Due anni di inferno per la vittima, perseguitata a lavoro e in casa. Le minacce anche al padre
Messina – E’ sfociata in un incubo la fine di un’amicizia tra due donne messinesi. A farne le spese la dipendente di una struttura ospedaliera cittadina, finita nel mirino della ex amica di 41 anni che, dopo la chiusura del rapporto, ha cominciato a perseguitarla con pesanti minacce.
La sentenza
Il giudice monocratico Maria Teresa Gullino ha condannato a 2 anni (pena sospesa) la 41enne, che dovrà anche risarcire la vittima con 5 mila euro e pagare le spese processuali. Era difesa dall’avvocata Anna Rita Reina.
Minacce e insulti alla vittima a lavoro e al padre
“Mi faccio la galera e mi vendico, ti rovino, ti cambio l’identità”, “Ormai ho deciso, non torno indietro, ti ammazzerò”. Erano queste alcune delle frasi che la 41enne rivolgeva alla ex amica con qualunque mezzo: a viva voce, di presenza, tramite messaggi chat e via social. Poi telefonate di notte a lei, “piazzate” a lavoro davanti ai colleghi, al padre sul posto di lavoro. Insomma una vera e propria persecuzione, iniziata nel 2016 ed andata avanti per due anni, anche mentre la donna era incinta.
Fino a quando la vittima, stanca e distrutta psicologicamente, ha deciso di denunciare la non più amica, assistita dall’avvocato Giuseppe Ventura Spagnolo.
