Le mani dell'ex boss pentito sulla discarica di Mazzarrà (di nuovo)

Le mani dell’ex boss pentito sulla discarica di Mazzarrà (di nuovo)

Alessandra Serio

Le mani dell’ex boss pentito sulla discarica di Mazzarrà (di nuovo)

mercoledì 30 Luglio 2025 - 07:00

Bisognano puntava ai lavori all'ex sito di stoccaggio. Gli appelli del sindaco Pietrafitta per aumentare i controlli antimafia

Messina – Dopo l’arresto nell’operazione Vecchia Maniera per aver continuato a fare affari con un pregiudicato, l’ex boss pentito Carmelo Bisognano è tornato a Mazzarrà Sant’Andrea e ha ripreso il business del movimento terra lì dove lo aveva lasciato. Ed è tornato a mettere gli occhi sui lavori alla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea.

Il pentito non perde il pelo né il vizio

Se il pentito continua a mafiare
Carmelo Bisognano

E’ questo il retroscena dell’ultima inchiesta dei Carabinieri su “Melo” Bisognano, passato alla collaborazione con la giustizia alla fine del decennio scorso dopo i contrasti con il direttorio del clan dei barcellonesi e la fronda interna all’ala dei mazzarroti. Le sue rivelazioni hanno contribuito ad aprire la stagione delle grandi operazioni antimafia contro la mafia del Longano, ovvero le operazioni Pozzo e Gotha. Il suo pentimento ha però subito una clamorosa parabola, culminata nell’arresto del 2016 da parte della Polizia e con quello di ieri ad opera dei Carabinieri.

Le mani sulla discarica

Gli accertamenti rivelano che la Direzione distrettuale antimafia di Messina non ha mai perso di vista Bisognano ed ha ricostruito i suoi rapporti con Antonino Giardina fino allo scorso anno. I due avrebbero continuato ad operare in rapporti stretti ed erano interessati ai lavori in discarica. Soltanto qualche giorno fa il sindaco di Mazzarrà Carmelo Pietrafitta è tornato ad invocare il protocollo per potenziare i controlli antimafia sugli appalti, dopo il via libera alla messa in sicurezza dell’ex discarica.

Le intercettazioni

I due gestivano insieme la Pretoria, secondi gli inquirenti, già titolare di diverse commesse pubbliche a Mazzarrà. Quando la società nel 2020 viene colpita dall’interdittiva antimafia, nasce la Agila srl, intestata a Davide Giardina ma di fatto gestita, è questa la tesi degli inquirenti, da Antonino Giardina e Bisognano. Entrambe le imprese sono state sequestrate ieri.

Nelle quasi 60 pagine di provvedimento di arresto, siglato dal giudice Eugenio Fiorentino, emerge che le intercettazioni degli investigatori hanno rivelato “la piena operatività e il vivo interesse dell’impresa A.GI.LA. per l’esecuzione di lavori afferenti alla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea”.

E’ Antonino Giardina che, a proposito dei lavori della A.Gi.La, parla col liquidatore di Tirreno Ambiente, l’avvocato Angelo Vitarelli, in una conversazione intercettata. Mentre un’altra discussione “spiata” dalle cimici dei carabinieri nel marzo 2024 confermerebbe, secondo il giudice, la riferibilità della società all’ex boss pentito. “Rompono i coglioni, l’ho capito io…”, dice Bisognano a Giardina che gli spiega come, secondo lui, le indagini su Tirreno Ambiente potrebbero coinvolgerlo.

L’interesse per i lavori alla discarica di Giardina sembra emergere da un’altra conversazione di Giardina intercettata. L’uomo parla con la moglie di Nello Giambò, ex presidente di Tirreno Ambiente, coinvolto nelle inchieste sul sito di Mazzarrà. “Questi 4 babbi di Mazzarra’ a suo marito gli dovrebbero fare una statua d’oro…”. Mentre a proposito dell’attuale primo cittadino Pietrafitta Giardina commentava: “…il paese è trascurato, quelli di Mazzarrà si devono cercare il lavoro mentre chi viene da fuori lavora… avevo puntato alla discarica ma è andata male… l’inchiesta l’ha fatta nascere lui”.

In altre conversazioni intercettate, i Carabinieri sentono Giardina parlare col padre Salvatore. L’uomo cerca di allontanare dalle imprese l’ombra di Bisognano, che definisce “mafioso di merda”, e chiede al figlio Daniele di riferirgli: “Lei faccia la sua strada, con me non ha nulla a che vedere… ha mio fratello ma con me non ha niente da sbrigare”. Ma per gli inquirenti le espressioni del padre non bastano a tagliare i fili dei rapporti tra Antonino Giardina e l’ex boss e pentito.

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