabile
Quando abbiamo cominciato, cinque anni fa, la Cripta era abbandonata al degrado. Gli stucchi crollavano a pezzi e il monumento era chiuso al pubblico da anni per l’assenza di idonee condizioni di sicurezza. Pensare di riportarla al suo splendore era un desiderio condiviso che sembrava, però, impossibile da realizzare. Anche quando il Comitato ha chiesto ed ottenuto di incontrare l’arcivescovo, Monsignor Giovanni Accolla, nel dare il suo sostegno alla nostra azione, non nascose qualche perplessità sulla riuscita del nostro intento. Ma l’ottimismo prevalse. Grazie al costante impegno dei tanti componenti del Comitato che si mobilitarono per la raccolta delle migliaia di firme a sostegno della Cripta come Luogo del Cuore FAI, si è creato un forte movimento di opinione che ha coinvolto anche importanti esponenti culturali come Maurizio Marchetti.
Indimenticabile, poi, l’esibizione del Coro “I Mirabili” che, guidato mirabilmente dalla direttrice Viviana Mangraviti, eseguì nella Cripta un’emozionante versione a cappella di “Hallelujah” di Leonard Cohen. Mi vengono i brividi ancora oggi a pensarci. Altrettanto toccante fu “Il cielo in una stanza” cantata, sempre a cappella, dalla giovane Miriam Augugliaro che fece vibrare di tenera intensità emotiva le colonne e gli stucchi della Cripta.
La mobilitazione della politica convince la politica a intervenire
Di fronte a questa convinta e diffusa attività civica, la politica non ha potuto esimersi dal manifestare il suo interessamento. Fu così che la Regione siciliana decise di stanziare le somme necessarie al restauro e alla riapertura in sicurezza della Cripta. Su questo fronte, ricordo ancora una volta il contributo decisivo dell’allora assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone. Mi fa piacere ringraziarlo ancora per avere dato seguito con coerenza all’impegno assunto con la città e con me personalmente. Mirella Vinci, sia in qualità di Sovrintendente che in quello di sub-commissaria al Comune di Messina, ha, infine, concretizzato sapientemente l’opportunità creatasi con la disponibilità di risorse e domani i messinesi vedranno finalmente il frutto di tanto lavoro.
C’è ancora tanto da fare
La riapertura al pubblico della Cripta del Duomo è un concreto segnale di riscatto della nostra città. Una comunità che pensa e si prende cura delle sue bellezze artistiche, architettoniche, naturalistiche, non può che accrescere il livello della sua qualità di vita. Perseguendo questa strada, poi, diventano davvero accessibili le opportunità di sviluppo turistico. In questo momento diversi monumenti attendono ancora di essere restituiti alla pubblica fruizione. Prima fra tutti la Badiazza, i cui lavori di restauro avrebbero dovuto concludersi nel 2024. Intoppi di varia natura hanno determinato dei rallentamenti che, speriamo, non impediscano una rapida coclusione degli interventi. Ricordiamo, poi, la Cittadella e la scommessa ancora non vinta del recupero della Zona Falcata. E poi Forte Gonzaga, per il quale nel 2023 sono stati aggiudicati i lavori di restauro e il Castellaccio che sarà anch’esso interessato da lavori di recupero.
Insomma c’è ancora tanto lavoro da fare. Anche per la Cripta del Duomo, in verità. È infatti ancora necessario creare le condizioni di climatizazione necessarie a riportare all’interno del monumento i diversi quadri a suo tempo esposti, che sono sparsi in diverse istituzioni cittadine. Inoltre, bisogna predisporre condizioni gestionali adeguate ad assicurare la costante disponibilità della Cripta per le visite dei messinesi e dei turisti e anche, ove possibile, per iniziative culturali. Altrimenti, se tornasse ad essere chiusa, avremmo fatto tanta fatica per niente.

Gran parte dei dipinti che decoravano le pareti della cripta, opere del XVII^-XVIII^ secolo sono conservati nei depositi del Museo Regionale e ora che la cripta è tornata al suo antico splendore si spera che ritornino al loro posto originario.
“Altrimenti, se tornasse ad essere chiusa, avremmo fatto tanta fatica per niente”. Mi piace riportare la frase che conclude il bell’articolo. Spero e mi auguro che venga giustamente valorizzata. Non sapevo dei dipinti che potrebbero ritornare al proprio luogo originario.
Mi auguro che i restauri degli altri monumenti citati si concludano nel miglior modo possibile.
Tutto questo sarà vano se i messinesi, specie le giovani generazioni non svilupperanno un buon senso civico e passione storica per la propria città rinnovando come un mantra “a Messina non c’è nenti”.